Il Cnf e la battaglia per la riduzione degli iscritti agli Albi

Molti avranno letto sui quotidiani nazionali, alla fine dello scorso luglio, le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, il quale ha dichiarato che il CNF si "batterà" per cancellare dagli Albi chi non svolge affatto la professione di Avvocato. Questa affermazioni hanno suscitato particolare attenzione proprio per la loro risoluta chiarezza su un tema che, da anni, è di grande interesse per chi svolge effettivamente la professione di Avvocato. Testualmente, Guido Alpa, ha dichiarato che nell’auspicata Riforma della professione ci sarà sicuramente un passaggio fondamentale mirato a cancellare i cosiddetti “iscritti silenti”. Questi soggetti che sono "Avvocati" solo per l’Albo - ma non per la Cassa né per il volume di redditi prodotti - sono uno degli obiettivi che il CNF si è prefissato nell’ambito della più ampia prospettiva di una Riforma organica della professione.
In Francia sono censiti 44 mila avvocati, in Inghilterra 115 mila, in Italia – assume il Presidente Alpa conteggi recenti alla mano – ve ne sarebbero 210 mila. Le dichiarazioni del Presidente del CNF sono state, quindi, tanto nette quanto inequivocabili: “l’ultimo censimento – dichiara Alpa – dice che siamo 210 mila. Troppi. Così abbiamo chiesto alla Riforma anche poteri di vigilanza sugli Albi da parte degli Ordini. In modo da poter cancellare coloro che non svolgono realmente la professione, ma per sbarcare il lunario fanno gli autisti, gli agricoltori, i giardinieri. Poi ci sono anche quelli benestanti che magari amministrano il patrimonio di famiglia. Non abbiamo una statistica precisa anche perché sono dati che ci vengono trasmessi dalla nostra Cassa di previdenza. D’altra parte a noi deve interessare solo se un avvocato lo fa davvero o no. Abbiamo chiesto di cancellare 25 mila dei 210 mila iscritti. E analoga richiesta di cancellazione l’abbiamo fatta per altri 25 mila avvocati che denunciano un reddito inferiore ai 7 mila euro. A meno che siano giovani appena avviati oppure colleghi che abbiano sospeso temporaneamente l’attività per motivi di salute, chi guadagna meno di quella cifra non può vivere di sola avvocatura”.
Tali dichiarazioni non lasciano spazio ad altre osservazioni. Indubitabilmente, da tempo, per chi fa l’Avvocato, realmente ed effettivamente, il fatto che ci siano 35 mila “iscritti fantasma”, aumenta l’aspettativa che da parte del Consiglio Nazionale Forense, e degli Ordini Distrettuali, vi sia una presa di posizione drastica che risolva l’ambiguità in concreto.
E’ altrettanto indubbio che il rapporto afferente al numero degli iscritti rispetto agli altri paesi europei pone l’Italia in una posizione critica rispetto alla competitività ed alla qualità della categoria professionale. Basti significare che in Francia c’è un Avvocato per ogni 1500 abitanti, in Inghilterra il rapporto è 1 a 342, in Italia, invece, per ogni 273 cittadini c’è un legale.
Coglie, quindi, nel vivo la sensibilità del CNF su questa problematica ed i veri "Avvocati" si aspettano molto dal loro massimo Organo di rappresentanza perché agisca fattivamente sulla controversa problematica.
Trova l’appoggio di molti il progetto del CNF che propone di rafforzare i poteri degli Ordini locali, sino a consentire agli stessi la cancellazione dagli Albi per i non effettivi/operativi.
Sull'argomento - estremamente delicato - vanno fatti, tuttavia, dei necessari distinguo: vanno assolutamente tutelati i giovani Avvocati che hanno appena intrapreso la professione - tra l'altro sempre più densa di difficoltà per chi inizia la carriera forense - e che quindi possono avere un'identificazione di reddito non in linea con i parametri imposti dalla Cassa Forense.
Altresì, va altrettanto nettamente affermato che ogni cambiamento ed intervento dovrà rientrare in una Riforma complessiva dell’Avvocatura che dovrà coinvolgere anche il tirocinio, la pratica e soprattutto l’esame di abilitazione. Quindi, se ci dovranno essere degli interventi – molti dei quali attesi e necessari – gli stessi dovranno avere una natura organica e globale nell’ambito di una Riforma ormai improcrastinabile.
Riforma, però, che ad oggi resta una chimera.
Anche su questo valga come esempio l’ultima dichiarazione del Presidente Alpa che ha detto: “Sono 30 anni che si discute di riforme, si iniziò nel 1947 addirittura quando si pose il problema di rivedere le norme del 1933, ma ad oggi nulla si è mai fatto…….”.
Non possiamo che auspicare che in questa nuova Legislatura - dove tra Camera e Senato sono stati eletti un numero elevatissimo di Avvocati - si riesca finalmente a "partorire" la tanto attesa Riforma dell'Avvocatura miraggio e sogno di decine di governi del passato.

Antonio Conte