Incontro tra il Direttore Reboa e il Presidente Santacroce
Il 22 febbraio scorso l’avvocato Reboa, Direttore
della rivista Ingiustizia la Parola al Popolo,
ha incontrato il Presidente della Corte d’Appello
di Roma, Giorgio Santacroce.
Spunto dell’incontro sono state le doglianze riguardo l’aumento dei tempi medi di durata dei procedimenti.
Doglianze segnalate da alcuni colleghi avvocati al
Direttore di Ingiustizia, che da sempre è attento a
tematiche connesse al buon funzionamento degli
uffici giudiziari, in particolare quelli capitolini.
Secondo quanto riferito a Reboa dall’Alto Magistrato
nel corso dell’incontro, che ha avuto ad oggetto
prevalente le difficoltà delle sezioni civili della Corte d’Appello di Roma, la situazione è effettivamente preoccupante, in quanto, da anni si registra una progressiva tendenza all’aumento delle pendenze dovuto all’incremento vertiginoso di appelli iscritti. Pendenze che potrebbero
essere ridotte in modo drastico con un congruo
aumento degli organici dei magistrati ed una
cospicua immissione di personale amministrativo
di supporto nelle attività da espletare.
Infatti, secondo Santacroce, il problema cardine è,
che la Corte negli ultimi anni, nonostante il consistente ed abnorme ampliamento di incombenze di cui è stata investita, non sia stata dotata di risorse di personale e strutture operative necessarie ad un tempestiva risoluzione
delle stesse, vedendo così allungati i tempi della definizione dei giudizi. Il riferimento è anche agli effetti delle riforme legislative, attuate negli ultimi
anni, che hanno aumentato la competenza funzionale dei tribunali ordinari senza prevedere il conseguente incremento del carico di lavoro sulla Corte d’Appello, quale Giudice di secondo grado.
Per non parlare della mancanza di adeguate dotazioni informatiche necessarie ad attuare un ipotetico processo telematico, appena introdotto in via sperimentale per i processi di primo grado. A cui si aggiunge l’insufficienza cronica di aule per celebrare le udienze.
Il Presidente, sull’argomento inoltre, ha fatto riferimento a precisi trend statistici che vedono un
progressivo aumento delle cause iscritte a ruolo, con un’accelerazione che si è avuta a partire dall’anno duemila, aumento a cui non è corrisposto un pari incremento degli organici di magistrati e cancellieri che sono addirittura diminuiti rispetto al passato.
Nel saldo tra sopravvenienze di nuovi procedimenti
e definizione di cause pendenti c’è ormai un cronico segno negativo che lascia presagire un ulteriore crescita dell’arretrato.
Secondo una stima citata da Santacroce, non
basterebbero cinquanta anni per smaltire tutta la
mole di arretrato, per quanto concerne il settore civile.
Al termine dell’incontro è rimasta la consapevolezza
delle difficoltà della situazione attuale e dunque
della necessità di fare fronte comune per presentare precise istanze di miglioramento alle classi dirigenti e politiche, ponendosi come obiettivo irrinunciabile il rispetto del principio della ragionevole durata dei processi.
Carmen Langellotto