La parola a Patrizio Gonnella
L’Associazione
Antigone è una
ONLUS che da
ormai quasi 20 anni si occupa
delle garanzie del
nostro sistema penale, un
problema che riguarda
tutti noi giuristi, e in particolare
effettua periodiche
ricerche e statistiche
sulle condizioni di detenzione
nel nostro paese.
Abbiamo intervistato per
voi il suo presidente, Patrizio
Gonnella, sulle
possibilità di intervento
del legislatore per ripristinare
la legalità costituzionale
e di denuncia dei
semplici cittadini presso
le autorità appositamente
costituite.
Quali misure alternative
al 41 bis potrebbero sia
garantire la dignità della
persona sia essere efficaci
strumenti per combattere
il fenomeno mafioso?
Non si tratta di togliere di
mezzo il regime di cui all’articolo
41 bis ma di disinnescare
al suo interno
tutte le forme evidentemente
violative di diritti
costituzionali, primo fra
tutti il diritto ala difesa.
Penso che bisognerebbe
inoltre ragionare sulla
sua efficacia o pericolosità
in termini di politica
criminale.
Quali poteri concreti ha
il garante dei detenuti
nei casi di violazione dei
diritti?
I garanti regionali dei diritti
dei detenuti - gli unici
oggi esistenti - non
hanno poteri nei confronti
dell’amministrazione
penitenziaria.
Possono interloquire solo
con le amministrazioni
regionali che li hanno nominati.
Oggi che la sanità
carceraria è di competenza
delle Asl possono e
devono monitorare il loro
lavoro. Se non lo fanno
vorrà dire che sono caduti
nella melma politica.
È configurabile una
class action del tipo recentemente
introdotto
nella pubblica amministrazione
per veder rispettati
i diritti dei carcerati,
così come già avvenuto
ad agosto 2009 in
California?
Una class action vera e
propria no.
Ma si possono predisporre
migliaia di reclami
identici.
Noi lo stiamo facendo inviando
ricorsi alla Corte
Europea dei diritti umani
sulla assenza di spazi minimi
vitali.
Massimo Reboa