Veltroni stipendia la terrorista Baraldini
Silvia Baraldini. Questo
nome suscita ricordi
controversi e
contrastanti. Per il cittadino
comune risulta il nome
di una terrorista degli anni
passati, arrestata e detenuta
in America per un certo
tempo, ora tornata in Italia
grazie all'intervento del
governo D'Alema, che ha
fatto una sorta di cambio
tra la vergogna del Cermis
e le sue manette. Per i militanti
di estrema sinistra,
invece, si tratta del nome
di una compagna finita in
carcere per errore, una vittima
del governo fascista
yankee, che l'ha accusata
di aver commesso reati
immaginari, salvata grazie
all'intervento di Rifondazione
comunista che ha
condotto una lunga battaglia
per farla tornare dall'esilio
forzato.
Tra le due versioni, di ufficiale
c'è che la dottoressa
Silvia Baraldini è stata
condannata da un regolare
tribunale, che deve scontare
una pena detentiva di
quaranta anni e che «grazie
» all'incidente del Cermis,
dove morirono decine
di turisti italiani a bordo
di una ovovia il cui cavo
è stato tranciato da un
aereo americano, è riuscita
a far ritorno in Italia per
uno «scambio» diplomatico
tra il governo italiano
di D'Alema e quello statunitense
di Clinton. Ma che
sorte ha avuto la compagna
Baraldini una volta
messo piede nello stivale
italiota (dove venne accolta
dall'allora ministro Diliberto
in persona)? Silvia
Baraldini ha ottenuto dal
Comune di Roma un incarico
di collaborazione
esterna di nove mesi per
12.000 euro. Il suo compito
è quello di collaborare
con l'Osservatorio comunale
sull'occupazione e le
condizioni del lavoro a
Roma, in particolare svolgendo
ricerche «relative
all'analisi delle caratteristiche
del lavoro femminile
» per le
quali la
Baraldini
presenterebbe
«i
requisiti
necessari
di professionalità
e di
comprovata
esperienza
nei
compiti indicati». L'Osservatorio
fa capo all'assessorato
alle politiche del
Lavoro condotto da un
esponente di Rifondazione
comunista, Luigi Nieri e il
nome della dottoressa Baraldini
è compreso nel Comitato
tecnico scientifico.
Per conferire questo incarico
di collaborazione
esterna non è stata approvata
alcuna delibera di
Giunta comunale (come
di solito avviene) e solo
ricercando fra le Determinazioni
dirigenziali si può
trovare la numero 1042,
del 27 dicembre 2002,
che conferma come non si
tratti di una sua oscura
omonima.
Nel disciplinare d'incarico,
inoltre, è prevista anche
la partecipazione a
riunioni, convegni e conferenze:
ma come sia possibile
tale attività con il
regime di detenzione è un
mistero, senza dimenticare
che gli Stati Uniti hanno
posto condizioni molto
rigide sul regime di detenzione
da osservare per
permettere il trasferimento
in Italia.
L'Osservatorio Comunale
sull'Occupazione e le
Condizioni del Lavoro a
Roma - spiega l'assessore
capitolino Nieri, nel sito
internet del Comune di
Roma - nasce come strumento
con cui il Comune
di Roma si propone di intervenire
nella conoscenza
del Mercato del Lavoro
della nostra città,
allo scopo di garantire il
rispetto dei diritti dei lavoratori,
di promuovere la
«buona occupazione»
contrastando il fenomeno
del precariato e del lavoro
nero, diffondendo la cultura
della legalità. Ma non
fa riferimento al fatto che
la sinistra italiana ha fatto
di tutto per alleviare le
sofferenze della detenzione
di una «prigioniera politica
».
Secondo il diretto interessato,
Luigi Nieri, la polemica
sollevata da un
esponente dell'opposizione
in Consiglio comunale,
«è una polemica inutile e
strumentale«. «Non entro
nel merito della vicenda
processuale che la riguarda
- afferma Nieri - né entro
nel merito degli accordi
bilaterali fra Italia e
Usa. Mi interessa solo
sottolineare che Silvia
Baraldini lavora con noi
per occuparsi di un progetto
di ricerca sulla occupazione
femminile».
«Ci sembra - dice ancora
Nieri - che a nessuno, ribadisco,
a nessuno, vada
esclusa una possibilità di
reintegrarsi dal punto di
vista socio-lavorativo. A
maggior ragione per chi
ha, come la Baraldini,
vissuto tanti anni di dura
detenzione lontana dai
suoi cari con il diritto alla
salute fortemente compromesso.
Insomma, misteri
non ce ne sono secondo
l'assessore. Però forse
Nieri dimentica che il Comune
di Roma ha stipendiato
anche il capo dei no
global romani, quel leader
dei centri sociali che più
volte è stato arrestato per
aver capeggiato i cortei
«pacifisti» dei centri sociali,
quelli con i caschi,
gli scudi e i giubbotti salvagente,
e accusato in vari
processi per distruzione
del patrimonio dello Stato.
Ma con la Baraldini la
giunta di centrosinistra ha
fatto un salto in avanti.
Non c'è che dire. «E'
scandaloso - afferma il
consigliere di An, Marco
Marsilio - che mentre la
piaga del terrorismo continua
a mietere vittime, in
particolare colpendo uomini
come Marco Biagi
impegnati proprio a riformare
il mercato del lavoro,
su questo stesso tema
il sindaco Veltroni senta
il bisogno di pagare la
consulenza di un personaggio
che definire inquietante
è poco. Mi
chiedo se questo trattamento
di lusso per una
detenuta evidentemente
più uguale degli altri detenuti,
sia rispettoso degli
impegni assunti all'epoca
dal governo italiano con
quello statunitense».
Rispettoso o no, la sinistra
continua ad applicare
questo modello e non è
un caso che la maggioranza
degli esponenti politici
dell'attuale sinistra
Abbia mal digerito il film
di Marco Belloccio
«Buongiorno, notte». Un
film che meritava il premio
di miglior film del
festival di Venezia, ma
che avendo trattato delle
Brigate rosse, non merita
neanche di essere considerato.
di Gianluca Gioia