Inostri politici non ti deludono
mai. Prendono
sempre la decisione peggiore.
Così è stato per la nomina
del Difensore Civico
Comunale, arrivata dopo
tredici anni di gestazione e
mesi di sofferto travaglio in
aula Giulio Cesare.
Inostri politici non ti deludono
mai. Prendono
sempre la decisione peggiore.
Così è stato per la nomina
del Difensore Civico
Comunale, arrivata dopo
tredici anni di gestazione e
mesi di sofferto travaglio in
aula Giulio Cesare.
Difensore Civico è l’avvocato
penalista Ottavio Marotta,
73 anni, già candidato
al Comune, come rilevato
dalle colonne di Ingiustizia
lo scorso numero, con la sinistra.
Vice Difensore Italo
Mannucci, vicino all’opposizione.
Come si sposano
questi due nomi con il requisito
di indipendenza richiesto
dall’articolo 4 I
comma del Regolamento sul
Difensore Civico che è stato
varato dallo stesso Comune?
Probabilmente la norma va
interpretata nel senso di una
indipendenza solo «formale
», perché altrimenti la nomina
risulta inspiegabile.
Se non come cattiva parodia
del consociativismo più becero.
A te il difensore, a me
il vice così, se uno dei due
dovesse sciaguratamente fare
il suo mestiere, l’altro lo
inibisce, sembrano essere le
vere ragioni della scelta.
Naturalmente queste critiche
non sono rivolte ai soggetti
in questione, professionisti
inappuntabili che ci auguriamo
sapranno farsi valere nei
confronti di pressioni esterne
al loro ufficio, ma al modo
di intendere la nomina di
una carica di garanzia del sistema
politico-amministrativo
comunale.
La figura del Difensore Civico,
difatti, si inquadra nel
lungo processo partito all’inizio
degli anni ’90 che sta
portando ad un profondo
cambiamento del rapporto
preesistente tra lo Stato e gli
enti locali, a vantaggio dei
secondi.
L’elezione diretta del Sindaco,
le privatizzazioni delle
aziende municipali, la riforma
del Titolo V della parte
seconda della Costituzione
che ha introdotto il principio
di sussidiarietà, e in particolare
per quanto riguarda Roma,
l’avvio del processo che
porterà la Capitale ad avere
uno status speciale, hanno
creato un soggetto nuovo.
Soggetto che condiziona il
potere nelle mani di pochi,
anzi di pochissimi, facendo
in definitiva del Sindaco e
della Giunta l’architrave di
tutto il sistema di governo
del territorio e dell’amministrazione.
Come conciliare
questi poteri immensi con il
rispetto dei diritti delle opposizioni
ma soprattutto dei
cittadini? La figura del Difensore
Civico, seppure forse
non pensata espressamente
per fronteggiare questa situazione,
è quella che fornisce
le maggiori credenziali
per esercitare un ruolo di
controllore.
Diventa quindi, nella prassi,
una figura politica nel senso
più ampio del termine, fornendo
lo scudo dietro a cui
ripararsi davanti ai possibili
abusi dell’amministrazione.
Quest’ordine di problemi
non sembra essere stato tenuto
in considerazione dai
politici di maggioranza e
opposizione che hanno badato
a spartirsi la poltrona,
fornendo una soluzione superata
dalla storia ad un problema
nuovo. Non resta che
aspettare e vedere.
di Leonardo Pizzuti