Uno degli ultimi lavori
del drammaturgo
americano Eugene
O'Neill, d'inquietante attualità.
Uno degli ultimi lavori
del drammaturgo
americano Eugene
O'Neill, d'inquietante attualità.
Una famiglia canonica,
padre, madre e due figli,
si trovano insieme nella
casa di campagna. La bella
giornata di sole, che lentamente
cede il passo alla
nebbia e all'arrivo della notte,
accompagna i dialoghi
dei protagonisti, che quasi
inconsapevoli, attratti dall'urgenza
di esternare la
propria intimità, lasciano
emergere dallo smottamento
della diga delle apparenze
tutto il malessere e il disagio
profondo del vivere.
La famiglia non rappresenta
il rifugio dal dolore, l'unico
luogo dove sentirsi amatiIl famoso attore ed
senza riserve, semplicemente
per come siamo. La prosa
amara del premio Nobel O'
Neill parla di una famiglia
che cresce e si alimenta nell'incomprensione,
nella frustrazione
che genera rancore,
unico autentico legame
tra congiunti. Una prosa che
imbarazza, che ci mette di
fronte ad una realtà che riteniamo
aliena, fino a quando
la cronaca di un delitto
in famiglia scatena la curiosità
più morbosa, e la prosa
del cronista balbetta il " chi
l'avrebbe mai detto, una famiglia
così unita..." del coro
dei vicini, dei conoscenti
e dei tanti bene informati.
Tanti che non si chiedono
se vivere al meglio il giorno
aiuti a non temere il buio.
Di Clotilde Spadafora