Il nuovo Presidente dell'OUA
Presidente de Tilla,
quali sono i temi più urgenti che ha ritenuto
necessario inserire nell’agenda delle attività
svolte dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura?
La prima mozione approvata dall’Assemblea dell’OUA, tenutasi nei giorni 16 e 17 gennaio ha riguardato l’abrogazione della legge Bersani che ha violato la Costituzione e la normativa europea.
Il Parlamento europeo e la Corte di giustizia europea hanno più volte riconosciuto l’alta funzione sociale, l’indipendenza, il segreto e la confidenzialità quali valori fondamentali della professione di avvocato, considerandoli di pubblico interesse, e hanno, inoltre, sottolineato la necessità di regole finalizzate alla protezione di
questi valori. Bersani ha, invece, ignorato questi principi sancendo norme ispirate ad un criterio di concorrenza dei prezzi, inapplicabili al mondo professionale, che finisce per ridurre la qualità
del servizio a scapito dei consumatori. L’abolizione
delle tariffe e dei minimi deglionorari è un intollerabile intervento legislativo che va subito rimosso, anche perchè in contrasto con i più recenti
indirizzi del Parlamento europeo, in quanto non risulta imposto da un’esigenza di adeguamento al diritto comunitario.
La legge Bersani va immediatamente abrogata anche per un’altra ragione: fissa la nullità delle norme deontologiche in contrasto con la stessa legge, con ciò ignorando che i codici deontologici
hanno un fondamento costituzionale. Tutto
ciò è la precondizione per l’approvazione della nuova legge professionale forense.
Nello specifico, nel testo che l’avvocatura sta predisponendo è previsto tra l’altro che si vietino le società con soci di solo capitale e che si ristabilisca il divieto del patto di quota lite.
Altro tema importante è la riforma del processo civile. Le modifiche dovranno riguardare il numero dei riti, termini perentori anche ai giudici, che semplificazione di atti e sentenze. Non è, infine,
da trascurare che la riforma del processo civile
va accompagnata dalla razionalizzazione delle risorse esistenti (finanziarie, personali, organizzative e tecnologiche) che sono “sotto o male utilizzate”, nonchè da un incremento delle stesse. Ma anche un maggiore impegno dei singoli operatori (avvocati, magistrati, dirigenti e personale amministrativo), nonché dei capi degli Uffici giudiziari e del Ministero della giustizia (con maggior presenza di avvocati esperti), affinchè si eliminino le sacche di burocratizzazione e di autoreferenzialità.
L’organizzazione puntuale (e aziendale) del lavoro giudiziario, va in parallelo con la messa a regime del processo telematico e con la riforma della magistratura laica inquadrare in un rapporto di
lavoro e nella previdenza) su presupposti di selezione e preparazione adeguata e di tenuta deontologica. A ciò si aggiungano vie autonome,
quali gli istituti della mediazione e della conciliazione, affidati esclusivamente alle
istituzioni forensi e agli avvocati.
Sulla riforma del giudizio per cassazione va
osservato che l’emendamento approvato in Senato, che sanziona con l’inammissibilità
il ricorso per cassazione nei confronti della sentenza di appello confermativa di quella di primo grado, lascerà gravemente pregiudicato il diritto di difesa di chi risultasse soccombente anche
in appello. Si intende riformare il processo civile.vanificando una norma costituzionale
(l’art. 111, secondo comma) che prevede
che contro le sentenze pronunciate dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali è sempre ammesso ricorso in cassazione per violazione
di legge. La proposta di limitazione del ricorso per
cassazione trae fondamento dal numero enorme dei ricorsi che si sostiene sia alimentato
anche dal numero spropositato di avvocati cassazionisti.
Il rimedio proposto è, però, peggiore del male.
Per evitare il lamentato inconveniente si dovrebbe,
da un canto, escludere (con norma costituzionale) dal giudizio per cassazione le vertenze di esiguo valore, e dall’altro ridurre il numero dei cassazionisti con criteri di effettività e formazione
permanente. Invece che intervenire
incisivamente sui due evidenziati aspetti, si vuole – nei fatti – eliminare la ammissibilità di gran parte
dei giudizi per cassazione. Selezionare i ricorsi va bene, ma non certamente con norme contrarie alla Costituzione.
La inammissibilità preliminare (che è poi infondatezza) chi poi la decide? E con quali garanzie per la difesa? Con quale contraddittorio?Cosa ne pensa dello scontro tra magistratura e politica e tra gli stessi uffici
giudiziari?
