Tertio Millennio Film Festival

Si è svolta in questi giorni a Roma, la tredicesima edizione del Tertio Millennio Film Festival, a cura della Fondazione Ente dello Spettacolo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, dal titolo " Forme di Resistenza". Come anticipato dal Presidente della Fondazione, Dario Edoardo Viganò,"il Festival torna anche quest'anno a riflettere sul rapporto tra cinema e contemporaneità ed in particolare sulla connessione tra gesto estetico e gesto politico, scelta stilistica e operatività storica". Proprio allo scopo di approfondire tali tematiche non solo a livello visivo ma anche teorico e analitico, il Festival è stato aperto e preceduto da un convegno internazionale di studi dedicato alla riflessione sul tema "La Storia dopo il cinema. Percezione, senso, azione nel mondo visto", che al tavolo delle discussioni, coordinato da Serafino Murri, ha visto succedersi registi come Daniele Vicari e Marco Bellocchio docenti Universitari come Giorgio De Vincenti e personalità del clero e della cultura come S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e S.E. Claudio Maria Celli. In particolare S.E. Mons Gianfranco Ravasi ha delineato "una prima cornice legata al fatto che il Dicastero Vaticano della Cultura si interessa sempre di più al cinema, collaborando già da un po' con l'Ente dello Spettacolo e la Lumsa, questo per riuscire a stimolare la partecipazione dei registi di Paesi remoti, anche attraverso incontri diplomatici come sprone per attrarre sempre più autori. Una seconda cornice è invece quella che tenta di ricomporre il divorzio tra l'arte in tutte le sue iridescenze e il pubblico, un'arte che possa tornare ad interrogarsi sulla sintonia tra arte e fede". Durante le due giornate di lavori inoltre sono state proposte nuove maniere di fare cinema. Si è partiti dalla vicenda da tradurre in immagini vista sia in prospettiva orizzontale, come svolgimento nel tempo dei fatti avvenuti, che in maniera simultanea come vissuto personale di più soggetti dello stesso fatto, per approdare ad una sorta di prodotto cinematografico con più percorsi, dove il fruitore abbia la possibilità di seguire la storia vissuta da un personaggio del racconto, piuttosto che da un altro. Si è discusso sulla influenza che possono esercitare le immagini sull'essere umano, facendo accenno alle recenti scoperte sui neuroni specchio e quindi sulle relazioni tra cervello, immagine e comportamento. Argomenti che non possono lasciare indifferenti in riferimento alle implicazioni di ordine etico legate alla scelta del messaggio visivo inviato da chi lavora con le immagini, all'audience. Il Festival si componeva di due sezioni, la prima "A Est d'Europa. Forme di cambiamento", presentava opere di registi documentaristi che hanno avuto la possibilità di testimoniare la situazione politica russa e delle repubbliche ex sovietiche prima e dopo il cambiamento dell'impero sovietico. Gli artisti sono stati scelti in quanto i film sono esempio di come si possa allo stesso tempo, porre attenzione sia allo stile narrativo che alla critica ragionata di ciò che si sta mostrando attraverso le immagini. In questa sezione, film come -Durakovo: village of fools - e -The pipeline next door- di Nino Kirtadze; -Revue- di Sergei Loznitsa; -Mein Bruder. We'll meet again- di Thomas Heise. Nella sezione "Focus Iran"invece, sono stati presentati film e documentari che testimoniano il difficile cammino di cambiamento di quel paese. Molto interessanti i contribuiti presentati dalle registe Shalizeh Arefpour, Khatereh Hanachi e Firouzeh Khosrovani che in maniera diversa hanno posto l'accento su come la difficoltà di vivere sia ancora più tortuosa e tormentata per il genere femminile. Durante il Festival è stato proiettato in omaggio al regista Francesco Rosi, la copia restaurata del suo film "Uomini Contro" del 1970, ed in chiusura si è tenuto un evento speciale in onore del regista Bernard Émond, con la proiezione della sua trilogia su Fede, Speranza e Carità, il quale al quesito rivoltogli da più parti sul motivo per cui proprio un non credente come lui si definisce, si fosse occupato delle tre virtù teologali, ha risposto: " E'dal saggista del Québec Pierre Vadeboncoeur che ho trovato la risposta che meglio credo. Egli scrive che queste tre virtù attraversano la condizione umana e operano un capovolgimento delle cose. Vanno contro-corrente, contro il destino, contro l'ordine di un mondo spietato e disincantato. Sono sovversive". Il Tertio Millennio Film Fest ha avuto l'adesione del Presidente della Repubblica ed il sostegno del Comune di Roma, Assessorato alle politiche culturali.

Anna Gorrieri