La legge sulla tutela
degli animali sembra
proprio non trovare
la giusta strada visto
che, dopo l’approvazione
del testo a luglio, si è tornati
nuovamente in Parlamento
per delle modifiche.
La legge sulla tutela
degli animali sembra
proprio non trovare
la giusta strada visto
che, dopo l’approvazione
del testo a luglio, si è tornati
nuovamente in Parlamento
per delle modifiche.
Purtroppo gli emendamenti
approvati in sede referente
dai deputati della
commissione giustizia segnalano
ancora una certa
tolleranza nei confronti di
chi maltratta gli animali.
Nonostante il disegno di
legge rappresenti quindi
comunque un importante
cambiamento per la considerazione
giuridica degli
animali, ancora c’è molta
strada da fare. Tra i peggioramenti
prodotti, gli
emendamenti dei deputati
Lussana, Guido Rossi, Vascon
(Lega Nord), con i
quali si limita il raggio
d’azione della normativa
rispetto al vecchio testo
approvato a luglio, escludendo
dalla sanzione chi
detiene animali «in condizioni
incompatibili con la
loro natura» o chi li sottopone
a spettacoli o manifestazioni
«insostenibili
per le caratteristiche etologiche
degli stessi», prevedendola
solo nei casi in
cui comportino sevizie o
strazio per gli animali.
Inoltre è prevista la possibilità
per le Regioni di poter
autorizzare «manifestazioni
storiche e culturali»
con uso di animali, alle
quali non si applicheranno
gran parte delle previsioni
della legge.
Tra le paure di associazioni
come la Lav vi è poi
quella di un ulteriore allungamento
dei tempi per
l’approvazione definitiva
del progetto di legge: «Il
rischio infatti è che man
mano il provvedimento
venga spolpato come un
corpo dagli avvoltoi e poi
venga sepolto - dichiara
Gianluca Felicetti, responsabile
Rapporti Istituzionali
della LAV – il passaggio
dall’Aula, con la Finanziaria
incombente ed
un intasamento legislativo,
condannerebbe gli animali
a non veder approvata
questa riforma di civiltà
nemmeno in questa legislatura
».
Da citare positivamente
invece l’emendamento dei
Verdi che, come si legge
sul comunicato della Lav:
«riformula il titolo del
nuovo campo del Codice
escludendo opportunamente
il termine ‘sentimento
per gli animali’ inserito su
proposta di AN al Senato e
che, pericolosamente, riclassificava
il maltrattamento
degli animali non
come reato contro esseri
viventi in quanto tali ma
solo in relazione all’essere
umano sensibile».
di Simona Foschi