Stefania De Luca consigliere Pari Opportunita'della Regione Lazio:"Un passo in avanti e uno strumento legislativo per assistere le fasce deboli".
Nei primi giorni di
marzo è stata promulgata
la legge
numero 67 del 2006 sulle
misure per la tutela giudiziaria
delle persone con
disabilità vittime di discriminazione.
“Questa legge - spiega
Stefania De Luca, consigliere
alle Pari Opportunità
della Regione Lazio -
rappresenta un ulteriore
strumento legislativo per
assistere i 'discriminati', le
fasce deboli dei cittadini”.
La legge è il prodotto di
ricerca e controllo svolta
dalle istituzioni europee e
da quelle nazionali, ma
soprattutto delle Regioni
che raccolgono ogni giorno
denunce di discriminazione
da parte dei cittadini.
“La non osservanza
della legge 104, la difficoltà
alla mobilità, le discriminazioni
sessuali -
continua De Luca - sono
solo alcune delle numerose
segnalazioni che arrivano
presso gli Uffici regionali preposti. E come è
vero che la semplificazione
delle procedure legali
in questo ambito, grazie
anche alla prova presuntiva,
rappresenta un riconoscimento
importante alla
tutela di tutti, è altrettanto
vero che sarà importante
cercare di attivare strumenti
alternativi che potrebbero
essere utilizzati
in una fase preventiva. Mi
riferisco in particolare al
coordinamento che deve
esserci con le associazioni
e gli enti individuati con
decreto del Ministro per le
pari opportunità che, così
come indicato nell'articolo
4, sono tra l'altro legittimati
ad agire in delega o
per conto del soggetto
nali preposti. E come è
vero che la semplificazione
delle procedure legali
in questo ambito, grazie
anche alla prova presuntiva,
rappresenta un riconoscimento
importante alla
tutela di tutti, è altrettanto
vero che sarà importante
cercare di attivare strumenti
alternativi che potrebbero
essere utilizzati
in una fase preventiva. Mi
riferisco in particolare al
coordinamento che deve
esserci con le associazioni
e gli enti individuati con
decreto del Ministro per le
pari opportunità che, così
come indicato nell'articolo
4, sono tra l'altro legittimati
ad agire in delega o
per conto del soggetto
distinguendo
tra 'diretta' e 'indiretta',
e quello di molestia.
L'articolo successivo,
suddiviso in quattro commi,
è incentrato sulla tutela
giurisdizionale e ordina
al comma 3 non solo la
cessazione del comportamento,
della condotta o
dell'atto discriminatorio,
ma adotta ogni provvedimento
idoneo a rimuovere
gli effetti della discriminazione.
Le forme di tutela
previste sono
estese anche agli
stranieri: “l'Italia
sta diventando un
paese multietnico
e succede sempre
più spesso nel
corso della nostra
attività - spiega la
consigliere De
Luca - di imbatterci
in donne
straniere in difficoltà
perché abbandonate
dal
proprio compagno
o perché non riescono
ad accedere nel
mondo del lavoro, soprattutto
nelle fasce più basse”.
Solo in Italia il 15 per
cento delle famiglie è direttamente
coinvolto nel
fenomeno e il Lazio rappresenta
una delle regioni
dove sono più presenti le
distinguendo
tra 'diretta' e 'indiretta',
e quello di molestia.
L'articolo successivo,
suddiviso in quattro commi,
è incentrato sulla tutela
giurisdizionale e ordina
al comma 3 non solo la
cessazione del comportamento,
della condotta o
dell'atto discriminatorio,
ma adotta ogni provvedimento
idoneo a rimuovere
gli effetti della discriminazione.
Le forme di tutela
previste sono
estese anche agli
stranieri: “l'Italia
sta diventando un
paese multietnico
e succede sempre
più spesso nel
corso della nostra
attività - spiega la
consigliere De
Luca - di imbatterci
in donne
straniere in difficoltà
perché abbandonate
dal
proprio compagno
o perché non
riescono
ad accedere nel
mondo del lavoro, soprattutto
nelle fasce più basse”.
Solo in Italia il 15 per
cento delle famiglie è direttamente
coinvolto nel
fenomeno e il Lazio rappresenta
una delle regioni
dove sono più presenti le
regiodiverse
forme di disabilità.
Il tasso di occupazione dei
disabili a livello nazionale
è ancora piuttosto basso:
si parla di un 21%, meno
della metà di quello rilevato
tra i non disabili. Occorre
però considerare che
tra i disabili in età lavorativa
circa il 27% è del tutto
inabile al lavoro. Le
donne disabili sono notevolmente
svantaggiate rispetto
agli uomini: le prime
hanno un tasso di occupazione
dell'11% e i secondi
del 29%; tale svantaggio
esiste anche tra i
non disabili, sebbene l'entità
delle differenze tra
maschi e femmine non sia
così elevata.
Di Maria Serra