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Avvocatura: Ma che vuole Dominioni
Posted by Reboa on Friday, July 31 @ 17:42:13 CEST
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Ma che vuole Dominioni

Secondo il Presidente delle Camere Penali Oreste Dominioni il “Patto per la Giustizia” firmato il 10 luglio in Cassazione da ANM, OUA e Sindacati del personale giudiziario - artefice e sponsor Maurizio de Tilla – è “ inutile propaganda” .
E’ - incalza Dominioni – una “improvvida iniziativa al ribasso” con cui si evadono i temi di una seria riforma della Giustizia penale e si appiattisce l’Avvocatura “sulle istanze di conservazione della magistratura associata” ( da Corsera dell’11.07.2009).
Critiche ingenerose che sembrano in realtà rivolte, più che alla sostanza e agli scopi della iniziativa, all’attivismo di de Tilla, nuovo Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, che, alla guida dell’ Organismo Forense, pone a frutto l’esperienza acquisita sui problemi dell’Avvocatura al vertice della Cassa Avvocati e dell’Organismo Internazionale dell’Avvocatura nel corso di innumerevoli occasioni di approfondimento e dibattito. L’iniziativa intelligente e tempestiva di de Tilla turba all’evidenza gli equilibri consolidati; tra questi in particolare la pretesa delle Camere Penali di esclusiva egemonica sui problemi della giustizia.
Senonchè proprio le Camere Penali non hanno titolo alla critica; ed infatti tra le ragioni della debolezza dell’avvocatura italiana sul piano delle riforme v’è il rifiuto dell’Unione delle Camere Penali di far parte organicamente e unitariamente .degli Organismi di rappresentanza degli avvocati.
Questa apartheid nasconde in realtà il disegno di una collocazione antinomica rispetto alla Magistratura vista come avversario da combattere o condizionare, non si sa bene se per scelta culturale o per mandato politico. De Tilla invece, con brillante intuizione, mira ad associare più debolezze - Magistratura Avvocatura Personale della giustizia – così da accrescerne la forza contrattuale nei confronti del potere politico che, al di là di roboanti promesse e di mini riforme cartacee, nulla fa da sempre per potenziare e rendere tempestivo ed efficace il sistema delle tutele. E poi, e poi finalmente, per mano di de Tilla, è l’Avvocatura che prende l’iniziativa, è l’Avvocatura che si presenta al pubblico degli utenti come protagonista. Ed ecco che nel telegiornale nazionale di maggiore ascolto de Tilla, a nome dell’Avvocatura Italiana, presenta al Capo dello Stato il nuovo ordinamento forense. Era ora! Questa è la strada.
Altro che appiattirsi sulle istanze di conservazione della Magistratura. Il programma deve essere piuttosto quello di non appiattirsi sul programma di conservazione dello statu quo che, sulla crisi della giustizia, è stata sempre, ieri e oggi la scelta costante della classe politica di destra o di sinistra.
Ovviamente non bastano le presenze e gli schieramenti. Resta il problema dei contenuti che registrano purtroppo ancora le istanze di conservazione, queste si, della classe forense: come appare dal progetto del nuovo ordinamento forense in viaggio parlamentare, fermamente ancorato al passato; come appare dalla perdurante e deliberata assenza dell’Avvocatura italiana dal tavolo dal negoziato sull’economia del Paese nel quale incalzano ormai anche le piccole imprese. Ma questa è un’altra storia.

Giorgio Della Valle
Avvocato del Foro di Roma

 
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