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Gli avvocati sbarcano sulla luna?
Posted by Reboa on Tuesday, November 21 @ 18:20:28 CET
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Un cittadino americano chiede il risarcimento per il parcheggio di una sonda sul suo asteroide.



Qualche settimana fa su numerosi quotidiani italiani è stata pubblicata una notizia -naturalmente proveniente dagli Stati Uniti- che aveva dell'incredibile. Una storia vera con il titolo "Gli avvocati sbarcano sulla Luna".
Questo articolo narra di una nuova specializzazione in "Legge spaziale" che, da qualche anno, varie università americane offrono ai loro laureandi in Legge. Nel resoconto giornalistico è inserita l'intervista ad un'autorevole professoressa dell'Università del Mississipi -prof. Gabrynowicz- che racconta come la legge spaziale nacque quando lo Sputnik fu messo in orbita: nello spazio non c'erano ancora molte attività, ma negli ultimi anni le cose sono cambiate velocemente.
Il giorno in cui la Nasa ha fatto atterrare una sonda sull' asteroide Ero, è spuntato fuori un tale Gregory Nimiz. Questo signore notificò un atto giudiziario alla Nasa che comprovava "l’acquisto" su Internet presso un "Registro delle Concessioni Territoriali nello Spazio” dell’asteroide Ero, chiedendo dunque all'Agenzia spaziale il pagamento di 20 dollari di parcheggio, più un risarcimento del danno non meglio quantificato. Naturalmente l’evento si chiuse con il rigetto delle pretese di questo signore.
Questa vicenda ha colpito alcuni imprenditori del Massachusset i quali hanno dichiarato alla stampa di aver raccolto già vari milioni di dollari per aprire un insediamento umano su Marte e che un altro gruppo sarebbe pronto a creare una società per ricavare acqua minerale dal Polo Sud della Luna.
Tutte queste iniziative che fino a pochi anni fa sarebbero sembrate stranezze e/o follie senza fondamento, oggi secondo quanto afferma l'autorevole professoressa Gabrynowicz, sono ben più realistiche visto che la Legge Spaziale promette di diventare una delle specializzazioni richieste per i laureandi in Legge.
Finora lo spazio è stato territorio di esplorazione di pochissimi Stati, ma è prevedibile che presto non sarà più così: abbiamo già visto avventurosi miliardari che pagano profumatamente per un viaggio a bordo delle astronavi russe, e forse, presto vedremo una miriade di investitori privati che si lanciano in sogni di libera impresa nello spazio.
La battaglia legale del signor Nimiz contro la Nasa è stata oggetto di notevoli disquisizioni giuridiche negli Stati Uniti. Sebbene il Governo e il Tribunale non abbiano riconosciuto al signor Nimiz nessuna concessione territoriale di quell’asteroide, la stampa americana ne ha discusso per settimane. Al di là della singolarità e forse comicità della vicenda, questa storia fa riflettere per quello che potrebbe essere il nostro domani.
In una dichiarazione virgolettata l’avvocato Sylvia Ospin, membro dell'Istituto Internazionale della Legge Spaziale, definiva “ridicolo” il ricorso del Signor Nimiz dicendo che lo spazio, ovviamente, non si può privatizzare e che l'unico regolamento esistente è quello del 1967, firmato all'ONU, che stabilisce che l'esplorazione e lo sfruttamento dello spazio sono compiuti per il beneficio e gli interessi di tutti i Paesi e il “Trattato ONU sulla Luna” del 1979 che stabilisce che “i corpi celesti del nostro sistema solare non possono essere di proprietà di nessun Paese, organizzazione o individuo”. Negli Stati Uniti sta prendendo piede una corrente giuridica “ribelle” che vorrebbe una revisione totale di quei trattati in previsione di ipotesi di imprese commerciali sulla Luna e sugli asteroidi.
Chissà, dunque, quanti avvocati si specializzeranno in Legge Spaziale. Per ora, gli avvocati italiani possono leggere questa storia ed accoglierla solo con un sorriso, perché tali e tanti sono i disagi e le disfunzioni dei nostri uffici giudiziari terreni che non abbiamo certamente tempo di poter pensare a come funzionerebbe un Tribunale sulla Luna...

Di Antonio Conte
Avvocato del foro di Roma consulente dell’ordine di Roma

 
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