Uscita di emergenza
Manlio Santanelli
racconta la precarietà
esistenziale
di Pacebbene, ex sacrestano
ottimamente interpretato da
Lello Arena, e Cirillo, suggeritore
teatrale. Il regista
Sammartano riesce a rendere
la claustrofobia e la paura
della vita fuori dalle abitudini
logore come gli oggetti,
scaldandole con il piccolo
ambiente di un condominio
abbandonato per il rischio
bradisismo, con i colori vivaci
e la scelta dei materiali
di arredo, che parlano di affetto,
di nostalgia e cura che si estende anche al non trovato,
al non vissuto.
Sentimenti e dialoghi che
variano d’intensità come i
movimenti profondi del sottosuolo,
metafora dell’impossibile
stabilità in un
mondo che fa troppa
paura per affrontarlo
allo scoperto.
Meglio la rivisitazione
dei ricordi,
la difesa
ostinata delle proprie
convinzioni,
la tranquilla ripetizione
dei piccoli
gesti quotidiani. Il
coraggio è resistere
alle scosse della
terra, alle richieste
di denaro del padrone
di casa, all’attenzione
nel
preparare una pastiera
perfetta. Due
u o m i n i s e n z a
un’età precisa,
senza altra storia che non viva
nei loro battibecchi, uniti
dalla scelta di continuare a
vivere in un luogo abbandonato
da tutti. Soli ad ascoltare
il fremere della terra, a riflettere
uno nell’altro la propria
deriva, mentre il profumo
della pastiera riempie la
piccola casa e, almeno per
un attimo, i pensieri.
Clotilde Spadafora