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Interviste: In Giustizia incontra Maurizio De Tilla
Posted by InGiustizia on Monday, February 09 @ 19:04:01 CET
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Il nuovo Presidente dell'OUA



Presidente de Tilla, quali sono i temi più urgenti che ha ritenuto necessario inserire nell’agenda delle attività svolte dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura?
La prima mozione approvata dall’Assemblea dell’OUA, tenutasi nei giorni 16 e 17 gennaio ha riguardato l’abrogazione della legge Bersani che ha violato la Costituzione e la normativa europea.
Il Parlamento europeo e la Corte di giustizia europea hanno più volte riconosciuto l’alta funzione sociale, l’indipendenza, il segreto e la confidenzialità quali valori fondamentali della professione di avvocato, considerandoli di pubblico interesse, e hanno, inoltre, sottolineato la necessità di regole finalizzate alla protezione di questi valori. Bersani ha, invece, ignorato questi principi sancendo norme ispirate ad un criterio di concorrenza dei prezzi, inapplicabili al mondo professionale, che finisce per ridurre la qualità del servizio a scapito dei consumatori. L’abolizione delle tariffe e dei minimi deglionorari è un intollerabile intervento legislativo che va subito rimosso, anche perchè in contrasto con i più recenti indirizzi del Parlamento europeo, in quanto non risulta imposto da un’esigenza di adeguamento al diritto comunitario.
La legge Bersani va immediatamente abrogata anche per un’altra ragione: fissa la nullità delle norme deontologiche in contrasto con la stessa legge, con ciò ignorando che i codici deontologici hanno un fondamento costituzionale. Tutto ciò è la precondizione per l’approvazione della nuova legge professionale forense.
Nello specifico, nel testo che l’avvocatura sta predisponendo è previsto tra l’altro che si vietino le società con soci di solo capitale e che si ristabilisca il divieto del patto di quota lite.
Altro tema importante è la riforma del processo civile. Le modifiche dovranno riguardare il numero dei riti, termini perentori anche ai giudici, che semplificazione di atti e sentenze. Non è, infine, da trascurare che la riforma del processo civile va accompagnata dalla razionalizzazione delle risorse esistenti (finanziarie, personali, organizzative e tecnologiche) che sono “sotto o male utilizzate”, nonchè da un incremento delle stesse. Ma anche un maggiore impegno dei singoli operatori (avvocati, magistrati, dirigenti e personale amministrativo), nonché dei capi degli Uffici giudiziari e del Ministero della giustizia (con maggior presenza di avvocati esperti), affinchè si eliminino le sacche di burocratizzazione e di autoreferenzialità.
L’organizzazione puntuale (e aziendale) del lavoro giudiziario, va in parallelo con la messa a regime del processo telematico e con la riforma della magistratura laica inquadrare in un rapporto di lavoro e nella previdenza) su presupposti di selezione e preparazione adeguata e di tenuta deontologica. A ciò si aggiungano vie autonome, quali gli istituti della mediazione e della conciliazione, affidati esclusivamente alle istituzioni forensi e agli avvocati.
Sulla riforma del giudizio per cassazione va osservato che l’emendamento approvato in Senato, che sanziona con l’inammissibilità il ricorso per cassazione nei confronti della sentenza di appello confermativa di quella di primo grado, lascerà gravemente pregiudicato il diritto di difesa di chi risultasse soccombente anche in appello. Si intende riformare il processo civile.vanificando una norma costituzionale (l’art. 111, secondo comma) che prevede che contro le sentenze pronunciate dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali è sempre ammesso ricorso in cassazione per violazione di legge. La proposta di limitazione del ricorso per cassazione trae fondamento dal numero enorme dei ricorsi che si sostiene sia alimentato anche dal numero spropositato di avvocati cassazionisti.
Il rimedio proposto è, però, peggiore del male.
Per evitare il lamentato inconveniente si dovrebbe, da un canto, escludere (con norma costituzionale) dal giudizio per cassazione le vertenze di esiguo valore, e dall’altro ridurre il numero dei cassazionisti con criteri di effettività e formazione permanente. Invece che intervenire incisivamente sui due evidenziati aspetti, si vuole – nei fatti – eliminare la ammissibilità di gran parte dei giudizi per cassazione. Selezionare i ricorsi va bene, ma non certamente con norme contrarie alla Costituzione.
