Il 60% della giurisdizione in Italia è affidato alle magistrature onorarie.
La Commissione
Affari Costituzionali
del Senato,
durante l'esame del
decreto legge “Mille
proroghe”, ha respinto
un emendamento sostenuto
dal Ministro della
Funzione Pubblica Mario
Baccini che impediva
la cessazione dal servizio
di oltre 3.000 magistrati
onorari che dal 2
giugno 2006 non potranno
più essere addetti alle
funzioni di giudice di
tribunale o di pubblico
ministero.
L'emendamento è stato
presentato perché fosse
consentito ai magistrati
onorari di tribunale di
permanere in servizio fino
all'età pensionabile.
Gli attuali giudici di pace,
giudici di tribunale
onorari e vice procuratori
onorari avevano, infatti,
all'inizio una durata
a termine con un solo
rinnovo.
Il Governo decise, poi,
per l'emergenza della
copertura di concedere
la proroga a due anni.
La giurisdizione che ha
necessità di essere smaltita
ogni giorno non è
diminuita e queste figure
rappresentano ad oggi
l'unica possibilità per
mandare avanti la macchina
della giustizia senza
veri e propri oneri finanziari
per lo Stato,
sebbene non venga ancora
previsto l'inquadramento
in un ruolo stabile
che non invada l'attività
caratteristica dei
magistrati professionali.
Secondo i dati riportati
dal bollettino dell'Osservatorio
sulla Legalità, la
celebrazione dell'80%
dei processi di competenza
del giudice monocratico
è possibile grazie
alle accuse sostenute dai
viceprocuratori (vpo) e
ai relativi verdetti
espressi dai giudici onorari
(got).
La riforma della magistratura
onoraria, portata
in Commissione Giustizia
dal sottosegretario
Vitali e sostenuta da
esponenti di entrambi
schieramenti, avrebbe
dovuto prevedere l'istituzione
della magistratura
di complemento dotata
di trattamento previdenziale,
copertura sanitaria
e maternità, nonché
la regolamentazione anche
del trattamento economico
da corrispondere
per l'attività svolta da
queste figure che fino ad
oggi sono pagate ad
udienza con una diaria
giornaliera. Infatti solo i
giudici di pace sono pagati
ad udienza, ma anche
per sentenza e provvedimento.
Anche la Federmot (Federazione
Magistrati
Onorari di Tribunale) si
è fatta portavoce di questo
emendamento che
dovrebbe garantire pari
dignità tra magistratura
togata e magistratura
onoraria.
Nel frattempo i giorni di
fine legislatura sono ormai
alle porte e presumibilmente
sarà il prossimo
Governo ad occuparsi
di questa annosa
questione che coinvolge
in prima persona non
solo i professionisti del
foro, ma anche tutti i
cittadini che quotidianamente
ricorrono alla
giustizia.
Di Maria Serra