Perchè i professionisti preferiscono Renata Polverini
Perché i candidati alla carica di Governatore del Lazio debbano occuparsi e preoccuparsi dei liberi
professionisti e del lavoro autonomo in generale è presto detto.
I soli professionisti iscritti in Albi nel Lazio sono circa 150.000 (il 15% dell’intero ceto nazionale) e
rappresentano una consistente “fetta” del PIL (i soli Avvocati ne hanno prodotto nel 2007 lo 0,6%).
Il loro indotto e poi rilevante in termini di servizi richiesti e posti di lavoro, stimabili in oltre 200.000
addetti.
In termini più brutali rappresentano un serbatoio elettorale di almeno 400.000 persone, e molti di loro sono anche opinion leaders. In una Regione ad alta percentuale di terziario possono essere dunque un fattore decisivo per la vittoria; i voti dei professionisti sono sempre stati prevalentemente di opinione e più che mai nel tempo attuale e vanno quindi conquistati con programmi concreti e credibili.
Più complesso invece è identificare i motivi per i quali i professionisti ed i lavoratori autonomi
dovrebbero preferire Renata Polverini ed Emma Bonino.
La Bonino vanta una “carriera” assai lunga; premiata da incarichi prestigiosi sia nazionali che
internazionali; ma sotto troppe e troppo diverse bandiere. Vanta dunque esperienza ed immagine, ma è lecito porsi delle domande; quali conoscenze territoriali e gestionali può vantare?; quali i prevedibili orientamenti per quel che attiene il nostro legittimo interesse di ceto?
Le esperienze e le relazioni conseguenti, per lo più estere, e macro economiche non presentano una
particolare utilità per i professionisti radicati per la più parte sul territorio; le relazioni poi sono prodotte naturalmente dalla carica e della personale socievolezza; dote questa che certo non manca alla Polverini.
La Polverini invece può capitalizzare al meglio le sue esperienze di leader sindacale attenta ai problemi dell’economia de territorio della formazione e del precariato; le aree cui si indirizza l’attenzione dei professionisti e degli autonomi.
La formazione all’accesso e quella continua, sono una esigenza ineludibile prevista da norme
comunitarie, statali e deontologiche; e soprattutto di espressa competenza regionale.
Non v’è granché differenza, se non per docenza ed organizzazione, con quella di altre categorie; quel
che conta è averne la sensibilità, l’attenzione, l’ottica di servizio per i professionisti e per i cittadini.
La formazione è lo strumento che garantisce le pari opportunità e seleziona secondo merito.
Quanto al “precariato” questi i dati sintetici; il fatturato del comparto nel 2009 è diminuiti di più del 30% ed in alcuni settori del 50%. In termini individuali tutte le fonti statistiche indicano che il tempo di attesa per una soddisfazione reddituale per i giovani professionisti è di 5 anni. I redditi medi dei giovani professionisti si attestano nei primi 10 anni dalla laurea intorno ai 1.200 euro per mese e le donne appaiono sensibilmente sfavorite, rispetto ai maschi. A definire il precariato, a prescindere dai simboli mediatici e dalle appartenenze sono: l’incertezza del reddito per se e la famiglia; la difficoltà di aggiornarsi in carenza di fondi e di strumenti accessibili a costi sostenibili.
L’intervento della Regione, che vanta una competenza concorrente specifica; nella regolazione del dubitoso mercato della formazione professionale; la predisposizione di un piano di incentivi mirati all’associazionismo ed all’incremento degli standard qualitativi avranno certamente un effetto positivo per il rilancio del ceto professionale, che è il perno ed il traino delle classi medie.
Ma una considerazione appare assolutamente dirimente per la scelta; ed è il conclamato iper liberismo della Bonino; mentre la Polverini si è formata con esperienze attente alla solidarietà, ed alla valutazione per comunità sociali e di lavoro; insomma più solidarietà e meno mercatismo; più merito e meno economia.
Gli ordini professionali; non sono certo le caste chiuse a difesa di privilegi, contro cui si è battuta la
Bonino, ma i garanti del merito e cioè della qualità dei servizi.
Nessuno professionista ha poi dimenticato il “suo entusiasmo” per il decreto Bersani; varato
nottetempo e senza il doveroso ascolto degli interessati; che non ha favorito i cittadini né la qualità, ma trasferito gli oneri di consulenza ed assistenza sui professionisti che le rendevano, senza diminuzione dei costi finali per i cittadini utenti/consumatori.
Renata Polverini ha risposto alle attese, condividendo con chiarezza le posizioni espresse del Forum delle Professioni.
Merita il nostro credito.
Forum delle Professioni, il Presidente Avv. Roberto Zazza