Aumenta il contributo unificato e si scatena l'avvocatura, in particolare l'Organismo Unitario dell'Avvocatura guidato da Michelina Grillo
La riduzione delle
spese di gestione e
l’abbreviamento dei
procedimenti: si può dire
che questo rappresenti almeno
il 70% delle speranze
dei professionisti della
giustizia, ma c’è da ammettere
che nessuno «del
ramo» sia riuscito in alcun
modo ad ottenere qualche
risultato. Ci hanno provato
professionisti influenti, associazioni
di categoria e
organismi di rappresentanza
dell’avvocatura, ma non
c’è stato niente da fare.
I professionisti delle tasse,
dei balzelli, dei «contributi
», invece, qualche risultato
lo hanno ottenuto: il paventato
aumento del contributo
unificato e l’eliminazione
dell’esenzione per
le cause di valore inferiore
ai 1100 euro sono oramai
realtà.
Giù le tasse? Su i contributi
unificati!
Per le cause di valore fino
a 1100 euro si passa da 0 a
30 euro. Per quelle da
1100 a 2500 euro l’aumento
è da 62 a 70 euro. Un
altro esempio? Per le cause
da 26.000 a 52.000 euro il
contributo sale da 310 a
340. Insomma, i costi di
gestione diventano sempre
più alti, ma il servizio corrispondente
si abbassa di
qualità, visti i recenti richiami
provenienti dal
Consiglio d’Europa sul
peggioramento della durata
dei procedimenti in Italia.
Peraltro, oltre al danno è
stata prevista una beffa
bella grossa: le nuove risorse
derivanti dagli aumenti
non verranno riutilizzate
nell’ambito del sistema
giustizia, come ipotizzato
in un primo momento,
ma confluiranno
nelle spese, se non negli
sprechi, generali dello
Stato.
A farne una battaglia con
pochi precedenti nell’avvocatura
è stata Michelina
Grillo, presidente dell’OUA:
«Con una specifica
informativa abbiamo invitato
tutti gli avvocati a
pagare l’iscrizione a ruolo
delle cause civili con le
vecchie tariffe. Le conseguenze
di questo atto di disobbedienza
civile, oltretutto
legale, ricadranno sugli
uffici di cancelleria e
non sui cittadini, non ritardando
ulteriormente i già
biblici tempi dei processi,
ma incidendo unicamente
sull’organizzazione degli
uffici giudiziari.
La finalità è infatti di costringere
le singole cancellerie,
cui i procedimenti
verranno assegnati, a subire
l’aggravio di dovere rilevare
le differenze, prima,
e di inviare le raccomandate
con l’invito ad adempiere,
poi, tale ultima attività
avendo anche la conseguenza
del maggior costo
postale.
Non possiamo accettare
che nella legge Finanziaria
2005 sulla giustizia si facciano
mere operazioni di
cassa: l’aumento del contributo
unificato e l’estensione
dello stesso per i
procedimenti prima esenti,
sono la dimostrazione di
un vecchio modo di fare
politica.
Gli avvocati con questa
protesta iniziano un ciclo
di iniziative per mettere all’attenzione
dell’opinione
pubblica la questione giustizia,
abbiamo richiesto
un’audizione al Ministero
della Giustizia e dell’Economa,
e alle forze parlamentari.
Abbiamo fatto
un’istanza formale di accertamento
dell’entità reale
del gettito fiscale proveniente
dal Contributo unificato
e della sua effettiva
destinazione alle spese di
giustizia».