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Editoriali: 15 meno 9 eguale 6
Posted by Reboa on Tuesday, March 30 @ 18:47:43 CEST
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15 meno 9 eguale 6

Il post elezioni dell’Ordine degli Avvocati di Roma non è riuscito a raggiungere i livelli mediatici e l’entità del contenzioso giudiziario della vicenda della lista del PDL a Roma per le regionali del Lazio, ma non si può negare che gli avvocati abbiano fatto di tutto per affidare alla Magistratura la decisione su chi li dovesse presiedere.
Ha iniziato il primo dei non eletti, avv. Testa, presentando ricorso al Consiglio Nazionale Forense avverso la proclamazione dell’avv. Graziani, deducendone l’ineleggibilità per avere egli terminato le funzioni di Commissario d'esame di Avvocato di una precedente sessione nel luglio 2008, deducendo la violazione dell’art 22, 6° co., del rdl 27.11.1933, n 157 che, nel testo vigente, che prevede un divieto di candidatura per gli avvocati commissari alle elezioni immediatamente successive all’incarico ricoperto.
Bel cavillo, tipico degli avvocati preparati ed attenti, quali lo sono il ricorrente ed il suo domiciliatario, l’ex Presidente, avv. Bucci, che si è ritirato dalla competizione, ma non riesce a rimanere estraneo alle vicende del Consiglio dell’Ordine: peccato che, in caso di accoglimento del ricorso, non subentrerebbe il primo dei non eletti, cioè l’avv. Testa, ma il Consiglio rimarrebbe con soli quattordici componenti sino alle elezioni suppletive nelle quali, probabilmente, il quorum non sarebbe raggiunto e, quindi, sino a fine mandato.
Visto che l’iniziativa si traduce di fatto in un pregiudizio per l’Ordine, la presunta ineleggibilità dell’avv. Graziani non poteva essere dedotta nel corso della campagna elettorale, così, magari, qualcuno evitava di votarlo?
Dimenticavo, il termine non era scaduto, siamo avvocati, usi procedere all’ultimo minuto…
Il contenzioso ha evidentemente stimolato il Presidente uscente, avv. Cassiani, che ha deciso di convocare la prima seduta dopo circa un mese dalle elezioni, l’11 Marzo 2010. Le motivazioni del lasso di tempo erano validissime sotto il profilo umano (una delicata operazione al cuore) e comprensibili sotto quello giuridico (la data era immediatamente successiva a quella fissata per la decisione del CNF sulla eleggibilità dell’avv. Graziani), ma è innegabile che, così facendo, si sarebbe prolungato il mandato all’Ordine uscente e provocato sotto il profilo decisionale una vacatio di fatto in difformità della volontà degli elettori.
L’atto amministrativo però c’era ed era giuridicamente valido, ma, poiché il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è composto da… avvocati, ecco la soluzione.
L’avv. Giovanni Cipollone, malgrado la sua dinamicità ed il suo aspetto giovanile, si ricorda di essere nato nel 1932 e, quindi, rivendica la propria anzianità nei confronti del “giovane” avv. Cassiani (nato nel 1936), procedendo ad una convocazione del neo eletto consiglio per il 19 Febbraio 2010. E, qui, succede l’imprevisto. I fronti delle liste contrapposte si sfaldano, gli avv.ti Murra ed Arditi di Castelvetere raggiungono un’intesa con i colleghi che avevano sostenuto la lista Insieme, e con nove voti su quindici e l’astensione dell’avv. Graziani, vengono elette le nuove cariche istituzionali.
I numeri ci sono, indipendentemente dai cavilli giuridici e dall’esito del ricorso Testa / Graziani: quindi la logica voleva che la partita finisse lì, al massimo con qualche polemica finalizzata a guadagnare voti nella prossima competizione elettorale.
Ma se di mezzo ci sono gli avvocati, i numeri non contano, abbiamo studiato diritto, non matematica. Un consigliere, l’avv.sa Ceré, e l’avv. Testa ricorrono al TAR del Lazio contro la convocazione dell’avv. Cipollone ed i giudici amministrativi, che devono controllare il rispetto delle formalità indipendentemente dalle questioni sostanziali, si accorgono che il 1932 non è poi così importante, perché l’avv. Cassiani ha maggiore anzianità consiliare.
L’avevo detto che l’avv. Cipollone ha un aspetto giovanile!
A questo punto si è arrivati all’11 Marzo 2010, cioè alla data in cui si sarebbe dovuta tenere la seduta consiliare indetta dal Presidente, avv. Cassiani. In una situazione normale la riunione si sarebbe tenuta, si sarebbe preso atto che, ormai, vi era una maggioranza con numeri ampi e si sarebbe consentito agli avvocati di dormire sonni tranquilli sapendo che, alle loro spalle, vi era un Ordine professionale che, dopo qualche polemica, aveva assunto autorevolezza e compattezza.
Però siamo avvocati, è fisiologico che siamo presenti dove le situazioni non sono normali. Così, forte dell’anzianità dichiarata dal TAR, l’avv. Cassiani decide di revocare la convocazione fatta un mese prima per quel giorno, rifissando la seduta al 25 Marzo 2010 in attesa della decisione del ricorso contro l’avv. Graziani.
I convocati revocati però, come si dice a Roma, nun ce vonno stà e, quindi, annullano l’atto di rinvio e reiterano tutte le decisioni precedenti. I numeri battono i sofismi giuridici.
Ma ormai è guerra ed anche Cassiani, Ceré e Testa nun ce vonno stà e depositano motivi aggiunti al TAR per l’udienza del 24 Marzo 2010, sulla quale non vi posso raccontare nulla perché sto scrivendo questo articolo prima di tale data. Provo quindi ad immaginare quale scenario si creerebbe ove il TAR desse loro ragione e mi rendo conto che, al massimo, si potrebbe arrivare ad una nuova votazione che darebbe lo stesso risultato finale, cioè Conte presidente, Murra segretario e Gianzi tesoriere.
Vedo però i giudici che si divertono a dare i voti agli avvocati, censurando i loro atti amministrativi, sbeffeggiando così una categoria solo perché qualcuno sembra non aver capito che nove è un numero che supera il doppio di quindici.
Non mi piace questa scena e ancora di più mi disturba che i suoi protagonisti siano cari amici che vogliono contare senza saper contare, dimenticando così che summum jus, summa iniuria.

Romolo Reboa
Avvocato del Foro di Roma

 
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