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Teatro: Le ultime sette parole di Caravaggio
Posted by InGiustizia on Monday, June 14 @ 16:43:04 CEST
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Le ultime sette parole di Caravaggio

Ruggero Cappuccio racconta la fine della vita di Caravaggio: il controverso artista in fuga dalla persecuzione della Chiesa e dei Cavalieri di Malta, si trova in Sicilia, accompagnato da Tropea, pittore sfortunato che gli fa da assistente. Alternando momenti di comicità al crescendo drammatico, Cappuccio lascia che il Merisi dia sfogo a tutto ciò che lo angoscia. La luce gli pesa sull’anima, quella stessa luce che ha usato mirabilmente. I colori preparati da Tropea non sono mai quelli che desidera. Perfino la propria identità è troppo pesante da sopportare, ed arriva a rinnegarla.
Sette “feminote”, donne siciliane emarginate dalla società per essere state disonorate, vivono nell’ombra, sfogando la rabbia per i torti subìti in canti e danze osceni, sospese tra riti pagani e sabba da streghe. Diventare assassine non reca loro alcun turbamento, tanto sono profonde le ferite dell’anima e tanto forte il desiderio di vendetta. Seducono il povero Tropea e ne fanno un traditore.
Pugnalando l’artista uccidono il sogno per loro irraggiungibile della bellezza, e palesano ferocemente lacerazioni fino ad allora invisibili.
Il dolore si somma, si intreccia fino a confondersi e l’unica redenzione sgorga insieme al sangue nelle ultime parole del pittore, che morendo si riappropria del suo nome e dell’arte immensa che ha generato.
“Miserere, Caravaggio mi sono fatto io solo”.

Clotilde Spadafora

 
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