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Interviste: Umberto Croppi, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Posted by InGiustizia on Thursday, May 14 @ 16:38:18 CEST
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Il "Bombacci" del terzo millennio

Da ragazzo era un giovane fascista del Fuan partecipando a scontri e manifestazioni. Militante del MSI durante i difficili anni di piombo fino al 1991. Uscito dal partito, si impegna nei nuovi soggetti della politica di quegli anni divenendo capogruppo dei Verdi e uno tra i fondatori di “Nessuno Tocchi Caino”. Infine, abbandonate le esperienze partitiche, per i casi della vita inizia ad occuparsi a tempo pieno di cultura ed editoria. Scrittore e saggista, è autore di numerose opere oltre ad essere un eccellente esperto di comunicazione. Oggi Umberto Croppi, classe 56’, ricopre la carica di Assessore alle politiche culturali e alla comunicazione del Comune di Roma sotto la giunta Alemanno. Lo ha incontrato, nel suo Ufficio di Piazza Campitelli, l’Avvocato Romolo Reboa, Direttore Responsabile della prestigiosa rivista giuridica In-Giustizia La Parola al Popolo.
D. Umberto Croppi, un personaggio particolare, il fascista più comunista degli anni di piombo. Questa rivista vuole iniziare non con l’assessore, ma con il fondatore di “Nessuno Tocchi Caino”.
R. Ingiustizia mi rievoca la barca di Enrico, un marinaio di Porto Ercole che d’inverno faceva il tombarolo e d’estate affittava il suo gozzo e che frequentavo da adolescente. Un personaggio alla Tomas Milian…, fuori dagli schemi, con pochi soldi in tasca, che affittava la barca all’intellighenzia comunista ricca di allora: era l’unico missino di Porto Ercole.
D. Dall’anticonformismo di “La Voce della Fogna” alla fondazione di “Nessuno Tocchi Caino”?
R. Noi avevamo fatto una bandiera di «La Voce della Fogna», giornale di chi non era accettato, ma ribaltava questa sua marginalità.. Da lì imponemmo nel dibattito politico alcuni argomenti anche di rottura col nostro mondo. Già allora eravamo contro la pena di morte mentre il MSI/DN raccoglieva firme per ripristinarla!
Così arrivai alla conoscenza di Sergio D’Elia e Maria Teresa Di Lascia, e alla partecipazione all’Assemblea di Bruxelles dove nacque “Nessuno Tocchi Caino” derivazione della “Lega internazionale di parlamentari e cittadini per l’abolizione della pena di morte”. Un impegno che continua tuttora, malgrado l’onere dell’Assessorato.
D. Il Comune di Roma farà iniziative culturali all’interno delle carceri?
R. Ci sono dei fili diretti con i presidenti di varie organizzazioni. Cito fra i tanti, Carmen Bertolazzi, che opera attivamente all’interno delle carceri e con la quale abbiamo ipotizzato una futura collaborazione per iniziative in tal senso.
D. Quale modello culturale per una città come Roma e quale città nel mondo si avvicina a questo modello ideale?
R. Ritengo che i modelli imitativi non funzionino. Roma presenta peculiarità tali da renderla unica. Solo Roma ha 2500 anni di storia, quasi sempre da protagonista e teatro di sperimentazioni, innovazioni culturali, architettoniche, monumentali, artistiche, giuridiche in un territorio sempre abitato dall’uomo, amalgamando generi e epoche. Questa specificità è difficile da comprendere anche ai turisti che visitano la città e che, a volte, non comprendono la profondità dello scenario in cui si muovono.
D. Recentemente si è parlato anche del progetto “WikiRoma”…
R. Sì, un ‘enciclopedia virtuale ed auto-implementabile. Noi abbiamo accumulato un know-how nel rapporto con la storia che appunto non ha eguali. L’ambizione è inserire Roma nei circuiti internazionali dai quali negli ultimi anni era ormai esclusa. Il nostro grande sforzo è proprio quello di attivare le leve culturali per far sì che Roma rientri nei grandi circuiti internazionali della produzione della cultura.
D. Tra le iniziative delle precedenti amministrazioni, ricordo “Imperatori alla sbarra” a Massenzio vicina per taglio a questa testata, cioè la logica del processo per poter la storia.
R. Quella è una fase conclusa. E’ stata una formula interessante, ma in prospettive immediate non sono previsti dei format analoghi. Stiamo continuando alcuni esperimenti, quale la collaborazione con l’editore Laterza sulle lezioni di storia in piazza Campidoglio.
Mio intento è sottolineare con quel tipo di manifestazione la contraddittorietà. Noi siamo portati a dare per scontato la storia, ma poi scopriamo che invece anche la storia più antica è stata difforme e contraddittoria. Quindi reputo importante anche il racconto della contraddittorietà. D. Come può una città come Roma competere nei circuiti culturali internazionali senza una rete capillare di informatizzazione gratuita?
