Banche rinviate a giudizio con l'accusa di truffa
Gli strumenti finanziari e, in quanto tali, anche i contratti derivati, rappresentano sempre un rischio per chi li stipula e ciò è, di per se, piuttosto ovvio. Ma cosa accade se questi contratti risultano anomali
dall’inizio?
In realtà finora pressoché nulla, ma qualcosa è cambiato da quando il gup di Milano Simone Lucerti ha disposto il rinvio a giudizio per quattro istituti di
credito: JP Morgan, DeutscheBank, UBS e Depfa
Bank, nonché di tredici persone tra cui undici funzionari di banca.
L’inchiesta ruota intorno all’emissione di uno swap
trentennale su un bond da 1,68 miliardi di euro, proposto al Comune nel 2005 come strumento di ristrutturazione del debito mediante la riduzione del valore delle passività totali a carico dell’ente e rivelatosi, invece, solo una truffa pari a un danno di circa 101 milioni di euro per il Comune in questione da parte di banchieri in grado di approfittare delle proprie capacità tecniche.
Il processo inizierà il prossimo 6 Maggio e, a
prescindere dagli esiti effettivi, costituisce una tappa importantissima e delicata di un processo ben
più lungo che vede, per la prima volta in Italia, una
serie di istituti di credito essere costretti a rispondere in tribunale di truffa aggravata per l’emissione di prodotti derivati.
Questo aspetto è stato, in particolar modo, evidenziato dall’avvocato Stefano Centonze, coordinatore e responsabile per Lombardia di Federcontribuenti, associazione nazionale in difesa del contribuente e degli utenti del credito e degli intermediari finanziari, il quale ha specificato che “il processo va ben oltre il caso concreto risultando di particolare rilievo non solo per l’accertamento dei fatti, ma anche e soprattutto per
l’affermazione di nuove tendenze di perseguibilità
di condotte ritenute illecite…”.
Finalmente, dunque, si apre la possibilità di
estendere il dovere di regole comportamentali nel
rispetto dei principi di responsabilità penale e amministrativa anche ad enti di credito e finanziari non solo nell’ambito di casi, decisamente numerosi in verità, che li vedono contrapposti ad enti pubblici, ma anche e soprattutto quando la controparte è un soggetto privato che rischia di cadere vittima dell’altrui potere esercitato sulla propria ignoranza.
Speriamo che il vento della giustizia stia dunque
soffiando e speriamo, soprattutto che riesca ad
orientarsi e a soffiare dalla parte giusta!
Vanessa Pinato