La piccola e media impresa
La chiave di lettura della “Cultura del Cambiamento”per le PMI risiede nel disproporzionamento del rapporto di valore esistente tra “Beni Materiali” (Tangible Assets) e “Beni Immateriali”, quest’ ultimi oggi sono infatti correlati alla gestione e condivisione delle conoscenze in un sistema di economia a rete(Intangible Assets).
Ciò provoca una ulteriore necessità di flessibilità del mercato che però deve necessariamente coniugarsi con una profonda modifica dei tradizionali modelli organizzativi aziendali. E’
opportuno riflettere come nella recente fase dello
sviluppo imprenditoriale, abbiamo assistito, come
risposta alla dinamica oscillante del mercato ,alla
crescita di una “micro impreditorialità”, basata
sulla innovazione tecnologica e l’ automazione dei
processi produttivi, che però nella maggior parte
dei casi ha mantenuto costanti le caratteristiche di
amministrazione e di gestione e organizzazione
tradizionale del lavoro.
Ciò ha dato luogo ad una strategia di ristrutturazione della produzione, dove la innovazione del sistema produttivo si è generalmente accompagnata alla riduzione del personale, ed alla intensificazione della flessibilità del lavoro proprio al fine di accelerare i tempi di risposta alle oscillazioni del mercato.
Tale progressivo sistema dar vita alla crescita della
Economia della Conoscenza nella quale risulta
fondamentale la Ricerca Collettiva tra Centri di
Ricerca e Sviluppo e Piccola e Media Impresa; tale
strategia e’ stata delineata come vincente per
competere nel quadro del declino delle obsolete
concezioni di concorrenzialità più proprie della
Grande impresa. In tale quadro interpretativo fondato sul c a m b i amento dei livelli di competitività di un mercato globalizzato
sempre più dinamico, diverrà modello di sviluppo del mercato Europeo un sistema di “KNOWLEDGE ECONOMY” che è oggi una condizione prioritaria, per favorire la crescita di nuovi settori di intervento e di intermediazione dei mercati, che certamente saranno fondati sulla valorizzazione
dei “beni intangibili” tra i quali spicca la formazione di un Nuovo Management appropriato allo sviluppo
della NET-WORK ECONOMY proprio della gestione
“d’impresa a rete”. In particolare le nuove
modalità di Knowledge Management debbono
essere indirizzate per attuare una riduzione dei fattore del rischio di isolamento della “Piccola Media
e micro-impresa” attuando un profondo cambiamento organizzativo di sistema di network imprenditoriale, facente leva su una integrazione tra PMI e la ricerca e sviluppo innovativo transnaziodi micronizazione della struttura impreditoriale ha fatto seguito, da un lato a una sequenza di ricorso al subappalto impostato
dalla grande impresa, che ha esternalizzato ed anche internazionalizzato intere fasi della produzione, mentre dall’ altro lato, e’ succeduta alla trasformazione industriale dell’ artigianato
e del settore agroindustriale, che troppo
spesso e’ stata associata ad una estensione di contratti di lavoro precari.
In particolare focalizzando le prospettive e opportunità di sviluppo della recente strategia di Estensione della Europa, ritenuta capace di dare una risposta concorrenziale alla globalizzazione dei mercati, ci si accorge con immediatezza
della impellente necessità di un superamento
delle carenze professionali di “Gestione Imprenditoriale delle Conoscenze”, in modo tale
che il valore aggiunto dai “Beni Intangibili” nel quadro Estensione della Europa fino ai limiti
dei suoi confini storico- geografici. . Il connubio
tra Ricerca e PMI, dovra aprire nuovi fronti di
intervento basati su un “partenariato di impresa”
; ciò evidentemente comporta il netto superamento
di ogni precedente strategia di “Servizi alle
Imprese”. Infatti si è recentemente constatato che la domanda di servizi di rete da parte delle PMI e assai bassa, persino quando tali servizi sono oggerti “ gratuitamente “ da soggetti pubblici o convenzionati; quanto sopra consegue alla difficoltà
della PMI ad internalizzare i benefici di tali servizi
on line , nell’ ambito di una antiquata ottica del
tutto obsoleta della tradizionale gestione aziendale.
E’ necessario infatti attuare una trasformazione
della concezione di servizio in quella di “partenariato di impresa”.
Il Sesto Programma Quadro della Unione
Europea , partendo da similari considerazioni .è
basato sulla valorizzazione e disseminazione delle “migliori prassi di interrelazione e trasferimento tecnologico tra Ricerca e PMI” autonomamente realizzate al fine di incrementare
una nuova valutazione tra la crescita del capitale proprio dei “Beni Tangibili” e quella del lavoro intellettuale innovativo; quest’ ultimo valore e’ quello più proprio della gestione dei
“Beni Intangibili” derivanti dalla innovazione
cognitiva. Infatti e’ dalla integrazione tra le due
modalità di espressione del valore economico e
sociale , che si potrà ottenere un elevato valore aggiunto alla produzione, ciò proprio quando la gestione imprenditoriale delle reti comunicative, nella estensone ed internazionalizzazione dei mercati, progressivamente diverrà sia il vettore dello sviluppo economico che della crescita sociale e culturale.
Certamente anche nel settore della innovazione
della formazione il successo formativo nei riguardi
delle opportunità di lavoro , consiste nella capacita
di rispondere al cambiamento dello sviluppo esercitando nuove modalità di formazione capaci di capire e favorire le esigenze dello sviluppo socio-economico contemporaneo.
Bisogna a questo proposito considerare che
la formazione per corrispondere a opportunità di
lavoro, deve essere “anticipativa” delle esigenze di
sviluppo, proprio in seguito al fatto che, anche ricorrendo ad appropriate metodologie di NETLearning, comunque ci vuole più tempo per formare competenze innovative che non per produrre beni tangibili. Occorre tenere in conto,comunque, che le conoscenze specialistiche
conoscono un rapido grado di obsolescenza ( e’ stato recentemente affermato da studi eseguiti
nell’ ambito della programmazione Europea, che circa il 50% delle conoscenze dei laureati diviene
superato in meno di un anno) e tale circostanza
viene accentuata dall’ evolversi delle tecnologie
moderne di comunicazione interattiva. Tenendo
conto di tale dato di fatto, lo stile formativo dei progetti sviluppati da alcune Università Italiane viene fondato su strategie operative di NET-Learning on the job nelle quali si impara
lavorando su Progetti, e si valuta il lavoro sulla
base dei risultati. raggiunti da una formazione
di Team collaborativo con ruoli e competenze differenziate e specifiche. Le metodologie di nuova
formazione di tali Progetti pertanto sono finalizzate
a dare un contributo operativo nel ridisegnare
l’ assetto stretegico della innovazione gestionale ed
organizzativa della micro impresa e comunque delle
PMI, al fine di favorire la condivisione produttiva e
cognitiva necessaria per lo sviluppo Europeo della
Economia della Conoscenza.
Giuseppe Brancati
* STUDIO DI INGEGNERIA
GESTIONALE-PARTNER IN.TE.SI