Intervista a Francesco Rotunno, Vice Presidente Nazionale
dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati
In vista del Congresso
Forense di Palermo avviamo
la discussione
sui temi della giustizia con
l’Associazione dei Giovani
Avvocati Italiani, nella persona
del suo vice presidente
Francesco Rotunno.
D) Mancano poco più di
due settimane al Congresso
di Palermo. Quali sono gli
impegni dell'avvocatura?
R) Numerosi e importanti.
Le riforme più urgenti e rilevanti
riguardano sia il
pianeta giustizia, sia la
professione. Sul primo
fronte è necessario intervenire
quanto prima sul processo
civile e sul processo
penale, su una ristrutturazione
organica della magistratura
onoraria. Sul secondo
fronte appare agli
occhi di tutti ormai la improcrastinabilità
della riforma
dell'ordinamento professionale.
A luglio scorso,
proseguendo un lavoro avviato
nel 2001, abbiamo
presentato un nostro pacchetto
di proposte concrete
sulla riforma della giustizia
(si può consultare il sito
www.aiga.it). Ci aspettiamo
che il dibattito che si articolerà
nel Congresso si fondi
su proposte concrete e quelle
del nostro pacchetto potrebbero
costituire un contributo
costruttivo.
D) La situazione della giustizia
in Italia è molto critica?
R) «Critica» è per molti versi
un eufemismo. In molti
casi è disastrosa. Ma ciò che
interessa in questo momento
è sottolineare il fatto che
l'Avvocatura, pur avendo
preso coscienza del suo fondamentale
ruolo di soggetto
politico, non riesca a concretizzare
delle proposte su
cui ci sia convergenza delle
varie componenti forensi. È
questa la grande responsabilità
che l'Avvocatura deve
assumersi, e al più presto.
D) Per esempio?
R) La legge professionale,
ad esempio. Non ci sono più
giustificazioni: occorre che
in tempi brevissimi l'Avvocatura
partorisca un progetto
unitario. Una legge equilibrata,
moderna, che assicuri
la qualità e la competenza
del professionista nell'interesse
del cittadino.
D) A parte l'ordinamento
professionale, i temi più urgenti?
R) Un intervento equilibrato
per la riforma dell'ordinamento
giudiziario: occorre
garantire l’autonomia e l'indipendenza
del magistrato,
ma al tempo stesso assicurare
criteri di efficienza e parametri
di responsabilità di
quest'ultimo. E' uno dei temi
su cui ci siamo particolarmente
soffermati nel nostro
pacchetto giustizia. L'avvocatura
non ha difficoltà a
confermare la sua grande fiducia
nella magistratura, ma
questo non ci esime dall'introdurre
nell'ordinamento
giudiziario meccanismi che
eliminino una generalizzata
«irresponsabilità» del magistrato,
che impediscano
inaccettabili autorizzazioni
per incarichi extragiudiziari,
che consentano di intervenire
sull'inefficienza degli uffici
ostaggio delle pressioni
esercitate dalle correnti della
magistratura associata in
seno ai Consigli giudiziari.
D) E la magistratura onoraria?
R) Problema serissimo al
quale l'AIGA ha dedicato e
dedica una speciale attenzione:
a Luglio abbiamo istituito
l'Osservatorio Permanente
sulla Magistratura
Onoraria, un tavolo al quale
siamo riusciti a far sedere
tutti (rappresentanti dell'Avvocatura
istituzionale e associata,
della Magistratura togata
e onoraria, con un particolare
interesse all'iniziativa
da parte del ministero
competente). Una buona fetta
del contenzioso è ormai
amministrato da giudici onorari
(ben undicimila). Non si
può più navigare a vista con
soluzioni tampone. Occorre
ripartire dai lavori della
Commissione Acone e giungere
rapidamente ad un progetto
definitivo e complessivo,
tesaurizzando i risultati
della 1^ Conferenza Nazionale
sulla Magistratura Onoraria
organizzata a Napoli da
AIGA e ANM a maggio
scorso.
D) Quali sono le nuove
frontiere dell'Avvocatura?
R) L'avvocatura non è solo
un ceto professionale; essa
costituisce un fattore fondamentale
per la crescita culturale
e civile di una società.
L'avvocatura deve riappropriarsi
di questa funzione,
sia quando la professione si
svolge nell'interesse del singolo
assistito, sia quando la
classe forense si muove come
soggetto politico. Le faccio
un esempio. La condizione
del detenuto nelle
carceri italiane spesso è in
aperto contrasto con il dettato
costituzionale. Non
basta che l'Avvocato tuteli
il proprio assistito; è necessario
che l'Avvocatura
tutta invochi l'introduzione
di un'Autorità Garante
dei diritti delle persone
private della libertà personale.
Questa è una nostra
proposta, condivisa da
molte forze politiche, sulla
quale vorremmo che il
Congresso si esprimesse
con una mozione compatta
e decisa.
D) Quindi parteciperete al
Congresso di Palermo?
R) L'AIGA è sempre stata
ed è tuttora convinta che
l'avvocatura debba avere
una rappresentanza unitaria.
Il Congresso di Palermo
è il Congresso dell'Avvocatura,
visto che a convocarlo
è il Presidente del
CNF. Siamo ben intenzionati
ad andare a Palermo e
ad offrire il nostro contributo
di idee e di proposte
per le riforme della Giustizia.
Questa è la ragione
per cui l'AIGA ha apprezzato
l'invito del presidente
CNF Remo Danovi di partecipare
ai lavori dell'assemblea.
Ciò che contestiamo è l'attuale
modello di rappresentanza
unitaria, cioè
l'OUA, incapace di assolvere
ai suoi compiti ed
inidoneo a rappresentare
adeguatamente le varie
componenti dell'Avvocatura.
Ma questa è altra
questione.
Una rappresentanza unitaria
costituisce a nostro
avviso il salto di qualità
nell'azione politica dell'Avvocatura
e va perseguito,
sia pure attraverso
forme e modelli diversi rispetto
a quelli dell'attuale
OUA.
di Stefano Rosa
Avvocato del Foro di Avellino