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Editoriali: I Bersanini
Posted by InGiustizia on Monday, August 11 @ 18:32:04 CEST
Editoriali Download periodico

Continua il processo di proletarizzazione delle libere professioni.

Recentemente ho partecipato ad un convegno di medici legali ed ho ascoltato le loro lamentele per il fatto che le compagnie di assicurazioni, in seguito ai noti provvedimenti del Ministro Bersani di abolizione dell’obbligo, per i professionisti, di rispettare i minimi tariffari, stanno imponendo le loro condizioni economiche per l’esecuzione delle relazioni mediche in seguito a sinistri.
Nel medesimo convegno sono intervenuti i rappresentanti degli avvocati, i quali hanno comunicato che un simile comportamento viene tenuto dalle compagnie anche con riferimento alle difese nelle cause di infortunistica.
Tutti hanno concordato non solo che le nuove condizioni imposte sono lesive della dignità professionale, ma anche che la maggior parte dei professionisti le ha accettate perché “hanno famiglia” e, quindi, devono far mangiare i propri figli.
Il convegno si è chiuso con la prospettazione di una serie di iniziative a tutela della categoria che lo ha promosso, ivi compresa la presentazione di un progetto di legge da parte di un autorevole rappresentante dell’opposizione e, considerate anche la grintosità e le elevate capacità della organizzatrice, dr.sa Luisa Regimenti, è ipotizzabile che da esso deriveranno eventi positivi per i medici legali.
Ciò che però mi ha colpito è stato il non detto, non so se perché fosse inopportuno dirlo o perché in una orazione funebre si esalta la figura della persona che giace nella cassa e si preannunciano le iniziative per ricordarne la memoria ed esaltarne le opere, ma nessuno dice chiaramente ciò che tutti sanno, cioè che il morto è morto e nel futuro si dovrà convivere con tale evento.
E’ morto il sistema in cui una laurea, la vincita del concorso di abilitazione professionale ed un incarico davano la ragionevole garanzia del pagamento della prestazione in misura pari alle aspettative che avevano portato quella persona a sobbarcarsi anni di studio e di sacrifici.
Bersani ha messo il sigillo finale su un percorso di proletarizzazione delle libere professioni che si era aperto dopo la fine della guerra mondiale sia per motivi ideologici (la maggior parte dei professionisti si collocava in un’area politica moderata) sia per una diversa realtà sociale, con un allargamento del numero degli studenti che non poteva non avere ripercussioni sulle prospettive economiche successive al conseguimento di una laurea.
I professionisti, nei loro convegni, sembrano non essersi resi conto della morte del sistema per il quale al superamento del concorso di abilitazione professionale corrispondeva la legittima aspettativa di un lavoro ed un compenso dignitoso e, quindi, si parlano addosso, studiando forme per tornare indietro o per trarre qualche residuo vantaggio da quel sistema.
Ciò è sindacalmente legittimo e forse produrrà qualche risultato concreto nell’immediato futuro, ma è privo di prospettive in quanto ha come presupposto una realtà che non esiste più.
Il comportamento dei professionisti è quello di una persona che, di fronte ad un grave lutto, passa tutto il proprio tempo a portare i fiori sulla tomba e non si cura più delle aspettative dei suoi cari che desiderano vivere nonostante la perdita del congiunto. La nuova realtà è la seguente, almeno per ciò che riguarda gli avvocati. Vi è un numero degli iscritti agli albi che è di gran lunga superiore alla domanda di prestazioni legali che va ogni anno aumentando e che vede la presenza di molti soggetti non sufficientemente preparati: in tale quadro il possesso del titolo non consente da solo di avere una legittima aspettativa di compensi equi e continuativi.
Vi è poi la circostanza che l’evoluzione dei sistemi elettronici consente ad ogni professionista di espletare il proprio lavoro in assenza di personale di segreteria e persino di uno studio, sicché chi espleti la propria attività occasionalmente, avendo costi infinitesimali, ha un valore aggiunto molto elevato che gli rende possibile trarre sostentamento da poche pratiche, in relazione alle quali la maggior parte degli incassi avviene spesso in maniera fiscalmente irregolare con scarso rischio di accertamenti, trattandosi di contribuenti aventi un volume di affari apparentemente minore.
A tale tipo di professionisti si rivolgono perlopiù i privati cittadini, più sensibili alla problematica del costo della prestazione piuttosto che della sua qualità, i quali nutrono ancora affidamento sul possesso del titolo abilitativo professionale e non sono capaci di distinguere tra chi annuisca alla loro esposizione dei fatti contenziosi, stimolandone la litigiosità, e chi affronta il problema esclusivamente nel loro interesse.
Vi è poi un’altra fascia di clientela, quella delle grandi aziende, che preferiscono rivolgersi a studi organizzati secondo modelli internazionali, con decine di collaboratori, tanto che alcuni autorevoli colleghi hanno sottolineato come l’Italia importi nel settore legale manodopera intellettuale attraverso le società di revisione.
Ricordo che, all’inizio della professione, appresi che gli avvocati di scarse qualità ed affidabilità venivano chiamati “mozzorecchi .
Orbene, credo che i professionisti che non vogliano rinunciare alla loro individualità per trasformarsi in imprese di servizi, ma che hanno dipendenti e pagano per gli stessi salati contributi sociali, che hanno studi stabili con i relativi costi fissi e che pagano le tasse ed i loro collaboratori, svolgendo i loro incarichi con uno standard professionale elevato, non possano permettersi né di continuare a piangersi addosso né di subire una concorrenza sleale da parte di chi accetta di eseguire prestazioni a basso costo senza garanzie per i clienti.
E, allora, se in una economia di mercato la selezione viene operata dal pubblico, nei confronti di questi’ultimo deve partire una vigorosa campagna di comunicazione, con l’invito a diffidare sulla qualità dei servizi offerti da chi opera al di sotto dei minimi tariffari: professionisti che, con una definizione valida per tutte le categorie, potrebbero essere definiti i bersaninini

Romolo Reboa

 
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