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Unione Europea: UE: sulla strada sbagliata
Posted by Trunzo on Wednesday, February 02 @ 18:14:58 CET
2003 Download periodico

Le credenziali di TEAM sono notevoli: è un’associazione che riunisce circa 50 organizzazioni in 20 Paesi europei, che può contare su migliaia e migliaia di attivisti, molti dei quali possono vantare vittorie in diversi referendum riguardanti in un modo o nell’altro l’UE. TEAM riunisce gli insoddisfatti di questa Unione, è «una rete che difende la democrazia ». Il suo portavoce svedese Henrik Dahlsson ci spiega proprio cosa non va dell’Unione e soprattutto della recente bozza di Costituzione Europea.



Le credenziali di TEAM sono notevoli: è un’associazione che riunisce circa 50 organizzazioni in 20 Paesi europei, che può contare su migliaia e migliaia di attivisti, molti dei quali possono vantare vittorie in diversi referendum riguardanti in un modo o nell’altro l’UE. TEAM riunisce gli insoddisfatti di questa Unione, è «una rete che difende la democrazia ». Il suo portavoce svedese Henrik Dahlsson ci spiega proprio cosa non va dell’Unione e soprattutto della recente bozza di Costituzione Europea.
D) Dahlsson, qual è la sua opinione sul processo che ha portato alla bozza della cosiddetta Costituzione Europea?
R) Si pensava che la Convenzione sul Futuro dell’Europa, avviata nel marzo 2003, fosse un modo nuovo di costruire l’Unione Europa. I rappresentanti dei Parlamenti nazionali, dei Governi e delle istituzioni UE dovevano discutere apertamente e la società civile doveva essere coinvolta nel processo.
Il «metodo della Convenzione » era descritto dagli entusiasti come più democratico rispetto ai negoziati segreti in occasione delle Conferenze Intergovenative.
Presto è diventato chiaro per i membri della Convenzione e per le altre persone coinvolte che non si trattava di un processo «dal basso all’alto», ma il contrario. Non si è proceduto alle votazioni come in un normale parlamento.
Persino il Praesidium, costituito da 12 persone, che ha controllato l’intero processo della Convenzione, è stato descritto come un organo che ha lavorato secondo modalità «dall’alto al basso». Gisela Stuart, britannica, che ha rappresentato i Parlamenti nazionali nel Praesidium, ha detto che molte decisioni sono state adottate senza il coinvolgimento dell’intero Praesidum. Chi ha preso allora le decisioni? Il presidente Valéry Giscard d’Estaing da solo?
Si pensava inoltre che la Convenzione, e specialmente il Praesidium, avrebbero coinvolto la «società civile» nel processo. «Società civile» significa principalmente il grande gruppo di organizzazioni non governative che lavorano a Bruxelles e provano ad influenzare l’agenda dei lavori. Io ho rappresentato TEAM in queste sessioni.
Rapidamente molte ONG sono rimaste deluse per la mancanza di interesse del Praesidium a raggiungere un vero dialogo. Alla fine anche i gruppi pro-UE hanno descritto le sessioni ONG come «un alibi democratico » per una Convenzione non democratica.
D) La Costituzione dell’Unione Europea è la risposta giusta ai problemi dell’Unione, specialmente al deficit democratico?
R) No, la Costituzione non rende l’Unione Europea più democratica o più trasparente.
Viene abbandonata la «struttura a pilastri », e ciò rende in pratica quasi tutte le materie sovranazionali.
L’articolo 10.1 stabilisce che il diritto dell’Unione Europea ha sempre prevalenza sul diritto degli Stati membri e sulle Costituzioni nazionali.
Ciò forma la base di un ordinamento federale, in cui gli Stati membri possono essere considerati come «regioni», «province», non Paesi indipendenti che mantengono il controllo sui loro affari.
Nelle aree delle cosiddette «competenze concorrenti» - che comprendono l’ambiente, le politiche sociali e la vasta area «libertà, sicurezza, giustizia», gli Stati membri possono solo legiferare quando l’Unione Europea decide di non farlo.
Ciò significa che il principio fondamentale dell’Unione Europea è rovesciato: i poteri derivano dalla stessa UE, non dagli Stati membri.
Si propone che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea diventi giuridicamente vincolante. Se la Carta diventasse vincolante nell’ambito del diritto dell’Unione Europea, ai giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, privi di responsabilità, verrebbe dato il potere finale di decidere quali sono i nostri diritti, e tutta la legislazione dell’UE e la giurisprudenza della Corte di Giustizia dovrebbero essere prodotte in conformità di una nuova dimensione legale, quella dei diritti umani come definiti nella Carta. Questo darà all’Unione Europea e alla Corte di Giustizia nuovi poteri per intervenire negli affari degli Stati membri e nella vita della gente.
La Carta dell’Unione Europea ha quindi più a che fare con il potere politico che con i diritti umani. E’ uno strumento effettivo per espandere il potere dell’UE. La Costituzione non trasferisce alcun vero potere ai parlamenti nazionali, e ad essi non vengono dati strumenti efficienti per controllare il concentramento di potere in corso a Bruxelles.
D) La Costituzione europea salvaguarda o minaccia le libertà individuali?
R) L’area delle libertà è uno degli aspetti più importanti della Costituzione.
Come ho descritto in precedenza, la Costituzione forma la base per un sistema giuridico federale.
La Costituzione dà anche all’UE il potere giurisdizionale di agire come uno Stato centralizzato. Con il «mandato d’arresto europeo » è possibile arrestare una persona in un qualsiasi Paese UE per un fatto che non è un reato nel suo Paese. E nessuna prova deve essere presentata! I diritti civili sono veramente minacciati dalla bozza di Costituzione e dall’attuale sviluppo dell’UE.
Dopo l’11 settembre ogni tipo di disobbedienza civile può essere classificata come «terrorismo», i vostri beni sequestrati, la vostra posta elettronica e i vostri conti bancari controllati dalle autorità. Allo stesso tempo, l’Unione non rispetta principi democratici elementari come la responsabilità e la trasparenza.
Con l’attuale atteggiamento autoritario dell’UE, ciò costituisce un’evoluzione molto pericolosa.
D) Cosa pensa dell’equilibrio di poteri tra Unione Europea e Stati membri, e tra Stati membri, delineato nella bozza?
R) La bozza trasferisce poteri dai piccoli Stati membri alle istituzioni UE e agli Stati membri con grandi popolazioni. A Francia e Germania sono stati dati poteri ampliati, dato che il potere di voto è parzialmente basato sulla popolazione. Insieme con un altro grande Paese possono bloccare ogni decisione.
Insieme formeranno un «direttorio», per citare Sverker Gustavsson, professore svedese di scienza politica.
Il fallimento del vertice di Bruxelles pone in discussione l’idea di un’Unione guidata dai grandi Stati.
Dimostra che le aspirazioni francotedesche per l’egemonia in Europa non vengono accettate. I piccoli Stati membri dell’Unione devono chiedersi se sono pronti a cedere così tanto potere al direttorio.
E i cittadini dovrebbero domandarsi se sono desiderosi di fare ciò.
D) Lei è a favore di referendum nazionali sulla Costituzione UE?
R) Sì. Adesso è giunto il momento di dare all’enfatico motto della «Europa dei cittadini» qualche contenuto, di chiedere ai cittadini quale tipo di Europa vogliono. Organizzando referendum possiamo veramente coinvolgere i cittadini in una discussione approfondita sulla Costituzione e sul futuro dell’Europa.
Molti aderenti a TEAM sono attivi nella Campagna Europea per il Referendum (www.europeanreferendum.org), che chiede referendum nazionali sulla Costituzione UE in connessione con le elezioni per il Parlamento Europeo del giugno 2004.
D) Un referendum, quello svedese, ha già fatto sensazione.
Cosa possiamo imparare da questo No all’euro?

