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Diritto: Nella riforma dell'ordinamento forense introdotti gli albi di specialità
Posted by InGiustizia on Thursday, November 26 @ 17:36:00 CET
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Chi ha paura dell'avvocato-specialista?

Si stringono davvero i tempi per la tanto sospirata riforma dell’ordinamento forense? Il Guardasigilli Alfano ha garantito che sarà approvata addirittura entro la fine del mese di Novembre. Ma dal Senato non giungono notizie incoraggianti. Il disegno di legge (composto da 65 articoli) mentre scriviamo è colà in discussione alla Commissione Giustizia, dove sarebbero stati presentati ormai circa 300 emendamenti. Tra i tanti, uno a modifica dell’art. 29 delle norme attuative del Codice di procedura penale in materia di elenchi e tabelle dei difensori d’ufficio. Si ipotizza che l’elenco degli stessi dovrà essere aggiornato annualmente dal Consiglio dell’ordine forense competente, garantendo le esigenze dei uffici giudiziari. Lo stesso consiglio dovrà redigere una relazione sull’andamento della difesa d’ufficio. Ancora, per l’iscrizione nell’elenco suddetto sarà necessaria l’iscrizione nell’elenco degli avvocati specialisti in diritto penale e non aver riportato sanzioni disciplinari superiori all’avvertimento nei cinque anni antecedenti la richiesta di iscrizione; l’irrogazione di una sanzione disciplinare comporterebbe l’immediata esclusione dal novero degli avvocati d’ufficio. L’albo speciale penale può essere una soluzione per aumentare la qualità del patrocinio legale in materia penale, specie per quanto concerne le difese d’ufficio? La proposta è stata rilanciata ultimamente anche dall’U.C.P.I. durante il congresso straordinario di Torino (“Chi ha paura della riforma”?). Nel disegno di legge presentato quest’anno dal C.N.F. all’art. 8 si parla della possibilità per gli avvocati di ottenere e poter indicare il titolo di “specialista” a seguito di percorsi formativi e professionali o di scuole e corsi di alta formazione ad hoc, previo esame da parte del C.N.F; il titolo però non comporterebbe riserva di attività professionale. Si tratta di una battaglia storica dell’U.C.P.I., al punto che il suo Presidente l’Avv. Oreste Dominioni ha annunciato dal palco di Torino che, anche se la riforma non andrà in porto, sulla “specializzazione” i penalisti italiani andranno avanti da soli. Dominioni ha parlato senza mezzi termini di «dequalificazione progressiva, e pare, inarrestabile dell’avvocatura che forse fa pure comodo a qualcuno». La “specializzazione” potrebbe davvero invertire questo trend negativo di morettiana memoria? L’avv. Francesco Gianzi, che coordina la Commissione per le difese di ufficio e per il patrocinio spese dello Stato all’Ordine degli Avvocati di Roma, definisce «indispensabile l’introduzione degli albi di specialità nel quadro della formazione obbligatoria, che va ripensata e collegata proprio alla specializzazione per aree tematiche». Gianzi puntualizza, poi, di aver dato in qualche modo il «buon esempio» anche su pressioni della Camera Penale di Roma e di altre associazioni forensi «strutturando in maniera più rigida il corso di abilitazione all’iscrizione nelle liste della difesa d’ufficio qui a Roma: due anni di corso a numero chiuso e con un minimo di presenze obbligatorie, per garantire un minimo di formazione che possiamo fornire con la legislazione vigente». Dall’altra parte della barricata il dr. Carlo Sabatini, magistrato presso il Tribunale penale di Roma, ritiene l’opzione degli albi di specialità per i legali come «positiva. C’è indubbiamente un problema di qualità dell’avvocatura, che rischia di essere travolta dai suoi stessi numeri e che potrebbe essere in parte ovviato da una specializzazione: soprattutto se accompagnate da forme – iniziali, o anche successive – di verifiche dei Consigli dell’Ordine…». Tuttavia Sabatini si chiede «se tali limitazioni siano compatibili con la normativa europea in tema di professioni legali», sottolineando altresì l’urgenza di una riflessione sul gratuito patrocinio a spese dello Stato «che sta diventando una forma di assistenza pubblica, sovente con grave scadimento di comportamenti e con pregiudizio dei diritti primari la cui tutela è affidata a un legale». Il magistrato a riguardo propone, anche tramite gli Osservatori sulla Giustizia Penale e con l’Associazione Nazionale Magistrati (A.N.M.) di «verificare soluzioni nuove». Concordiamo in pieno. Rimane un dubbio, però: chi ha paura dell’avvocato-specialista? Speriamo non gli avvocati stessi….

Rodolfo Capozzi
Avvocato del Foro di Roma

 
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