Nella nuova proposta
di legge presentata
dal nostro Vice Premier
Gianfranco Fini, e approvata
lo scorso 12 novembre
dal Consiglio dei Ministri,
emerge il dovere di
combattere la droga senza
compromessi.
Nella nuova proposta
di legge presentata
dal nostro Vice Premier
Gianfranco Fini, e approvata
lo scorso 12 novembre
dal Consiglio dei Ministri,
emerge il dovere di
combattere la droga senza
compromessi.
Il disegno di legge, mira a
reintegrare sanzioni più radicali
sia per abusi che per
semplice uso personale di
droghe, nonché l’aumento di
pene e la categorica eliminazione
di ogni fuorviante distinzione
tra droghe leggere
e pesanti. Questo disegno di
legge, tanto riformatore
quanto complesso ed articolato,
prende le mosse da forti
problemi riscontrabili nella
legislazione vigente, indubbiamente
causati dalle modifiche
apportate al testo unico
309 del 1990 dal referendum
del 1993: esempi evidenti infatti
sono i difficili rapporti
tra il servizio pubblico per la
tossicodipendenza e le comunità,
l’incertezza sul piano
delle sanzioni, la mancanza
di organicità tra sanzioni
amministrative e penali
come anche la presenza di
ostacoli concreti al recupero
effettivo. Condivide con il
leader di AN, Gianfranco Fini,
Muccioli, da sempre impegnato
nella comunità di
San Patrignano, il quale afferma
che dalla Conferenza
Nazionale di Palermo varata
nel 1993 il tossicodipendente
è considerato non solo un
malato, cosa umanamente
errata, ma ancor peggio un
malato di serie B
lasciato in strutture
pubbliche con
droghe di mantenimento
alternative
per anni. Allarmanti
poi, sono
varie statistiche effettuate,
dove si
testimonia un forte
aumento di uso di
sostanze cosiddette
leggere tra adolescenti;
un esempio
chiaro ne è
una classe media
(tra i 14 e i 18 anni),
dove più della metà hanno
avuto a che fare con la
droga forse anche incoraggiati,
(e bisogna chiederselo)
da quelle frasi comuni che
la società spesso utilizza
senza un’accurata conoscenza
del problema. E’ proprio
da queste e altre analisi, che
parte la riforma Fini basata
su tre termini fondamentali:
prevenzione, repressione e
recupero. A completo sostegno
del Vice Presidente del
Consiglio, pare si trovino
solamente onorevoli e politici
della maggioranza, dal
ministro
della salute
Sirchia che si è detto assolutamente
favorevole al
ddl attaccando ogni sorta di
distinzioni tra droghe leggere
e pesanti, al sottosegretario
all’interno Mantovano
che critica costantemente
quei cantanti che incitano all’uso
degli spinelli senza
pensare al risultato devastante
che causano, al presidente
della Camera Pier Ferdinando
Casini che ha definito
inaccettabile ogni ipotesi di
legalizzazione. Totalmente
opposte, all’interno del Parlamento,
sono le posizioni
del centrosinistra, dai Verdi a
Rifondazione Comunista
passando per i Radicali. Zanella
e Cento (Verdi) parlano
rispettivamente della riforma
come di «una strategia ideologico-
punitiva», e una proposta
cui, nel caso diventasse
legge, fare fronte facendo
ricorso alla Corte Costituzionale
ed alla Corte di Giustizia
Europea per evidenziarne
l’illegittimità. Anche Cippitelli,
che rappresenta alcune
comunità terapeutiche,
osteggia la legge Fini, facendo
emergere l’impossibilità
di soluzioni uniche che identifichino
un unico comportamento
da punire. Pannella,
uomo leader dei radicali e da
sempre impegnato in manifestazioni
pubbliche per una
definitiva legalizzazione, di
fronte a questo tipo di futuro
non ci sta e definisce il progetto
di legge una «scorciatoia
autoritaria dal momento
in cui in questo paese si fuma
hashish da quarant'anni,
liberamente».
di Andreana Verdelocco