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Avvocatura: l'Aif si ricostituisce
Posted by InGiustizia on Thursday, February 14 @ 18:02:49 CET
Interviste Download periodico

Intervista con l’avvocato Domenico Marocco.


Abbiamo incontrato l’avvocato Domenico Marocco.
Ci racconta dell’ iniziativa che vedrà la ripresa in pieno delle attività da parte dell’Aif. L’avv. Marocco ha voluto precisare, prima di risponderci in merito, che l’Aif non si ricostituisce strumentalmente in vista delle prossime elezioni.
Avvocato Marocco cosa l’ha spinta a far ‘risorgere’ l’Associazione Italiana Forense?
L’AIF è nata molti anni fa. Per un breve periodo si è associata nell’ UIF (Unione Italiana Forense), ma non è mai stata sciolta.
La volontà di riprendere attivamente le attività dell’AIF nasce da un unico, ma imprescindibile presupposto: dare voce a tutti quei colleghi che ad oggi non si sentono sufficientemente tutelati, né tantomeno rappresentati nelle loro istanze, relativamente agli interessi della categoria.
Le basti pensare che molti colleghi mi hanno sollecitato al rilancio di questa associazione.
Ci spieghi meglio.
Quali dovrebbero essere gli interessi da difendere?
Al di là dei problemi oramai a tutti noti, carenza di personale nelle cancellerie, mancanza di locali, ufficio del Registro, notifiche etc, ci sono due problemi fondamentali sui quali è necessario da subito cominciare a lavorare e che sembrano a prima vista non riscuotere un grande interesse da parte degli organi preposti: il primo è quello della formazione professionale da un punto di vista della qualità e della continuità; il secondo riguarda l’attuale totale mancanza di identità e appartenenza dell’essere avvocati.
Quali sono le proposte dell’Aif in merito alla formazione legale?
Abbiamo avuto l’impressione che l’aggiornamento professionale si stia trasformando in un vero e proprio business messo in piedi da terzi e dove vige la legge che fa capo agli interessi dei grandi gruppi.
Da parte nostra avremmo voluto che la formazione fosse essenzialmente a titolo gratuito così che tutti potessero accedervi indistintamente – si pensi ai giovani, quale ulteriore gravame sarebbe per loro accedere a corsi.
L’Aif ha intenzione di rilanciare proprio questa idea originaria di formazione, chiedendo solamente e, solo se assolutamente necessario, un contributo che sia semplicemente una sorta di rimborso spese, quali la stampa del materiale e/o l’eventuale locazione di locali per l’espletamento del corso.
Tra l’altro stiamo parlando di una formazione organizzata con delle modalità alquanto discutibili:
che senso ha, solo per fare un esempio, obbligare un avvocato specializzato nel penale a frequentare corsi di aggiornamento che riguardano la materia civile? Sarebbe quindi ora di rendere semmai valido un principio di specializzazione, come avviene nel campo medico.
Non si può semplicemente dire “devi fare tot crediti formativi all’anno”:
l’Aif non intende dissentire da questo sistema di valutazione, ma sarebbe opportuno stabilire qual è l’autorità che decide in merito a questi crediti, con quali modalità vengono determinati e attribuiti e se in linea con quanto svolto giornalmente nella professione.
Come vengono scelte oggi le società che si occupano di formazione in campo legale?
Mi risulta che molte società abbiano proposto al Consiglio dell’Ordine di organizzare corsi.
Francamente non so, con quali criteri le stesse si propongono e vengano scelte.
Cosa pensa dell’avvocatura?
Oggi sta sempre più prendendo piede la logica dei grandi studi organizzati.
Il risultato è che si stanno perdendo tutte quelle tradizioni e quel patrimonio di cultura e di umanità legata a questa professione, fatta in gran parte dai piccoli e medi studi che hanno sempre messo al primo posto la tutela della persona.
Sono stato nominato nella Commissione per l’abilitazione di Stato alla professione di avvocato per l’anno 2007 e ho potuto prendere coscienza delle migliaia di ragazzi, tra l’altro ormai non così giovani, che si apprestano ad intraprendere questa professione e che dovranno cercare di immettersi in un mercato ormai saturo.
L’identità dell’avvocato non esiste più. Nessuno si prende la briga di difendere la sua professionalità.
Basti pensare alla recente proposta di affidare le separazioni ai notai, come se non ci fosse una Costituzione che riconosce la professione e i suoi compiti.
Vorremmo che molti giovani aderissero all’Associazione. E’ infatti un discorso che abbraccia gli interessi di tutte le generazioni; la difesa dell’essere avvocato deve essere di tutti e non solo a parole.
Qual è la degenerazione alla quale fa riferimento?
Non si può trasformare l’avvocato in un’azienda, non si può dire ad un avvocato ‘hai tanti anni di professione e quindi mi devi tanto ai fini delle tasse’.
Tra l’altro non ci è permesso scaricare nulla dalla dichiarazione dei redditi: e mi riferisco a tutti quegli strumenti senza i quali è impossibile pensare di poter fare la professione; il mezzo di trasporto è solo un esempio.
Ed ecco allora moltissimi avvocati preferire la strada delle grandi multinazionali, divenendo così una sorta di impiegati:
piuttosto che lavorare in uno studio legale, si preferisce rinunciare di fatto a quel principio di indipendenza tipico della nostra professione.
Questo perché oggi gli studi professionali hanno grande difficoltà nel reperire clientela, mancando la possibilità di dare un servizio giustizia immediato alla esigenza e alla tutela delle persone.
E’ quindi necessario predisporre un programma serio e mirato che rimetta insieme le esigenze dell’avvocatura e degli utenti.
Come giudica quanto fatto dal Consiglio dell’Ordine in merito alle problematiche che ci ha esposto?
In tempi non recenti le cariche del Consiglio dell’Ordine venivano attribuite per l’autorevolezza e il prestigio con il quale ci si era distinti in tutta la propria carriera professionale.
Oggi, senza nulla voler togliere ai colleghi chiamati a questa incombenza, vige la regola del ‘chi ha più voti occupa lo scranno’ e questo purtroppo rappresenta un ostacolo per raggiungere quei risultati che le ho descritto.
E’ stato allestito un sito internet per quanti vorranno conoscere meglio le iniziative dell’Aif?
Ci stiamo lavorando e presto sarà on line quello che vorrei fosse individuato come un punto di riferimento sia per i piccoli e medi studi, sia per tutti quei colleghi che vorranno con i loro suggerimenti ridare dignità all’avvocatura.

Di Maria Serra

 
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