Il nuovo codice della strada
Una buona notizia
sulla sicurezza stradale
arriva dal via
libera dal Senato al disegno
di legge che riforma il Codice
della strada(D.lgs.
285/1992), approvato con
138 voti favorevoli, 3 contrari
e 122 astenuti. A detta
del Ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti,
Altero Matteoli, «il provvedimento
è frutto di un intenso
lavoro bipartisan e
credo sia un buon testo che
contribuirà ad elevare i livelli
della sicurezza stradale...
In un momento in cui i
rapporti politici tra maggioranza
e opposizione non
sono dei migliori, l’accordo
su un tema che interessa
tutti i cittadini è un ottima
notizia». Il tema più sensibile
del disegno di legge è
senz’altro la guida in stato
di ebbrezza o sotto l’effetto
di sostanze psicotrope. Dopo
gli ultimi interventi attuati
con il “pacchetto sicurezza”
(D.L. 92/2008), che
aveva previsto, tra l’altro,
un aumento delle pene previste
nei casi più gravi di
guida in stato di ebbrezza
alcolica, e la trasformazione
in reato dell’illecito amministrativo
di rifiuto di
sottoporsi ai controlli alcolemici,
ora, chi vorrà prendere
la patente, dovrà sottoporsi
prima ad un test antidroga,
obbligatorio anche
per il rinnovo della patente
dei conducenti di mezzi
pubblici, taxi e camion, per
i quali, inoltre, la sospensione
della patente professionale
perchè ubriachi o
sotto gli effetti della droga,
può costituire giusta causa
di licenziamento. E ancora,
diventa obbligatorio per i
ristoratori possedere i “precursori”,
ovvero un minietilometro
che ogni cliente
potrà utilizzare prima di
mettersi alla guida. Quanto
ai limiti di velocità, significativo
il “no” alla modifica
che prevedeva un innalzamento
a 150 km/h del limite
di velocità nelle autostrade.
E’ quindi riconfermato
il limite a 130 Km/h, con la
discrezionalità delle società
autostradali di consentire
i 150 nei tratti a tre
corsie, con i tutor installati
(già approvati con il c.d.
“Decreto Bianchi”, D.L. n°
117/07), e con favorevoli
condizioni metereologiche.
Numerose anche le novità
per i giovani: dal patentino
obbligatorio per i motorini,
all’applicazione di sanzioni
più severe nei primi tre anni
da patentati, con sospensioni
della patente più lunghe
di un terzo (alla prima
infrazione) o della metà
(dalle infrazioni successive)
rispetto a quelle previste
per gli altri automobilisti,
e tolleranza zero per
l’alcol. Anche le minicar,
guidate dai minorenni (dai
14 anni in su) senza patente,
sono state finalmente
oggetto di regolamentazione,
con “stangate” per i
proprietari di veicoli modificati
e per i meccanici autori
delle modifiche - il
meccanico paga una multa
da 389 a 1.556 euro, il proprietario
da 148 a 594 euro
- e introduzione dell’obbligo
delle cinture di sicurezza
per i conducenti e i passeggeri
delle minicar munite
delle cinture medesime.
Quanto alle sanzioni conseguenti
a violazioni del
codice della strada, già oggetto
del decreto del Ministero
della Giustizia del 17
dicembre 2008, che aveva
previsto un aumento medio
di circa il 5% rispetto al
precedente periodo, la novità
più significativa riguarda
la possibilità di pagare
a rate le multe per chi
ha un reddito fino a ino a
15mila euro. Non è stato
approvato invece l’emendamento
sulla riduzione di
un terzo della multa nel caso
di pagamento e n t r o d i e c i
giorni. Pur
essendoci
stata l’unanimità in
commissione, la proposta è
stata cassata dal ministero
dell’Economia che l’ha
giudicata fonte di minori
introiti, che ora andranno
per il 50% agli accertatori e
per il 50% agli enti proprietari
delle strade. Inoltre si
accorciano i tempi sulle notifiche
delle multe: si passa
dagli attuali 150 giorni a
60 giorni come limite massimo.
Alcune novità riguardano,
infine, anche le
due ruote: obbligo del casco
per i giovani ciclisti fino
a 14 anni, mentre i motociclisti
che vogliono portare
con sè giovanissimi
dai 5 ai 12 anni dovranno
dotarsi, secondo quanto
stabilirà un decreto ministeriale,
di un seggiolino
apposito da agganciare alla
sella e rispettare il limite a
60km/h. Ma la riforma non
può dirsi conclusa: alla
Commissione Lavori Pubblici
del Senato sono pervenute,
già all’inizio del
mese di maggio, ben 26
petizioni popolari sul tema
della sicurezza stradale. Il
problema però è che senza
addetti al controllo (e i
fondi per pagarli) anche
questa riforma rischia di rimanere
sulla carta.
Dalila Torsello