InGiustizia ha rilanciato
diverse volte sulle
sue pagine la questione
della trasparenza nella
complicata vicenda degli
arbitrati e degli incarichi
affidati sia ad avvocati
che a magistrati.
InGiustizia ha rilanciato
diverse volte sulle
sue pagine la questione
della trasparenza nella
complicata vicenda degli
arbitrati e degli incarichi
affidati sia ad avvocati
che a magistrati.
Si è trattato, e si tratta ancora
oggi, di una campagna
difficile perché va ad
intaccare notevoli interessi
dei principali protagonisti
di questi affari, non illeciti
ma poco trasparenti. Nell’ambito di queste
azioni, InGiustizia intervistò
alcuni mesi fa anche
l’allora presidente del
Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Roma, Federico
Bucci, il quale dichiarò
l’esistenza di un
numero esiguo di arbitrati
assegnati.
In realtà, soprattutto durante
la recente campagna
elettorale per il rinnovo
del Consiglio dell’Ordine
Forense romano, le numerose
voci di corridoio portavano
a ritenere che il
numero delle assegnazioni
fosse molto più alto, tanto
che c’è chi ha messo in
relazione proprio con tali
voci il fatto che l’ex presidente
Bucci girasse in
campagna elettorale con la
fotocopia della citata intervista
a InGiustizia a
portata di mano. In ogni caso, una volta passati di
bocca in bocca i commenti
sull’ipotizzato numero
reale degli arbitrati annui,
Bucci ha manifestato l’intenzione
di querelare una
consigliera dell’ordine romano
componente della
squadra di candidati di cui
proprio Bucci era capolista.
Il mandato è stato dato
all’avvocato Gian Domenico
Caiazzo, il quale
nell’esercizio delle proprie
funzioni ha espletato le indagini difensive convocando
vari avvocati.
In occasione della corsa al
voto, si è manifestata l’esistenza
anche di un problema
più serio o, per essere
più esatti, meno personale:
quello della competenza a nominare gli arbitri.
Come è noto, l’incarico
di nominare l’arbitro
viene affidato al presidente
dell’ordine degli avvocati,
ma si discute se egli
possa procedere alla nomina autonomamente,
trattandosi di un incarico
meramente personale, oppure
se debba agire dopo
l’intervento apposito del
consiglio degli avvocati.
Bucci era sostenitore della
prima ipotesi, molti suoi avversari di voto della seconda.
L’intera vicenda degli arbitrati
è stata ripresa in
una recentissima nota del
consigliere anziano dell’ordine
romano Giovanni Cipollone, apparsa sul notiziario
istituzionale «Foro
Romano».
L’avvocato Cipollone ha
ricordato che «una coerente
regola deontologica dovrebbe
– innanzi tutto –
indurre il Presidente a rendere
edotto il Consiglio
delle richieste di arbitrati
a lui pervenute in ragione
della sua prestigiosa carica
istituzionale».
Cipollone ha promosso
anche l’idea di un sorteggio
per l’assegnazione degli
arbitrati e della pubblicità
di tali assegnazioni
proprio tramite la loro
pubblicazione sul notiziario
dell’ordine.
Dall’autorevole consigliere
anziano dell’ordine romano
arriva dunque una
conferma della necessità
di una maggiore trasparenza.