«Una direttiva
contraria
non solo
agli interessi tipici
italiani e delle piccole
e medie imprese del
settore informatico,
ma che, in generale,
crediamo che più si
consente il ricorso al
brevetto nel software e
più si limita il suo sviluppo
».
«Una direttiva
contraria
non solo
agli interessi tipici
italiani e delle piccole
e medie imprese del
settore informatico,
ma che, in generale,
crediamo che più si
consente il ricorso al
brevetto nel software e
più si limita il suo sviluppo
».
Questo è stato il commento
del ministro per
l’Innovazione e le Tecnologie
Lucio Stanca
sull’approvazione della
direttiva sulla brevettabilità
del software
da parte del Consiglio
dell’Unione Europea a
Bruxelles.
«Dal Consiglio dei ministri
sulle Competitività
è uscita una direttiva
che, seppure modificata
in parte su iniziativa
italiana, è ancora
insufficiente e lascia
ampi spazi di incertezza.
Per questo il nostro
Paese si è astenuto».
Nel frattempo, in Italia
sono stati avviati i lavori
Commissione interministeriale
per lo
sviluppo del mercato e
dell’industria dei prodotti
intellettuali digitali
e per l’adeguamento
della Legge Urbani
che, come ha affermato
Stanca, «ha anche lo
scopo di rafforzare le
norme contro la ‘pirateria
informatica’ mettendo
allo studio iniziative
di contrasto da
affiancare agli strumenti
normativi vigenti,
per impedire l’uso
illecito delle cosiddette
‘copie pirata’».