L’Italia è impazzita:
non lo ha
scritto un commentatore
straniero, magari
uno di quei soloni
d'oltre Alpi che, senza
mai aver vissuto un
giorno nel nostro Paese,
emettono sentenze dall'alto
della loro visione
nordica per la quale l'economia
deve prevalere
sulla umanità ed è normale
che i ragazzi a sedici
anni lascino la loro
famiglia per andare a vivere
in un college, salvo
poi discutere dei problemi
di alcolismo e di
droga derivanti dalle carenze
affettive.
L'Italia è impazzita: non
lo ha scritto nemmeno
uno di quei giornalisti
radical chic sempre
pronti ad emettere giudizi
sferzanti sui comportamenti
altrui al caldo
del loro maglioncino
di cachemire da mille e
più €uro, indispensabile
per evitare il completo
borghese con giacca e
cravatta.
L'Italia è impazzita: non
lo ha scritto nemmeno
uno di quegli economisti
europei che hanno interesse
a che gli Italiani si impoveriscano ogni giorno
di più per rispettare il nodo
scorsoglio costituito dai parametri
di Maastricht che
ha contributo a consentire
alle grandi multinazionali
straniere di dare l'assalto ai
mercati italiani e a dire
l'addio alla presenza sul
territorio di una grande industria
nazionale.
L'Italia è impazzita: lo ha
detto il Presidente del Consiglio,
Romano Prodi, di
fronte alle reazioni del Paese
alla legge finanziaria
proposta dalla maggioranza
di governo di cui è leader.
Il primo pensiero viene al
suo predecessore, Silvio
Berlusconi, il quale in piena
campagna elettorale disse
di non poter pensare che
gli Italiani sarebbero stati
tanto coglioni da votare
Prodi.
Che bella democrazia è l'Italia,
dove gli ultimi due
Presidenti del Consiglio
succedutisi nel tempo hanno
definito i cittadini elettori
coglioni e pazzi solo
perché non si mostravano
d'accordo con le loro prospettazioni.
Certo è che l'autorevolezza
di chi ha pronunciato tali
sferzanti giudizi su noi
umili cittadini ci impone di
riflettere e di domandarci,
siamo coglioni o pazzi oppure
coglioni e pazzi?
Si, perché anche tale seconda
ipotesi è legittima:
potrebbero avere ragione
entrambi!
Infatti la pazzia non è incompatibile
con la coglionaggine
e, poi, nel linguaggio
popolare, spesso
le due parole vengono avvicinate,
quasi a diventare
dei sinonimi. Fatto sta che,
presi a male parole da destra
e da sinistra, i poveri
cittadini sono ormai convinti
di non avere le rotelle
intellettuali totalmente a
posto e, così, fanno continuamente
zapping sul telecomando
della televisione
per trovare il guru psicologo
che dia loro la soluzione
al triste quesito.
Il risultato è la visione di
spezzoni di Il Grande Fratello
o di L'Isola dei Famosi
o di altra simile spazzatura,
quali le tette delle
conigliette di Playboy dei
canali americani riproposti
da Sky Tv al pubblico italiano.
Sicché chi, pur indossando
per abitudine la giacca e la
cravatta in luogo del maglioncino
di cachemire, ritiene
di avere ancora un
po' di cervello e di poter
dare giudizi sul comportamento
del Paese non può
sottrarsi dal ritenere che
tanto intelligenti non lo
siamo certamente, se passiamo
per abitudine le ore
a vedere certi spettacoli.
Ma ciò non deve farci abbrutire
più di tanto in
quanto basta avere una parabola
satellitare a 360
gradi per rendersi conto
che si tratta di format televisivi
comuni a tutti i paesi
occidentali.
Commentatori europei e
signori con il maglioncino
di cachemire, il male è comune,
l'appiattimento
mentale è globalizzato,
quindi attenti a dire che gli
altri sono meglio degli Italiani.
Parafrasando uno slogan
molto in voga alcuni anni
fa nelle file della Sinistra
potremmo scrivere: coglioni,
è vero! Solo che il
motivo della affermazione
non potrà essere identificato
esclusivamente nell'aver
votato Romano Prodi
(anche perché di tale colpa
si è macchiato solo il 50%
del Paese), ma anche nell'accettare
supinamente le
scelte televisive fatte dai
mass mediologi delle tv di
Silvio Berlusconi e degli
altri uomini della cosiddetta
comunicazione, i quali
parlano tanto, ma comunicano
poco, forse perché di
importante hanno veramente
poco da dire.
Rimane però il dubbio se
siamo o meno pazzi e qui
il discorso si fa serio, perché
si entra nel campo della
medicina. La pazzia è
quasi sempre patologica,
nel senso che è molto difficile
guarire dalla stessa.
In una democrazia parlamentare
il voto del povero
conta quanto quello del
ricco, il voto dell'ignorante
conta quanto quello del
professore, il voto del pazzo
quanto quello del sano.
Il che significa che se gli
Italiani sono tutti pazzi
perché non vogliono pagare
le spese per la carovana
di ministri e sottosegretari
più lunga della storia d'Italia
o per rispettare alla lettera
dei parametri economici
che forse faranno anche
bene alle finanze del Paese
tra qualche anno, ma che
avranno visto arrivare al
traguardo dei cittadini talmente
poveri da non poterne
godere, allora significa
che gli Italiani non vogliono
questa politica economica.
E' la dura legge della democrazia,
si governa non
secondo schemi predefiniti
dalla dottrina scolastica, ma
secondo la volontà popolare
e le sue necessità, anche
quotidiane. Diversamente si
parla di dittatura.
E, allora, se è vero che gli
Italiani sono pazzi perché
non capiscono la ricetta
Prodi, potrebbe essere altrettanto
vero che sono stati
coglioni ad averlo portato
al potere.
Solo che, se l'esperienza
può far svanire le illusioni
o curare la stupidità, ma
non guarire dalla pazzia,
non può affermarsi con certezza
che per la cura i pazzi
si affidino a chi gli ha dato
del coglione.
Perché ad essere insultato
non ci sta nessuno, nemmeno
lo scemo.
Di Romolo Reboa
Avvocato del Foro di Roma