Normalmente quando
si pensa alla
formazione di un
professionista nel settore
legale, sia che si tratti di
un avvocato, di un magistrato,
di un notaio, o di
un qualsiasi altro operatore
del diritto, le regole sono
sempre le stesse: buoni
studi, uno o più “maestri”
affermati, impegno costante,
aggiornamento
continuo.
Normalmente quando
si pensa alla
formazione di un
professionista nel settore
legale, sia che si tratti di
un avvocato, di un magistrato,
di un notaio, o di
un qualsiasi altro operatore
del diritto, le regole sono
sempre le stesse: buoni
studi, uno o più “maestri”
affermati, impegno costante,
aggiornamento
continuo.
Tutto importantissimo, ma
non basta. Le capacità di
un buon professionista
vanno poi applicate nella
vita quotidiana e nei rapporti
con le persone, siano
esse i clienti od altri “utilizzatori
finali” di questo
sapere così faticosamente
conquistato.
Parlare in pubblico in maniera
efficace, condurre al
meglio una riunione di lavoro,
perseguire i propri
obiettivi, organizzare uno
studio legale secondo criteri
manageriali, e soprattutto
organizzare la propria
giornata in modo da
svolgere con soddisfazione
e senza ansia i vari
compiti professionali, e,
perché no, anche trovando
lo spazio giusto per la famiglia,
lo sport, lo svago,
ecc, sono tutte cose che
non si imparano durante
un normale corso di studi.
Normalmente però chi sa
fare tutto questo ci appare
dotato di “una marcia in
più”, di un qualcosa di irraggiungibile
che si possiede
per doti naturali.
Invece sono tutte cose che
si imparano, sono competenze
personali che possono
essere, analizzate, approfondite
ed acquisite.
A tutti sarà capitato di essere
tormentati da una
scadenza, da un orario
previsto per una riunione
importante, e di sentirci
non abbastanza preparati.
Spesso la soluzione in
questi casi è sempre la
stessa: nottate in bianco,
salto del pasto od al massimo
panino veloce, caffè
a litri, ecc.
Ci sono altri modi per risolvere
il problema.
Chiediamo la soluzione ad
un esperto: il dr. Mauro
Mauruzj, esperto in sviluppo
risorse umane, Amministratore
delegato della
Master Wheel Associati
(Società partecipata IRI
Management).
D) Dr. Mauruzj, quante
volte abbiamo sentito - o
pensato noi stessi - la
classica frase: «ci vorrebbero
le giornate di 48
ore», o più semplicemente
quante volte diciamo
«non ho tempo»; esiste
un rimedio?
R) Il rimedio non solo esiste,
ma si può apprendere;
si chiama appunto Gestione
del Tempo ed è una disciplina
manageriale di
decisiva importanza, oggetto
di studi e di corsi
specifici.
Tutti siamo sottoposti ad
urgenze od emergenze, e
riusciamo a superarle tirando
fuori le nostre doti
personali. Per migliorare
la nostra risposta in queste
circostanze ci si può allenare,
ad esempio controllando
lo stress.
Il discorso si fa più interessante
quando ci si chiede:
«perché l’emergenza?».
La risposta
più
frequente è:
«dipende
dal mio lavoro,
è fisiologico
».
Ebbene,
questo in
realtà è solo
l’inizio:
questo è il
dato di partenza
uguale per quasi tutti
noi professionisti. Chi
ha, infatti, problemi di gestione
del tempo? Chi ne
ha in abbondanza o chi ritiene
di averne poco? Per
tutti esiste una “fisiologia”
delle emergenze. E’ da qui
che si parte per cercare di
migliorarsi.
Infatti esistono varie necessità,
alle quali corrispondono
vari comportamenti.
Ad esempio: i comportamenti
reattivi, cioè non
pensati: si reagisce semplicemente
allo stimolo,
senza scegliere; oppure i
comportamenti proattivi:
prima della reazione la
mente riflette e formula
una scelta. E’ evidente che
tutti subiamo dei condizionamenti,
delle pressioni,
ma la nostra riuscita in
queste situazioni-limite dipende
non tanto da quale
imprevisto od evento ci
arriva addosso, ma da come
sapremo reagire a questo
evento e la “risposta”
dipende dalla nostra preparazione
in proposito.
E’ sempre
possibile
quindi formulare
delle
scelte, ed
incidere
conseguentemente
sulla
realtà assumendosene
le responsabilità.
D) Dr. Mauruzj lei ci sta
dicendo quindi che la fatidica
frase «e che altro
potevo fare» può essere
evitata?
R) Nella maggior parte
dei casi si tratta di un alibi,
di un’autogiustificazione
che diamo a noi stessi.
D) E tutto questo che
rapporto ha con la gestione
del tempo? Può
suggerirci una sorta di
sistema per risolvere con
successo le emergenze?
R) Le emergenze si verificheranno
sempre. L’obiettivo
è abbassare la loro
frequenza. Per far questo
occorre prepararsi, quindi
aumentare la nostra efficienza
al riguardo. Non
esiste un sistema, né un
trucco speciale; i trucchi
sono contromosse specifiche
che ognuno di noi impara
con l’ esperienza.
Occorre pianificare. Passare
dall’organizzazione
del singolo pomeriggio all’organizzazione
settimanale,
mensile, ed alla lunga
scadenza. Fissare
obiettivi a lungo termine.
Gli americani, sempre efficaci
nelle figure metaforiche,
parlano di “logica
dell’aquila”: volare alto,
per vedere in prospettiva,
passando dall’efficienza
(logica del breve termine)
all’efficacia (logica del
lungo termine, per il conseguimento
dell’obiettivo).
L’obiettivo finale è la cosiddetta
eccellenza, cioè la
qualità complessiva degli
obiettivi conseguiti.
Tutto ciò che viene eseguito
bene viene eseguito
una sola volta: non occorre
rifarlo.
Sembra un lusso, ma fa risparmiare
tempo. Ed il
tempo è un bene prezioso.
Risparmiarlo vuol dire poterlo
dedicare a noi stessi,
alla famiglia, in altre parole
alla qualità della nostra
vita.
Di Costanzo Dario
Avvocato del Foro di Roma