Presidente della Camera Penale di Roma
La Camera Penale di Roma sta contrastando fortemente lo
sciopero bianco dei funzionari e dei cancellieri del Tribunale di
Roma. Al di là delle motivazioni che conosciamo, può dirci come
pensa che potrebbe essere risolto questo contrasto?
Non vi è dubbio che sussistano ragioni serie alla base della protesta,
tutte riconducibili alla situazione di autentico sfascio della amministrazione
giudiziaria. Dunque la soluzione deve essere ricercata
nel più generale rilancio della macchina amministrativa: ottimizzazione
delle risorse, razionalizzazione della organizzazione, informatizzazione,
managerialità nella gestione apicale degli uffici. Ciò
detto, è francamente intollerabile non solo la scelta di una modalità
di lotta fondata - come abbiamo avuto modo di chiarire nel nostro
documento- su erronei presupposti normativi, ma soprattutto la
constatazione che essa si risolva in un pregiudizio reale in danno
solo del diritto di difesa dei cittadini. Saremmo curiosi di sapere
se gli stessi ostacoli quotidianamente opposti alla nostra attività difensiva
vengano opposti anche ai Magistrati. Per esempio: se il fascicolo
deve essere custodito unicamente e rigorosamente dal cancelliere,
dobbiamo desumere che, da quando è iniziato lo sciopero
bianco, i funzionari impediscano ai Giudici relatori di portare il fascicolo
a casa per la preparazione dell'udienza o per la redazione
della sentenza? Mi permetto di dubitarne assai.
Cosa è scaturito dall'incontro in programma tra Lei e il Presidente
del Tribunale di Roma?
L'incontro del Direttivo CPR con il Presidente del Tribunale (e con
la Cancelliera Dirigente), tenutosi nell'ultima decade di dicembre,
ci consentì intanto di mettere il allerta i vertici degli Uffici, posto
che la vicenda era solo agli inizi. A seguito dell'incontro, peraltro,
il Presidente inoltrò una lettera circolare nella quale invitava tutti i
dipendenti, anche nell'esercizio della loro protesta, a mantenere
sempre un atteggiamento rispettoso delle esigenze dei difensori.
Noi preannunziammo un nostro approfondimento tecnico della
questione, il cui esito gli abbiamo comunicato: lo sciopero bianco,
come in questi giorni praticato, è illegittimo. Ora il Presidente ci
ha convocati per un incontro con dirigenza degli uffici e sindacati
il prossimo 20 febbraio. Un pò troppo in là, sicchè non escludiamo
nostre autonome iniziative.
Evidentemente questo sciopero si va a sommare ad una serie di
altre disfunzioni che esistono nella macchina giudiziaria. Qual
è la sua opinione sulla riforma della giustizia avanzata da questo
Governo? Cosa salva e cosa butta dalla torre?
E' in realtà difficile avere una opinione su una riforma della quale
non abbiamo ancora letto un rigo. Ci sono impegni, reiterati e pubblici,
del Ministro e del Presidente del Consiglio, che fanno esplicitamente
proprie le fondamentali richieste dei penalisti italiani:
separazione delle carriere, riforma del CSM. Perciò,noi abbiamo
fino ad oggi dato pieno credito a questi importanti impegni pubblici.
Ma è giunta l'ora dei fatti, anche perchè, per il resto, gli interventi
legislativi in materia penale sono stati tutti ispirati a logiche
illiberali, securitarie, lontane mille miglia dalla riforma liberale
della giustizia che si dice di volere realizzare.
Maria Serra