La invadenza della magistratura
nella gestione della politica
ha oramai radici molteplici:
la volontà di alcuni
giudici di condizionare il sistema
politico e determinarne
la prosecuzione o il cambiamento;
la determinazione
di altri giudici di incidere
doverosamente sulla etica
dei comportamenti dei pubblici
amministratori; la confusione
tra ruoli istituzionali
che non dovrebbe esistere in
una giurisdizione che abbia
come finalità la tutela del
bene pubblico e dei valori
della società. In altri termini
si assiste a ripetute deviazioni
delle finalità della giustizia
alla quale l’avvocatura
assiste impotente. Per le terapie
ci sentiamo di condividere
i sei punti della proposta
del Presidente della Camera
(riforme condivise, efficienza
del sistema giudiziario
- maggiori risorse,
più managerialità, interventi
sul processo civile -priorità
individuate dal Parlamento
per l’esercizio dell’azione
penale, riforma del Csm, la
separazione delle carriere
dei magistrati, garantendone
l’autonomia, evitare gli
abusi nelle intercettazioni),
il quale con l’autorevolezza
e l’obiettività della sua funzione
tenta di individuare i
rimedi per eliminare le principali
cause della crisi della
Giustizia. Occorrono interventi
incisivi ed immediati.
C’è un crescente sentimento
di sfiducia nei confronti della
giustizia che mina fortemente
di nuovo le fondamenta
della nostra democrazia.
La stella polare di una
riforma per il cittadino deve
essere quella di restituire efficienza
al sistema giustizia.
In una sua nota ha detto
che l’ Oua lancerà una forte
iniziativa politica per
sancire il valore costituzionale
dell’avvocatura. Ci
può anticipare qualcosa?
Insediandomi alla presidenza
dell’OUA ho sentito subito
la necessità di formulare
alcune riflessioni per un dibattito
che si concentri su un
progetto complessivo che
possa riconoscere all’Avvocatura
una posizione di
grande rilevanza costituzionale.
L’OUA dovrà riprendere,
con efficace determinazione,
una proposta già formulata
insieme alle altre
componenti dell’Avvocatura.
Se il processo è la sede
propria dell’esercizio della
giurisdizione, dalla rilevanza
costituzionale della difesa
affidata agli avvocati dall’art.
24 della Costituzione
non può che trarsi una sola
conseguenza: l’Avvocatura,
come la Magistratura, è uno
dei soggetti della giurisdizione.
La identità dell’Avvocatura
trae fondamento da
una configurazione storicogiuridica
che ne evidenzia
gli indeclinabili connotati di
autonomia e di indipendenza
che possono equipararsi alle
guarentigie della Magistratura.
Da questa premessa deriva
la fondatezza della proposta
formulata dall’OUA di
configurare un cambiamento
della rubrica del Titolo
Quarto della Parte Seconda
della Costituzione con la dicitura
“La giurisdizione”.
Il Titolo andrebbe suddiviso
in tre sezioni: la prima dedicata
ai principi fondamentali
della funzione giurisdizionale,
la seconda contenente i
principi riguardanti la Magistratura,
la terza i principi
relativi all’Avvocatura e
quindi alla difesa dei cittadini.
Mi soffermo sulla prima
e sulla terza sezione rinviando
ad un’altra occasione le
riflessioni sulla seconda sezione
riguardante la Magistratura.
Nella sezione prima
andrebbe sancito il principio
dell’essenzialità delle funzioni
delle due componenti
della giurisdizione, della loro
indipendenza, nonché
della terzietà del giudice e
dell’assoluta parità tra le
parti nel processo. Con l’esplicito
impegno della Repubblica
ad assicurare una
ragionevole durata del processo
e l’adeguatezza degli
strumenti e dei costi della
giustizia.
Nella sezione terza andrebbe
sancito il principio che la difesa
affidata agli avvocati è
funzione essenziale in ogni
procedimento giudiziario.
L’indipendenza dell’Avvocatura
è un principio inderogabile
e tende a garantire la
tutela dei diritti, della libertà
e della dignità della persona.
Per il ruolo che assume nel
contesto della giurisdizione,
l’Avvocatura può concorrere,
con propri rappresentanti,
all’Amministrazione della
giustizia nelle diverse articolazioni
(Consiglio Giudiziario
[senza limitazioni], Ministero
della Giustizia, etc.).
La costituzionalizzazione
dell’Avvocatura comporta
inoltre che l’ordinamento forense,
al pari dell’ordinamento
giudiziario, costituisce
un momento essenziale
dell’Amministrazione della
giustizia.
Il Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Roma ha
chiesto il suo intervento
per difenderlo dallo sfratto
del Palazzo di Giustizia di
piazza Cavour. Cosa intende
fare?
L’OUA è già precedentemente
intervenuta a favore
del Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Roma facendo
propria la linea di opposizione
allo sfratto dal Palazzo
di Giustizia.
In tutte le principali capitali
d’Europa (Parigi, Bruxelles,
Madrid etc.) l’Ordine degli
Avvocati ha la sede principale
nel Palazzo di Giustizia
alla quale si accompagna
un’ ulteriore sede esterna
più funzionale e partecipata.
Carmen Langellotto