Bagarre tra avvocati per la sede del Palazzaccio
Doveva essere la campana della rivolta degli avvocati.
La campana ha suonato ma quella della contestazione e delle polemiche in seno agli Avvocati, i quali oltre a dimostrarsi più litigiosi
dei propri clienti non sono sembrati molto interessati dal problema. Poche persone rispetto a quando la sala era gremita e che in realtà non sembravano sapere cosa volevano. Un incontro
realizzato e fortemente voluto dal Consiglio dell’Ordine, per salvare da una “decisione ingiusta e
alquanto arbitraria” la casa “consiliare” consegnata all’Avvocatura romana fin dal 1911. Ma l’evento nato sotto il buon auspicio della solidarietà tra colleghi, ben presto ha assunto altre pieghe
deviando dall’attenzione generale dell’assemblea riunita l’oggetto principe di discussione. Nonostante il susseguirsi continuo di attività svolte da parte del
Consiglio, non appena ricevuta la scioccante notizia di “sfratto”, per scongiurare l’improvida iniziativa, il dibattito nell’ Aula avvocati si è acceso e da più parti si sono sollevate voci di protesta e contestazione circa le iniziative intraprese, ritenute insufficienti e vane. In un’atmosfera surriscaldata,
i principi del Foro romano si sono dati battaglia senza esclusione di colpi tanto che ai presenti
silenti è sembrato più uno scontro a sfondo elettorale che un incontro caratterizzato da spirito solidale e unitario dell’Avvocatura per far fronte all’imminente rilascio degli storici locali di piazza Cavour, rilascio tra l’altro confermato anche dalla pronuncia del Tar del Lazio in merito a questa incredibile vicenda. Lo scontro iniziato a suon di campana il 16 giugno scorso, è proseguito
anche nei giorni successivi con lettere, proteste, prese di posizione che hanno infervorato ancor più gli animi dei togati che ora persa una battaglia sono pronti a vincere la guerra. Ma contro
chi? Se stessi o chi vuole porre fine a cento anni di
pacifica convivenza?
Carmen Langellotto