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Lazio: A proposito di condono edilizio
Posted by Gioia on Tuesday, February 08 @ 15:36:34 CET
2003 Download periodico

Il fenomeno dell'abusivismo edilizio a Roma: il nuovo condono edilizio



Un’area grande due volte Firenze. E’ la stima dell'ACER, l’Associazione dei costruttori edili romani, dell'abusivismo nella Capitale. Qualcosa come 80 milioni di metri cubi, relativi a 562.000 vani.
Il fenomeno dell'abusivismo edilizio non riguarda certo soltanto Roma, anche se qui produce un effetto speciale. Per Milano si potrebbe indicare un'area due volte Brescia, per Napoli un’area due volte Bari. E così continuando a fotografare la situazione nelle cento città d'Italia.
A fronte di questi dati, il Parlamento ha approvato un nuovo condono edilizio all'interno dei provvedimenti una tantum della manovra finanziaria 2004, proposta dal Governo Berlusconi. Non piace praticamente a nessuno, ma servirà secondo le intenzioni del premier, a non fare aumentare le tasse. Servirà a «non mettere le mani nelle tasche degli italiani», così come piace definire questa scelta ai membri del governo.
Ma quanto hanno fruttato all'erario tutti i condoni della storia repubblicana?
Un raccolto di 26 miliardi di euro, circa 50 mila miliardi di vecchie lire, dal ‘73 a oggi. E il calcolo, compiuto dall'Agenzia delle Entrate, non tiene conto dell'ultima sanatoria.
La storia dei condoni parte con quello del governo Rumor nel 1973, basato sulla riforma fiscale del repubblicano Bruno Visentini.
Per chiudere con il passato e anche per far cassa, l'esecutivo diede vita a una operazione che riscosse un clamoroso successo. Furono due milioni 700 mila i contribuenti e le imprese che aderirono e il gettito ammontò a 3 mila miliardi di lire dell'epoca. Era un introito eccezionale, se si considera che l'importo complessivo delle entrate fu quell'anno di circa 20 mila miliardi. Il più grande condono, tuttavia, fu quello di Formica, che partì nel 1982 e fu più volte riaperto durando due anni con un gettito globale di 11 mila miliardi di lire. Sempre Formica nel '91, replicò l'operazione che si attestò a 6 mila 500 miliardi. L'ultima sanatoria prima di quella attuale risale al governo Dini: un condono edilizio, che fruttò solo 5 mila miliardi di lire. Secondo verdi, postcomunisti e sindacalisti «a Roma e nel Lazio l’abusivismo edilizio ha prodotto negli anni danni enormi al patrimonio ambientale e alle città: i condoni edilizi non dovrebbero avere più cittadinanza». Il condono è una misura «inefficace e pericolosa», anche secondo il sindaco di Roma, Walter Veltroni e «non può che preoccupare e allarmare chi ogni giorno è impegnato sul territorio contro l'abusivismo e per il rispetto delle regole». Ma la posizione più «inaspettata» giunge dal presidente della Regione Lazio. «Mi preoccupa questo condono edilizio - afferma Francesco Storace - e non ho capito quali buchi deve tappare questa manovra. Abbiamo portato la questione in giunta e unanimemente abbiamo dato mandato all'Avvocatura regionale di preparare il ricorso alla Corte costituzionale».
Storace ha spiegato i motivi del suo no al condono: «è sicuramente un danno per il territorio, però se ci fosse un ristoro economico, lo si potrebbe anche spiegare alla gente: puoi costruire case, strade, infrastrutture, etc.
Con questa finanziaria, invece - ha spiegato il governatore del Lazio - non vediamo alcun ritorno; diventa perciò difficilmente spiegabile al cittadino cosa comporti questa misura». Berlusconi e Tremonti non possono ancora avere la certezza che il loro condono edilizio abbia successo, ma un «miracolo» già lo hanno compiuto: il ricorso di Storace avrà l'appoggio anche della sinistra.

DI Gianluca Gioia

 
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