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Giustizia: La Giustizia alla gogna!
Posted by Stilo on Wednesday, March 30 @ 16:34:38 CEST
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… e se la Giustizia non si vergogna? Gli indicatori di efficienza della Giustizia



Il Ministro della Giustizia Castelli sin dai suoi primi interventi pubblici ha chiarito che uno degli obiettivi primari del Governo è il miglioramento della Giustizia italiana. In questo quadro d’intenzioni s’inserisce il tassello rappresentato dalla Commissione paritetica CSM-Ministero della Giustizia e dalle conclusioni che la stessa ha raggiunto in tema di indicatori atti ad orientare la Giustizia italiana verso una maggiore efficienza.
Tali “indici” dovrebbero rappresentare la monitorizzazione costante del quadro della Giustizia italiana; un esame, quello della verifica della situazione degli uffici e della gestione del relativo carico di lavoro, da non svolgere, quindi, solo alle ricorrenze di rito.
Gli indicatori sono raggruppati in quattro macro- categorie. La prima è il ‘Carico giudiziario’: un insieme di dati da cui estrapolare informazioni idonee ad evidenziare la capacità dell’Ufficio Giudiziario a ricevere e gestire la richiesta di giustizia proveniente dai cittadini e la reattività dello stesso al fine di non creare eccessivi e dannosi ammassi ristagnanti di procedimenti.
La seconda è la ‘Tempestività del giudizio’: i dati rientranti in questa categoria sono quelli riferiti alla dimensione “tempo” misurata, analizzata e valutata in riferimento sia al procedimento, considerato nel suo complesso, che alle singole fasi dello stesso.
La terza è la ‘Persistenza del giudizio’: un interessante parametro, da approfondire nel contenuto, con cui si scandaglia la “capacità di emettere decisioni non impugnate”.
Infine ‘l’Efficienza’: è l’indice complessivo attraverso cui verificare l’ottenimento dei risultati prefissati nei precedenti punti attraverso un uso ottimizzato delle risorse economiche, umane e materiali a disposizione dell’ufficio interessato.
L’idea è quella di inserire dei concetti propri dell’attività d’impresa nell’ambito della struttura “Giustizia” e misurabili con l’unità di misura “qualità del servizio reso ai cittadini”. Le aree interessate saranno quelle concernenti il primo grado del settore civile e a quello penale, dunque il 70% circa degli Uffici Giudiziari.
Tuttavia, se appaiono chiare le ragioni sostanziali di un meccanismo così complesso, non appaiono in concreto palesi i meccanismi atti a realizzare l’efficienza della Giustizia. Le informazioni raccolte - fruibili dal Ministero, dal CSM e progressivamente dai livelli periferici fino al singolo magistrato - rappresenteranno una “gogna virtuale” in cui i diversi uffici e/o i singoli magistrati potranno ricercare la posizione rivestita in classifica al fine di misurare il proprio grado “d’infamante inefficienza”.
La critica alla pregevole iniziativa non è strutturale, poiché l’idea di conoscere con estrema facilità e rapidità la situazione dettagliata in cui i singoli Uffici Giudiziari versano è un ottimo modo per correggere errori con provvedimenti puntuali.
Il problema potrebbe nascere, invece, nel momento in cui si pensasse che queste statistiche possano essere da sole sufficienti, con la semplice stigmatizzazione interna di ciò che non funziona, a spronare ed incentivare l’ufficio giudiziario ad un autonomo miglioramento della propria condizione.
E’ necessario concepire modalità operative idonee a fornire alle strutture interessate il “knowhow” e i mezzi necessari per superare il problema rilevato dagli indicatori, arrivando ad ipotizzare delle conseguenze, in ampio senso, penalizzanti e sanzionatorie verso chi - una volta indicato il problema e messo nelle condizioni di risolverlo - si ostini nell’immotivata inefficienza.
La messa alla gogna degli Uffici Giudiziari rappresenta un punto di non ritorno per tutte le Istituzioni del nostro Stato, perché nel momento in cui appariranno nel “display del cruscotto informatico” le informazioni e le notizie riguardanti le predette inefficienti disfunzioni sarà dovere del potere legislativo, esecutivo e dell’ordine giudiziario procedere con gli opportuni accertamenti e le relative, necessarie, conseguenze. Se ciò non sarà fatto e i risultati delle verifiche rimarranno senza alcuna conseguenza, se non quella definibile goliardica e propagandistica, le responsabilità omissive dei vertici politici e giudiziari saranno ancora più gravi perché ampiamente coscienti.

di Leo Stilo

 
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