Abbiamo di recente
incontrato
l’avvocato
Edoardo Adducci del
Foro di Roma, titolare
dello Studio legale Adducciandassociates
Abbiamo di recente
incontrato
l’avvocato
Edoardo Adducci del
Foro di Roma, titolare
dello Studio legale Adducciandassociates,
al quale abbiamo posto
delle domande in merito
alla ormai prossima
uscita della sua monografia
in materia di risarcimento
del danno
da fumo ed impostazione
dei giudizi di risarcimento
del danno. Avvocato
come mai l’esigenza
di predisporre una
monografia su tale delicatata
materia?
Come noto, il contenzioso
che si è sviluppato in
questi ultimi anni nel nostro
paese in materia di
risarcimento del danno da
fumo (nel nostro caso
quello attivo, ovverosia
quello che deriva dal consumo
“diretto” di prodotti
da fumo) ha evidenziato
la presenza di due posizioni
– tra loro intimamente
contrapposte- che
si contendono il campo.
Da un lato, va annoverata
la posizione dei Tribunali,
che preoccupati da un
allargamento delle maglie
dell’illecito extracontrattuale,
che condurrebbe alla
risarcibilità delle più
disparate situazioni (si
pensi a quella del consumatore
danneggiato da
prodotti surgelati o da
forno o di rosticceria),
nega in origine la tutela
risarcitoria ai soggetti
danneggiati, fondando le
loro motivazioni sul fatto
che il fumo è scelta volontaria
e che il danno è
direttamente connesso
non all’uso delle sigarette,
ma all’abuso delle
stesse (si vedano,
in tal senso, le
sentenze del Tribunale
di Roma
del 1997, quella
dell’8 gennaio
2000, nonchè del 4
aprile 2005 e la
pronuncia del Tribunale
di Brescia del 10
agosto 2005); dall’altro
sta l’orientamento della
Corte di appello di Roma
rappresentato dalla pronuncia
del marzo del
2005, che qualificando
l’attività di produzione e
vendita dei prodotti da
fumo quale attività pericolosa
ai sensi dell’art.
2050 c.c., ha accolto le
istanze risarcitorie provenienti
dagli eredi del soggetto
deceduto per consumo
diretto di prodotti da
fumo alcuni anni orsono.
Detta conclusione è stata
supportata dai risultati a
cui è pervenuta la disposta
CTU; in quella sede i
consulenti hanno dimostrato
– se non in maniera
assoluta, ma almeno
altamente probabile – la
sussistenza di un nesso
di causalità tra il fumo
di sigaretta e la malattia
cancerosa contratta dal
soggetto danneggiato.
La sopra evidenziata
contrapposizione lascia
gli operatori del diritto
(primi fra tutti gli avvocati)
disorientati ed incerti.
Mi scusi però di recente
è intervenuta una sentenza
della Corte di cassazione
che ha confermato
il risarcimento del
danno da fumo a favore
degli eredi di una vittima
del fumo di sigarette?
Si è vero. Anche se occorre
precisare che a nulla
è servito detto intervento
della Suprema Corte
di cassazione, la cui
pronuncia dell’ottobre
2007 va annoverata solo
per aver demandato ad un
altro giudice un approfondimento
sulla valutazione
delle voci di danno
risarcibili a favore degli
eredi della vittima come
liquidate dalla Corte
di appello nelle pronuncia
del 2005.
Niente di più o di meno,
avendo uno dei ricorrenti
principali rinunciato alla
maggior parte dei motivi
del proprio ricorso.
Quindi la situazione
è ancora incerta?
Si ed un intervento
chiarificatore
della
Corte di cassazione
si renderà
comunque
necessario nel
futuro, soprattutto
perché i tribunali
sono fermi nel
ritenere inforndate le
domande risarcitorie e
perchè i problemi che
ruotano attorno al danno
da fumo attivo non sono
di poco conto.
Qualche esempio?
Si pensi alla soluzione
della questione relativa
alla problematica della
individuazione del soggetto
legittimato passiva
in tali giudizi (l’eventuale
condanna al risarcimento
del danno a favore del
soggetto danneggiato deve
ricadere sullo Stato
italiano o sul nuovo acquirente
dell’azienda di
cui prima del 2003 era titolare
lo Strato italiano?),
quella della corretta qualificazione
giuridica dell’attività
di produzione di
prodotti da fumo (è o meno
attività pericolosa ai
sensi dell’art. 2050 c.c.?)
e, ancora, quella della disposizione
della CTU e
dei risultati a cui la stessa
è in grado di pervenire ai
fini della dimostrazione
della esistenza del nesso
di causalità (nei giudizi
per il risarcimento del
danno da fumo la CTU
diventa un vero e proprio
mezzo di prova?).
Per quando è atteso
questo intervento della
Corte di cassazione?
Ancora molti anni non
essendo ancora intervenuta
la decisione della Corte
di appello di Roma sul
caso Schiaratura, altro caso
il cui primo capitolo si
è chiuso avanti il Tribunale
di Roma nel gennaio
del 2000.
Con il caso Staltieri si è
perduta una grande occasione
per fare chiarezza
una volta per tutte su tale
delicata materia.
Quindi fornire una risposta
se non definitiva,
ma almeno logica e
razionale ai quesiti sopra
riferiti, diviene di
fondamentale importanza
per gli operatori
del diritto in questa fase
transitoria?
Giusto. Si è pensato
ad una monografia
che venga a toccare
specificatamente tali temi;
una monografia che
vuole porsi come strumento
pratico ed utile
diretto agli operatori del
diritto che si trovano ad
affrontare una causa di
risarcimento del danno
da fumo attivo e hanno
dei dubbi circa la proponibilità
o meno di un’azione
di tipo risarcitorio,
volendo tutelare al
meglio gli interessi del
proprio o dei propri assistiti.
Una monografia estremamente
pratica dunque....
Sì, diretta a fornire le linee
guida essenziali per
impostare una causa risarcitoria
in materia di
danno da fumo, non mancando
però di evidenziare
i casi in cui ad oggi, non
sussistendo i presupposti
per la proposizione
di un’azione risarcitoria
nei confronti del soggetto
produttore di prodotti da
fumo, è preferibile abbandonare
l’idea di incardinare
un giudizio.
Prima di chiudere ho
letto, visitando il sito
web del suo Studio
(www.adducciandassociates.
eu), uno speciale
in materia di risarcimento
del danno da fumo.
Di che cosa si tratta?
E’ uno speciale che contiene
al suo interno, oltre
che un richiamo alle principali
normative nazionali
e comunitarie in materia
di fumo, anche degli utili
approfondimenti sulle
azioni collettive risarcitorie
da poco introdotte nel
nostro ordinamento con
l’approvazione della Legge
finanziaria e le loro interferenze
con il danno da
fumo attivo.
A cura della Redazione