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Internazionale: E si lamentano dell’Italia...
Posted by Trunzo on Wednesday, March 30 @ 17:18:43 CEST
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In Europa è ampiamente diffuso il controllo politico sui magistrati, mentre il sistema italiano è un modello avanzato di indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri



Ad alcuni politici nei guai i pubblici ministeri Italiani possono sembrare collegati alla politica o, per meglio dire, ad una certa politica.
Questo atteggiamento non favorisce certamente una valutazione corretta della Giustizia del nostro Paese. Inoltre, gli esterofili, sempre troppi, che citano normalmente “l’Europa” (ma si parla di Europa o Unione Europea?
E comunque di quale Paese? Quale sistema?) come modello da imitare in Italia contribuiscono implicitamente a screditare status, ruolo e professionalità dei magistrati.
E allora vediamo che succede in alcuni Paesi europei ai pubblici ministeri, scegliendo qualche esempio e qualche elemento che possono contribuire a chiarirsi le idee su quanto accade oltre i nostri confini.
Se il controllo politico sui Pm vi preoccupa, Francia e Belgio non fanno per voi.
Oltralpe «il Presidente della Repubblica è garante dell’indipendenza dell’autorità giudiziaria», ma la situazione non è così buona come sembra.
Attraverso i vari livelli gerarchici (esempio: Procuratori della Repubblica e sostituti, Procuratori Generali e sostituti, Procuratore Generale), tra i quali vige il principio di direzione e controllo, si arriva fino al Ministro.
Infatti, i Pm sono posti «sotto l’autorità… del Ministro di Giustizia» e l’esercizio dell’azione penale non è obbligatorio come in Italia.
Esistono alcune norme che ne garantiscono una certa indipendenza, come l’inamovibilità, ma l’influenza del potere politico è ovviamente molto forte.
La dipendenza vale sia per la politica generale (priorità dei reati da colpire) sia ai processi individuali.
Non mancano le garanzie: le istruzioni del Ministero devono essere scritte… Nel Belgio, da dove spesso arrivano critiche risibili all’Italia, il pubblico ministero è dipendente dal Ministero di Giustizia. Più specificatamente, è indipendente nell’esercizio di indagini e inchieste individuali, «senza pregiudizio» del diritto del Ministro competente di ordinare inchieste.
Il Ministro può anche mettere direttive generali vincolanti (articolo 151 della Costituzione).
E nel nord Europa che succede? Un esempio può essere la Svezia: basta dire che secondo l’articolo 6 del capitolo 11 dell’atto fondamentale sugli Strumenti di Governo (in Svezia non c’è un’unica costituzione, ma 4 Leggi Fondamentali che formano l’impianto costituzionale nazionale) «il Procuratore Generale… è responsabile di fronte il governo» Il discorso si fa complesso, quanto affascinante, per quanto riguarda il diritto anglosassone o di origine anglosassone, tanto che è difficile riassumerne gli elementi fondamentali in pochi righe.
In Gran Bretagna i collegamenti tra quella che si può definire accusa e potere politico sono abbastanza forti, anche se il sistema prevede tante e tali garanzie che il sistema si presenta come uno dei più equi e garantisti in assoluto.
Non è utile fare una rassegna facendo riferimento solo ai sistemi dei Paesi che sono geograficamente più vicini, visto che in tutto il mondo ne esistono altri che condividono le medesime origini del nostro e dai quali si possono ottenere esperienze utili per l’Italia, e che vigono altrove anche sistemi totalmente diversi dai quali si possono trarre spunti interessanti.
Eppure, malgrado tutto, il nostro sistema giudiziario è fortemente vincolato agli altri Paesi europei ed al nascente sistema giudiziario comunitario, a causa della permanenza dell'Italia nell'Unione.
Il problema principale e immediato è quello del mandato d’arresto europeo: è accettabile acconsentire a questo istituto, ai suoi automatismi, agli obblighi da esso derivanti, consegnando i cittadini italiani ai pubblici ministeri «politicizzati» di molti Paesi dell’Unione, dove non sono presenti le garanzie e le professionalità del sistema Italiano? Direi proprio di no.

di Andrea Trunzo

 
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