La Regione ha compiuto
un buon passo
avanti per la difesa
di alcune categorie
deboli, come quelle dei
bambini e dei detenuti.
La Regione ha compiuto
un buon passo
avanti per la difesa
di alcune categorie
deboli, come quelle dei
bambini e dei detenuti.
La nostra attenzione è rivolta ora a questi ultimi,
per la costituzione di un
Garante dei Detenuti della
Regione Lazio che fa
onore all’intero Consiglio
Regionale.
A presiederlo un uomo di
garanzia, Angiolo Marroni,
che su InGiustizia spiega
le novità in materia.
D) Presidente, da chi è
composto e come è organizzato
l’Ufficio del Garante?
R) Dopo le modifiche alla
legge istitutiva, modifiche
apportate in sede di approvazione
della legge
sull’assestamento del bilancio,
l’Ufficio del Garante
non è più un organo collegiale, composto da
un presidente e due vice,
bensì è un organo monocratico.
Questo è accaduto per dargli
più capacità di agire
tempestivamente e più efficacemente nella sua attività.
Le legge però così modificata
prevede tuttavia la figura
di due coadiuvatori
che accompagnano l’azione
del garante in tutta la
sua futura attività. Questi
due coadiuvatori, tuttavia devono ancora essere eletti
dal Consiglio Regionale.
Questo ritardo, in ogni caso,
non è più ormai un
ostacolo all’attività del
Garante che potrà finalmente
iniziare ad operare
a partire dalla pubblicazione
sul Bollettino Ufficiale
della Regione Lazio
di questo nuovo assetto
istituzionale del garante.
L’organizzazione dell’ufficio
è prevista dalla legge regionale e dalla determinazione
dell’Ufficio di
Presidenza del Consiglio
Regionale. Esso sarà dotato
di personale dipendente
della Regione, nonché di
altro che potrà essere assunto
con contratti a tempo determinato. Per singole
questioni può anche avvalersi
di esperti.
Infine l’Ufficio sarà collocato
in una sede autonoma
a Roma, peraltro già individuata
ed impegnata.
D) Quali sono le sue funzioni
e suoi poteri?
R) La legge elenca i poteri
e le funzioni del Garante.
Esse sono molto ampie,
molto estese. Ovviamente
sono molto penetranti nei
confronti delle competenze
regionali e degli uffici
che lo gestiscono. Mi riferisco
alla sanità, alla formazione
professionale, al
lavoro, alla cultura, etc.
Inoltre il Garante può avviare
studi, ricerche, iniziative
per una promozione
legislativa nuova, verso
la Regione, il Parlamento,
la Comunità Europea.
Altra cosa è il rapporto
che il Garante deve instaurare
con le autorità
giudiziarie e con quelle
del dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria.
Qui spero che ci sia
una piena collaborazione
reciproca, all’interno di
una visione comune della
funzione costituzionale
della pena e quindi del
carcere.
Penso a protocolli d’intesa,
penso a rapporti che
consentano da subito al
Garante ed ai suoi collaboratori
di operare all’interno
delle carceri del Lazio,
così come oggi è consentito
ai consiglieri regionali.
Sarebbe assurdo che il
Garante, eletto all’unanimità
dal Consiglio Regionale,
a scrutinio segreto,
espressione dell’intera comunità
regionale venisse
contrastato nella sua attività
istituzionale e fosse
dotato di minimi poteri rispetto
a quelli che il singolo
consigliere regionale
già detiene.
Comunque su tutto ciò la
mia esperienza di «volontario
» del carcere mi rende
ottimista perché immagino
che nessun possa vedere
nel garante una specie
di invasore di campo,
un disturbatore di quiete.
D) Quali sono le categorie
di persone che potranno
beneficiare della
sua azione?
R) Prima di tutto i detenuti
del Lazio, anche i minori,
donne e uomini, in qualunque
regime detentivo essi
si trovino. Ovviamente
quando si parla di detenuti,
non si possono ignorare le
loro famiglie, i loro cari,
tutti quelli che possono o
vogliono segnalare situazioni
di disagio, esigenze
individuali collettive.
Penso però che il Garante
non debba trascurare, né
ignorare, anche le esigenze,
i problemi di tutti gli
operatori del carcere, polizia
penitenziaria, educatori,
psicologi, medici, personale
amministrativo.
Una buona condizione di
lavoro di questo personale,
una loro cultura ispirata al
recupero ed al reinserimento
rende il carcere migliore,
più vivibile.
Penso quindi sia giusto
che il Garante si preoccupi
anche dello stato dei rapporti
tra questi operatori
del carcere e gli stessi detenuti
e i loro familiari.
D) Questi soggetti potranno
rivolgersi direttamente
al Garante segnalando
le loro situazioni?
R) Come già detto, nessuno
di essi sarà escluso, a
nessuno sarà impedito
l’accesso, a nessuno sarà
negato l’ascolto.
Speriamo di essere in gradi
di fare questo in modo
aperto ed efficace.
D) Il Garante collabora
strutturalmente con altre
amministrazioni e organismi
pubblici in genere
o con organizzazioni non
governative?
R) Lo spirito che sarà alla
base dell’azione del Garante
sarà quello della collaborazione
con tutte le
amministrazioni statali e
locali, con ogni associazione
pubblica, privata,
con il volontariato laico e
religioso. In un impegno
così alto che attiene al rispetto
della persona, dei
suoi diritti fondamentali,
della sua dignità, non possono,
né devono avere diritti
di cittadinanza, pregiudizi di ordine religioso,
razziale, politico sociale.
D) Quali sono le priorità
dell’Ufficio nei suoi primi
mesi di vita?
Appena entrerò in funzione
sarà mia cura, unitamente
ai miei collaboratori,
precisare un programma
di attività futura, stabilirne
le priorità, sottoporle
al vaglio di chiunque
voglia intervenire,
farne la base dell’impegno che ci guiderà nel futuro
in questa nuova avventura
così stimolante,
così impegnativa e degna
di essere vissuta.