La inammissibilità preliminare (che è poi infondatezza) chi poi la decide? E con quali garanzie per la difesa? Con quale contraddittorio?Cosa ne pensa dello scontro tra magistratura e politica e tra gli stessi uffici giudiziari? La invadenza della magistratura nella gestione della politica ha oramai radici molteplici: la volontà di alcuni giudici di condizionare il sistema politico e determinarne la prosecuzione o il cambiamento; la determinazione di altri giudici di incidere doverosamente sulla etica dei comportamenti dei pubblici amministratori; la confusione tra ruoli istituzionali che non dovrebbe esistere in una giurisdizione che abbia come finalità la tutela del bene pubblico e dei valori della società. In altri termini si assiste a ripetute deviazioni delle finalità della giustizia alla quale l’avvocatura assiste impotente. Per le terapie ci sentiamo di condividere i sei punti della proposta del Presidente della Camera (riforme condivise, efficienza del sistema giudiziario - maggiori risorse, più managerialità, interventi sul processo civile -priorità individuate dal Parlamento per l’esercizio dell’azione penale, riforma del Csm, la separazione delle carriere dei magistrati, garantendone l’autonomia, evitare gli abusi nelle intercettazioni), il quale con l’autorevolezza e l’obiettività della sua funzione tenta di individuare i rimedi per eliminare le principali cause della crisi della Giustizia. Occorrono interventi incisivi ed immediati.
C’è un crescente sentimento di sfiducia nei confronti della giustizia che mina fortemente di nuovo le fondamenta della nostra democrazia.
La stella polare di una riforma per il cittadino deve essere quella di restituire efficienza al sistema giustizia.
In una sua nota ha detto che l’ Oua lancerà una forte iniziativa politica per sancire il valore costituzionale dell’avvocatura. Ci può anticipare qualcosa? Insediandomi alla presidenza dell’OUA ho sentito subito la necessità di formulare alcune riflessioni per un dibattito che si concentri su un progetto complessivo che possa riconoscere all’Avvocatura una posizione di grande rilevanza costituzionale.
L’OUA dovrà riprendere, con efficace determinazione, una proposta già formulata insieme alle altre componenti dell’Avvocatura.
Se il processo è la sede propria dell’esercizio della giurisdizione, dalla rilevanza costituzionale della difesa affidata agli avvocati dall’art. 24 della Costituzione non può che trarsi una sola conseguenza: l’Avvocatura, come la Magistratura, è uno dei soggetti della giurisdizione.
La identità dell’Avvocatura trae fondamento da una configurazione storicogiuridica che ne evidenzia gli indeclinabili connotati di autonomia e di indipendenza che possono equipararsi alle guarentigie della Magistratura.
Da questa premessa deriva la fondatezza della proposta formulata dall’OUA di configurare un cambiamento della rubrica del Titolo Quarto della Parte Seconda della Costituzione con la dicitura “La giurisdizione”.
Il Titolo andrebbe suddiviso in tre sezioni: la prima dedicata ai principi fondamentali della funzione giurisdizionale, la seconda contenente i principi riguardanti la Magistratura, la terza i principi relativi all’Avvocatura e quindi alla difesa dei cittadini.
Mi soffermo sulla prima e sulla terza sezione rinviando ad un’altra occasione le riflessioni sulla seconda sezione riguardante la Magistratura.
Nella sezione prima andrebbe sancito il principio dell’essenzialità delle funzioni delle due componenti della giurisdizione, della loro indipendenza, nonché della terzietà del giudice e dell’assoluta parità tra le parti nel processo. Con l’esplicito impegno della Repubblica ad assicurare una ragionevole durata del processo e l’adeguatezza degli strumenti e dei costi della giustizia.
Nella sezione terza andrebbe sancito il principio che la difesa affidata agli avvocati è funzione essenziale in ogni procedimento giudiziario.
L’indipendenza dell’Avvocatura è un principio inderogabile e tende a garantire la tutela dei diritti, della libertà e della dignità della persona.
Per il ruolo che assume nel contesto della giurisdizione, l’Avvocatura può concorrere, con propri rappresentanti, all’Amministrazione della giustizia nelle diverse articolazioni (Consiglio Giudiziario [senza limitazioni], Ministero della Giustizia, etc.).
La costituzionalizzazione dell’Avvocatura comporta inoltre che l’ordinamento forense, al pari dell’ordinamento giudiziario, costituisce un momento essenziale dell’Amministrazione della giustizia.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha chiesto il suo intervento per difenderlo dallo sfratto del Palazzo di Giustizia di piazza Cavour. Cosa intende fare?
L’OUA è già precedentemente intervenuta a favore del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma facendo propria la linea di opposizione allo sfratto dal Palazzo di Giustizia.
In tutte le principali capitali d’Europa (Parigi, Bruxelles, Madrid etc.) l’Ordine degli Avvocati ha la sede principale nel Palazzo di Giustizia alla quale si accompagna un’ ulteriore sede esterna più funzionale e partecipata.

Carmen Langellotto

 
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