R. La copertura della rete Wi-Fi o Wimax è uno dei pezzi importanti del nostro progetto. Però noi stiamo cercando di fare di più. Per esempio ai Mercati di Traiano con l’IBM abbiamo fatto un esperimento di tagg leggibili attraverso il cellulare, facendone oggetto anche di una sorta di caccia al tesoro e coinvolgendo i bambini proprio per dimostrare l’accessibilità di questo tipo di tecnologie. Inoltre, abbiamo sperimentato al Foro di Nerva tecnologie di visioni 3D attraverso occhiali portatili. Ora questi e tanti altri esperimenti simili piano pian diventeranno un sistema. Tutto questo avrà in prospettiva come cuore pulsante di questa rete una sorta di “Museo della Città” basato su tecnologie che consentano di “leggere” Roma in ogni suo punto.
D. Quale risposta a chi ha definito Umberto Croppi l’assessore dei tagli alla cultura?
R. La giunta Alemanno ha destinato alla cultura più soldi di qualsiasi giunta precedente. Veltroni, prima di dimettersi, aveva previsto per il 2008 una spesa minore rispetto all’anno precedente. In sede di assestamento del bilancio 2008 l’abbiamo elevata a 162 milioni, con un incremento di due punti percentuali rispetto al totale della spesa corrente, spendendo quindi di più. Razionalizzando la spesa ed utilizzando sponsorizzazioni quest’anno ci permettiamo il «lusso» di fare più manifestazioni… Altro che tagli nella spesa, sono aumentate in grande misura le iniziative. Ad esempio, quest’anno apriremo l’ “Estate Romana”, oltre che col tradizionale Festival delle Letterature con una manifestazione dedicata all’editoria romana in piazza del Popolo.
D. La cultura del dialetto romanesco rientra nei progetti dell’Assessorato?
R. Non ci sono iniziative dirette sul dialetto. Però stiamo riservando molto spazio alla valorizzazione di tradizioni culturali che indirettamente abbracciano anche le forme dialettali. Ad esempio il Carnevale romano ha coinvolto la città in oltre quaranta iniziative. Un altro appuntamento tradizionale cui daremo corso a breve è il 24 giugno p.v., per San Giovanni, la festa tradizionale di Roma. Assisteremo alla rivalutazione di alcune forme ormai storicizzate per concludere la manifestazione con un musical di Branduardi, in cui verranno riadattate le tradizioni legate alla festa di San Giovanni.
D. E sulla “Festa de’ Noantri”?
R.Alla Festa de’ Noantri in senso stretto viene data molta attenzione. Alemanno già da alcuni anni è ospite sulla barca per la tradizione della Madonna Barcarola: un’iniziativa che dura un mese e forse più, nata spontaneamente per volontà di privati. Quest’anno per la prima volta il Comune partecipa direttamente con il patrocinio. E come accadeva una volta, la Festa si svolgerà sulla sponda occidentale del Tevere.
D. Recentemente l’Assessorato alla Cultura in occasione del centenario del Futurismo ha curato una rassegna di fumetti partigiani. E’ innegabile che questi eventi siano espressione di un modus operandi trasversale. E’ da questo presupposto che si muove e si indirizza la tua attività di Assessore? R. Chi governa una città complessa come Roma deve aver coscienza di gestire la complessità. Non si può coprire la carica di assessore per affermare una parte della cultura o della politica. La rassegna di fumetti partigiani, rientra tra le attività svolte dalla “Casa della Memoria”, istituzione comunale che appunto svolge opera di conservazione, studio e valorizzazione del patrimonio partigiano. Per quanto riguarda invece il mio approccio culturale, da tempo, ho compreso che la forma, i contenuti, l’estetica dei partiti che noi abbiamo conosciuto non esiste più. E quindi bisogna, ripeto, governare la complessità.
Sicuramente la complessità rappresenta da anni uno dei miei riferimenti personali. Mi sento abbastanza in sintonia con l’ esigenza di interagire con soggetti diversi.
D. Tra i personaggi di epoca fascista, ti senti vicino concettualmente ad un “Bombacci”?
R. Per certi aspetti sì. Intanto perché il filone culturale cui ho fatto riferimento nel mio interno all’MSI passava attraverso la figura di Beppe Niccolai, un “bombacciano”, un comunista prestato al fascismo. E poi perché Bombacci rappresenta una metafora interessante di chi riesce a cambiare posizione nella propria vita. Fondatore insieme a Bordiga del partito comunista, comunista durante il fascismo, si ritrova ad aderire alla repubblica sociale e a morire fucilato gridando “Viva Mussolini!Viva il socialismo!”. Essere coerenti con la propria weltaschung nella consapevolezza di mutare in maniera radicale le posizioni di appartenenza, è uno stile di vita nel quale mi riconosco.

Carmen Langellotto

 
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