Approvato il regolamento sulle funzioni del Commissario. Il parere di Transparency International Italia sul nuovo organismo per la trasparenza nella Pubblica Amministrazione.
Il Consiglio dei Ministri
ha approvato il regolamento
che disciplina le
attribuzioni ed i compiti
dell’Alto Commissario per
la prevenzione ed il contrasto
della corruzione e delle
altre forme di illecito all’interno
della Pubblica Amministrazione.
Con l’approvazione del regolamento,
il Presidente
della Repubblica ha nominato
quale primo Alto Commissario
il Dottor Gianfranco
Tatozzi, magistrato di
Cassazione e Capo Dipartimento
degli Affari di Giustizia
del Ministero. Il Dottor
Tatozzi rimarrà in carica 5
anni e sarà alla diretta dipendenza
funzionale del
Presidente del Consiglio.
L’istituzione del nuovo organismo
anti-corruzione si
rivela una soluzione importante
sotto un duplice profilo:
da un lato, potrebbe
rafforzare il patto di fiducia
esistente tra le istituzioni
pubbliche e la comunità dei
cittadini; dall’altro, potrebbe
prevenire e contrastare efficacemente
i reati contro la
pubblica amministrazione.
L’ufficio dell’Alto Commissario
potrebbe permettere di
ridurre il costo della sfiducia
e migliorare la percezione
nei confronti delle pubbliche
istituzioni garantendo
serietà di controlli; inoltre,
attraverso la prevenzione e
il contrasto della corruzione
e delle altre forme di illecito,
promuoverebbe la corretta
gestione della res publica,
a livello centrale e territoriale.
Peraltro, proprio dagli Enti
territoriali era emersa qualche
perplessità, nel timore
che un organismo centrale
con poteri di indagine e
controllo potesse limitare la
libertà e l’indipendenza gestionale
locale. Timore eccessivo,
considerando i benefici
che come garante e
advisor potrebbe procurare
il nuovo ufficio.
Secondo il regolamento,
l’Alto Commissario dispone
di poteri di indagine, anche
di natura conoscitiva, in merito
all’esistenza, alle cause
e alle concause di fenomeni
di corruzione e di illecito o
di pericoli di condizionamento
da parte di organizzazioni
criminali all’interno
della pubblica amministrazione.
Le investigazioni
possono essere avviate per
iniziativa propria, in caso di
denuncia non anonima o su
richiesta motivata delle amministrazioni.
L’Alto Commissario ha il
potere di elaborare analisi e
studi sull’adeguatezza e
congruità del quadro normativo
nazionale ed internazionale,
nonché delle eventuali
misure poste in essere dalle
amministrazioni per prevenire
e per fronteggiare l’evolversi
dei fenomeni concussivi
e corruttivi.
Infine, dispone di poteri di
monitoraggio in merito a
procedure contrattuali e di
spesa, e a comportamenti, e
conseguenti atti, da cui possa
derivare un danno erariale.
L’articolo 1, comma 4 della
Legge 3/2003, prevede che
l’Alto Commissario, in base
al principio di trasparenza,
abbia libero accesso alla documentazione
amministrativa
e alle banche dati delle
pubbliche amministrazioni e
prevede obblighi di relazione
semestrale alla Presidenza
del Consiglio, nonché di
rapporto alle autorità giudiziarie
e alla Corte dei Conti
nei casi previsti dalle legge.
L’Alto Commissario può
anche effettuare accertamenti
diretti non solo nei
confronti di soggetti appartenenti
alle pubbliche amministrazioni,
ma anche di
privati che siano interessati
alle procedure contabili in
corso di esame. Altresì, può
delegare specifici accertamenti
a singoli funzionari
della pubbliche amministrazioni
interessate.
In caso di individuazione di
un responsabile dell'attività
oggetto di accertamento,
questi dovrà essere avvisato
e potrà chiedere di essere
ascoltato. II Commissario
ha obbligo di denuncia all’Autorità
giudiziaria dei
fatti di reato (alla Corte dei
Conti se è ravvisabile danno
erariale).
Oltre ai poteri investigativi,
di sorveglianza, studio delle
best practice, il Commissario
dovrebbe poter disporre
di specifici poteri – attualmente
non previsti dal regolamento
– di formazione e
aggiornamento etico di pubblici
funzionari ed amministratori.
di Anna Marra
Avvocato, Project Officer di TI-Italia