I miti che la società propone generano "mostri".
Il fenomeno della delinquenza
ha assunto oggi
aspetti e problemi pericolosi
e sconcertanti, soprattutto
se si tiene presente
che la criminalità moderna
ha operato un salto qualitativo
e quantitativo nel suo
processo di formazione e
nella sua pratica di azione.
Si presenta spesso perfettamente
organizzata e più
spietata, decisa ed efficiente
rispetto alla tradizionale
malavita distinta nei suoi
“valori” di galanteria, umanità,
senso dell'onore, rispetto
per i deboli e gli innocenti,
rifiuto della violenza
fine a se stessa.
La delinquenza odierna usa
qualsiasi strumento e mezzo
per raggiungere il fine. E'
presente in tutti i settori che
possono garantire profitti illeciti
ed illegali; non si limita
più a gestire le sale da
gioco o a controllare lo
sfruttamento della prostituzione,
ma ha allungato i
suoi tentacoli sui profitti
grandi e piccoli, sul commercio
della droga, e sulle
tangenti commerciali e industriali,
sui sequestri di
persona e sul contrabbando,
sull'assassinio e sulle rapine.
E' una vera e propria industria
strutturata tecnicamente
come quelle industrie
che impongono duri metodi
di lavoro per assicurarsi altri
prodotti. Non è del tutto
errato avanzare l'ipotesi, peraltro
corrispondente nella
realtà, che soprattutto nei
paesi ad economia avanzata,
il fenomeno delinquenziale
raggiunge le sue punte
più alte, più feroci. La caduta
dei valori tradizionali,
la disumanizzazione della
vita contemporanea, i miti
della società attuale, la sua
organizzazione industriale,
la ricerca paranoica ed ossessiva
del guadagno, la ricerca
del potere hanno contribuito
alla trasformazione
oggettiva della delinquenza.
In una società che pone come
suoi valori fondamentali
la forza e la ricchezza, inevitabilmente
una parte degli
emarginati scelgono o sono
costretti a scegliere la via
più breve per soddisfare i
bisogni necessari ed anche
quelli che la società dei
consumi fa apparire come
indispensabili. Sarebbe, comunque,
limitativo e strumentale
ricercare le origini
e la causa della delinquenza
solo nei disagi economici
della società contemporanea;
è necessario analizzare
anche l'educazione e la formazione
politica, i rapporti
umani e familiari, l'influenza
dell'ambiente sociale che
hanno alimentato la spirale
delle violenze e le tendenze
soggettive alla delinquenza.
Insieme al dilagare della
criminalità organizzata,
nel corso degli
ultimi anni, ha assunto
una dimensione
preoccupante il numero
dei reati commessi
da giovani e
minorenni. Uno degli aspetti
determinanti della delinquenza
minorile è l'emarginazione
economica e socioculturale
di molti giovani
che sono esclusi dalla vita
attiva e partecipativa del
paese: insoddisfatti moralmente,
precari economicamente,
disprezzati dal mondo
civile, senza prospettive
per il futuro.
Ostacolati nella loro volontà
di desiderio di vita, di
soddisfazione dei bisogni,
tenuti ai margini della società
civile e culturale, spinti
nei ghetti della miseria e
della solitudine, molti giovani
imboccano la strada
della violenza e della delinquenza,
del crimine individuale.
Allora scippi, furti,
rapine diventano gli strumenti
per procurarsi beni
spesso inutili e impartiti
dalla società; la scelta, quasi
sempre costretta, della
delinquenza appare la scorciatoia
più semplice per
possedere, senza lavoro,
impegno e sacrifici, ciò che
è necessario per sopravvivere
e i prodotti di consumo
superflui che la società moderna
ossessivamente propone
e spinge all'acquisto.
Di Bruno Proietti
Specialista in criminologia, antropologia criminale e psicopatologia criminale