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Editoriali: Due genitori a tempo pieno
Posted by Reboa on Friday, March 18 @ 17:55:50 CET
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La nuova legislatura si è aperta con una proposta di legge, primo firmatario l’on. Avv. Vittorio Tarditi, sulla quale si è aperto un grande dibattito giuridico e sociale in quanto, se approvata, rivoluzionerà il regime di affidamento degli ormai tanti figli di genitori separati, incidendo anche sulle finanze di padri e madri.



La nuova legislatura si è aperta con una proposta di legge, primo firmatario l’on. Avv. Vittorio Tarditi, sulla quale si è aperto un grande dibattito giuridico e sociale in quanto, se approvata, rivoluzionerà il regime di affidamento degli ormai tanti figli di genitori separati, incidendo anche sulle finanze di padri e madri.
E’ un progetto di legge che va nella direzione opposta a quello che è l’attuale orientamento della Magistratura e, pertanto, anche per tale motivo destinata ad essere oggetto di molte polemiche.
Ma è anche un progetto di legge che si richiama all’esperienza di molti paesi europei eterogenei per tradizioni culturali e religiose, atteso che si sta parlando di Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Regno Unito, Svezia, Grecia e Russia.
Il che significa che l’Italia si trova «circondata» da paesi di area euro che adottano un regime di affidamento dei figli separati congiunto ad entrambi i genitori (l’unica euroecce- zione confinante con l’Italia è l’Austria).
Quindi non solo non si tratta di un progetto redatto per contrastare le decisioni della Magistratura, ma non è nemmeno una iniziativa contro le donne, come sembrano averla interpretata alcune parlamentari anche della attuale maggioranza, atteso che la maggior parte dei paesi europei sopramenzionati è all’avanguardia in tema di emancipazione femminile.
E’ semplicemente un progetto in favore dei figli e, sembrerà strano stante la materia che tratta, in favore della famiglia, dato che, tendendo ad eliminare la valenza economica del quasi certo affidamento del figlio da parte della madre, limiterà il contenzioso strumentale sia di alcune madri che di quei padri che, dopo la separazione, scoprono la loro vocazione di affidatari al soli fini patrimoniali.
E’ noto anche a chi è estraneo al mondo del diritto che i figli sono i veri grandi dimenticati nelle cause di separazione: il loro destino viene generalmente deciso nel corso di un’udienza presidenziale di comparizione dei genitori da un giudice che talvolta ha molta esperienza, ma quasi sempre pochi minuti da dedicare al loro caso e sostanzialmente nulla sa di loro quando pronuncia dei provvedimenti che beffardamente vengono chiamati provvisori, ma che nella loro sostanza essi subiranno sino alla maggiore età.
Il risultato di quel giorno, per questi ragazzi, è peggio di quello che si legge su un bollettino di guerra: la maggior parte dei padri scompare, relegata a dispensatore più o meno riottoso di un assegno, un’altra piccola parte continua a litigare con la madre per poter esercitare il proprio diritto / dovere naturale, mentre qualcuno si salva e continua ad avere due genitori.
Ad aggravare la situazione il sistema codicistico giurisprudenziale fa sì che i Magistrati assegnino rigidi orari di frequentazione con il genitore non affidatario, che si trasformano psicologicamente per quest’ultimo nella visita al «carcerato» e per il figlio in un’onere spesso privo di ogni e qualsiasi piacere, perché lo sottrae alla sua vita abituale per una giornata con una persona che diviene ogni giorno di più un estraneo o, più semplicemente, un frustrato che coglie l’occasione per sfogarsi con il minore.
Formalmente beneficiari di assegni spesso ingenti, molti minori vedono il denaro che dovrebbe essere ad essi destinato utilizzato per ben altri scopi, non sempre solo domestici, con un incremento delle polemiche, mentre la tutela delle loro esigenze reali, spesso piccole, quale può esserlo la necessità di non recarsi da solo in un luogo, è lasciata a nonni, baby sitters e televisione.
La nuova proposta di legge rende l’attuale affidamento monogenitoriale un’eccezione rara e punitiva di quel genitore incapace di rimanere tale dopo una separazione, mentre l’affidamento congiunto (o, meglio, condiviso, come si legge nella relazione al progetto di legge) diviene la regola.
Così come la regola diviene che i genitori continuino ad essere entrambi tali non solo di nome, ma anche di fatto, dividendosi oneri pratici ed aree di spesa, eventualmente con l’assistenza dei centri di assistenza familiare che entrano nel codice a sancire che il destino di un essere umano in via di formazione non può essere determinato nel corso dei pochi fuggevoli minuti di un’udienza presidenziale.
Niente più fughe all’estero per genitori e figli, perché, se la proposta Tarditi diverrà legge, verrà anche ridotta l’autonomia nella scelta della loro abitazione da parte dei separati o divorziati con prole minore, nel senso che entrambi i genitori dovranno avere delle case «facilmente raggiungibili » dai figli.
Anche la ex casa coniugale cesserà di essere il «bene aggiunto» del genitore affidatario, dato che il suo valore inciderà ex lege nella determinazione degli oneri che dovranno essere posti ad entrambe le parti per il mantenimento dei figli.
A riprova che, comunque, la attuale maggioranza parlamentare ritiene superato l’attuale impianto legislativo vi è la circostanza che il Parlamento ha all’esame anche un’altra proposta di legge, primo firmatario l’on. Alessandra Mussolini: tale progetto, malgrado continui ad ispirarsi al sistema di affidamento monogenitoriale, apre comunque maggiori spazi all’altro genitore, sia sotto il profilo del rapporto con i figli che sotto quello della possibilità di convertire parte dell’assegno in atti di mantenimento diretto.
Tale proposta trova origine nella necessità di chi per prima l’ha sottoscritta di rappresentare al Parlamento alcune preoccupazioni femminili al progetto Tarditi, ma ha il difetto di essere una mini-riforma e non già un provvedimento che, cancellando la vecchia realtà giuridica, impedisce all’interprete di aggirarlo.
Mentre i figli hanno bisogno di un qualcosa di europeisticamente nuovo e biblicamente vecchio: due genitori a tempo pieno.

di Romolo Reboa
Avvocato del Foro di Roma

 
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