R) Dal massiccio voto per il no (55,9% No, 42% Sì) si possono trarre tre principali conclusioni, che riguardano lo sviluppo dell’UE e le modalità di svolgimento del dibattito su di esso. Innanzi tutto, gli svedesi hanno capito che l’euro è un progetto politico. Quindi è necessario un dibattito franco sulla Costituzione UE, un confronto aperto e corretto sul suo contenuto e sui suoi possibili effetti. Come è possibile fare questo? Lasciando che la gente decida attraverso referendum nazionali se vuole o no la Costituzione. Poi bisogna limitare i poteri di Bruxelles. Gli svedesi non hanno detto no non solo all’euro, ma anche al crescente potere di Bruxelles. Il concentramento di poteri non può continuare incontestato mentre c’è un crescente risentimento pubblico contro questa evoluzione, altrimenti l’UE si troverà in una crisi di legittimità sempre più profonda.
Infine, bisogna creare un’Europa più flessibile. Il no svedese all’euro crea un nuovo scenario politico in Europa. La Gran Bretagna, la Danimarca e la Svezia rimarranno fuori dall’area euro nel prevedibile futuro, e probabilmente per sempre se la crisi economica dell’area euro peggiorerà. Gli Stati membri dell’UE continueranno a scegliere strade diverse in questo scenario. Qualcuno opterà per la cosiddetta «cooperazione rafforzata» come, per esempio, per la sicurezza e la difesa, mentre altri non parteciperanno affatto. Un’UE con 25 o 30 membri ha bisogno di essere più flessibile e meno centralizzata per poter funzionare.
D) Quali idee per un’Europa diversa e più democratica?
R) TEAM non sostiene una sola alternativa all’attuale evoluzione dell’UE. Vogliamo creare una piattaforma per un ambio dibattito sulle alternative allo «Stato UE» che adesso è in via di formazione.
L’alternativa, o le alternative, possono essere le organizzazioni europee esistenti o i trattati vigenti, una riforma delle attuali istituzioni UE, o la creazione di una nuova struttura per affrontare le questioni europee.
Le idee hanno una cosa in comune: qualsiasi cooperazione europea deve essere basata sul consenso dei popoli d’Europa e dei loro parlamenti nazionali. Potere e responsabilità devono procedere mano nella mano. Questo dibattito è iniziato in modi differenti. TEAM ha appena organizzato una conferenza a Bruxelles, «Idee per un’Europa democratica », dove sono state discusse alternative allo Stato UE. Raccogliamo idee e proposte per le alternative nel nostro sito internet www.teameurope.info.

di Andrea Trunzo

 
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