Il paradosso è nella dialettica del divenire
Sappiamo che i Giudici
hanno deciso per
Eluana: si potranno
interrompere i sostegni per
quella vita vegetativa ed impropria
del suo corpo. Ho
cercato parole, per la proposizione
soprascritta, ed
unendo questa a quella vita
vegetativa ed
impropria…sono rimasto ai
margini della verità che vorremmo
darci tutta intera.
Per noi ..per lei ..per quel
più che non possiamo sapere.
Esse est percepi? Cosa è
la percezione, è fondamento
del vivere, qui, non c’è dubbio.
Ora l’organismo di
Eluana, può, sussumere,
percepire cioè, quanto le
viene dato per esistere solo
come organismo nell’osmosi
necessaria al suo mantenersi
organico. Questo è un percepire
senza coscienza, teleologicamente
organico al corpo
di Eluana, nei limiti in
cui è. I presidi medici hanno
potuto mantenere questo livello,
per Eluana e lo potrebbero
ancora per il tempo
che è concesso e non sappiamo,
ma non possono dare
coscienza all’organismo.
Questo, per quanto sappiamo,
se l’elettroencefalogramma
è piatto irreversibilmente.
Ecco allora la necessità
di una scelta per
sciogliere il dilemma che
non riguarda Eluana ma la
coscienza sociale confortata
dalla conoscenza dello stato
di “Eluana”. Oltre le colonne
di Ercole non possiamo
andare: queste sono le vigili
forme della impossibilità di
superarle, quale che sia il
molo a cui attraccare la nostra
barca. Il paradosso è
nella dialettica del divenire,
che è possibile decifrare solo
come il principio di indeterminazione
pone, giunti
che siamo ad una soglia che
non possiamo superare. Siamo
sbilanciati nel mistero e
rimane il dramma nella nostra
coscienza. Ecco allora
la sentenza che deve ancorarsi,
nella scelta, al rispetto
di quei dati e di quelle norme
che possono essere decifrate
per costituirla come
giustizia. Questo nell’impossibilità
di adagiarsi in
una legge che ancora non
c’è. Una legge che decifrerà
i limiti che il rispetto
del diritto della persona ed
alla persona impone? Ordinati,
nel tempo della vita cosciente
di Eluana, i termini
della sua volontà permetteranno
l’adempimento di un
dovere che la coscienza sociale
impone. Ecco la necessità
del testamento biologico.
Giovanni Lombardi
Avvocato del Foro di Roma