Manca oramai poco al termine per l'attuazione della Decisione Quadro sul Mandato d'Arresto Europeo
La lunga saga del
mandato d’arresto
europeo sta per arrivare
a conclusione nel modo
peggiore, visto che il
termine del 31/12/2003 per
l’attuazione della relativa
decisione quadro è ormai
vicino. In realtà molti Paesi
non hanno adempiuto,
ma questo poco conta:
l’obbligo di attuazione rimane.
In Italia, come in altri Paesi,
è palesemente incostituzionale
(ma bisognerebbe
dire anti-costituzionale),
ma in Italia, come in altri
Paesi, i Governi hanno ripetuto
il tragicomico copione
di sempre: all’Unione
Europea si dice sempre
sì, senza neanche riflettere.
Il problema va oltre la singola
vicenda. In altre parole
è il modo in cui si affrontano
le grandi decisioni
fondamentali, come
quelle che riguardano le libertà
e i diritti civili: si affrontano
male, senza riflettere,
senza valutare pro e
contro, senza tenere presente
prima di tutto l’interesse
nazionale, anzi senza
tenerlo presente per niente.
Lo spunto di questo articolo
viene da due dichiarazioni.
La prima è del 24/10/2003
ed è di Marcello Pera, Presidente
del Senato, così come
riportata dalla stampa
(per esempio il Corriere
della Sera): «Siamo davvero
sicuri di aver meditato
accuratamente sul mandato
di cattura europeo, su quello
strumento che, in una
maniera a mio giudizio abbastanza
veloce e poco approfondita,
l’Europa ha
approvato?».
Pera si pone questa domanda
retorica il
24/10/2003. La data della
decisione quadro sul mandato
è 07/06/2002. Non
spettava a Pera dire sì a no
alla decisione, ma Pera
non è un tizio qualsiasi: ricopre
la seconda carica
dello Stato. «Forse» qualche
compito, qualche dovere,
qualche responsabilità
quando ci sono in gioco
i diritti e le libertà dei
cittadini l’ha, per cui un
suo «pensiero» (così lo ha
definito lui stesso) sarebbe
stato più che mai doveroso
due anni fa, e non alle soglie
del 2004.
Questo comportamento riflette
quello di molte altre
persone, viene da dire di
tutto il Governo e del Parlamento.
Non a caso la seconda dichiarazione
è di Gianfranco
Fini, Vice-Presidente
del Consiglio: «Ci sono
ancora alcuni aspetti da
valutare, ma l’introduzione
del mandato di cattura
europeo è un impegno che
l’Italia ha assunto con il
trattato di Maastricht e che
Berlusconi ha ribadito».
Innanzi tutto gli aspetti di
una questione si valutano,
come è logico, prima e
non dopo l’adozione di
una decisione in merito.
Poi Fini dovrebbe sapere
che in nessun articolo del
Trattato di Maastricht, né
quelli successivi (Amsterdam
e Nizza) si prevede
un obbligo di istituzione
del mandato d’arresto europeo.
E’ Fini è stato il delegato
del Governo alla
Convenzione Europea…
Tra poco tempo si dovrebbe
discutere il disegno di
legge per l’attuazione della
Decisione Quadro e sapremo
quale soluzione
vorrà dare il Governo all’intricata
questione dell’incostituzionalità.
Nel frattempo c’è da
aspettarsi una lunga sequenza
di riflessioni. Fatte
con due anni di ritardo...
di ANDREA TRUNZO