L'ordine, la legge e la giustizia
I“media” fanno informazione
dilagando in ogni
personale spiaggia di ciascuno
imprigionando i fatti
secondo la personale gratificazione
del potere.
Le notizie poi ci raggiungono
colorando i fatti politici e sociali,
la crisi ecologica del
pianeta e dei sistemi economici
finanziari, con i sapori
del gossip arricchendo così la
confusione che è la chiave
dell’entropia sociale.
I giornalisti, sono gli irresponsabili
gestori del maggior
potere dell’informazione
calibrata sugli squilibri di una
regressione sociale in atto di
cui la Stampa è la cartina di
tornasole.
Il secondo principio della termodinamica
rivela l’entropia
come indice di degradazione
di un sistema fisico e l’umanità
è, nell’intero paese mondo,
alle colonne di Ercole.
Infatti, nelle complessità della
realtà del nostro mondo, in
analogia di verifica, il secondo
principio rivela il degrado
dei sistemi sociali e dei rapporti
umani che, così svolgendosi
sino all’azzeramento antropico
(cioè fuori quadro di
quello che è il vivere sociale),
corrisponderebbero alla fine
della società civile, cioè dell’umanità
tutta.
La consapevolezza di questo
può determinare un colpo di
reni, per risalire dal fondo in
cui sembra precipitare il mondo
intero che implode nelle
sue architetture viziate?
Quale che sia infatti la partecipazione
al vivere comune,
alla polis, quali che siano i
mezzi, (e i luoghi), con cui il
consorzio umano vive e costruisce
la realtà, la cicloide
del tempo è negativa. Ognuno
infatti, ignorando questa
realtà, è giunto a saccheggiare
il mondo-pianeta terra, antropologicamente
dovuto alla
specie umana come territorio
di scambio e riconoscimento.
Questo, nella incapacità della
umanità di rigenerarsi per una
nuova stagione, è l’ innesco
pronto per crisi non più reversibili.
Una specie animale ha
dilagato sul pianeta, ed ha rotto
gli equilibri che sono da ritrovare
nella continuità di un
dialogo che si deve riproporre
in primo luogo ogni giorno,in
ogni luogo.
Il dialogo normalizza all’ordine
ed alla legalità le diverse
forme di culture e di civiltà
gia impegnate in un antagonismo
antropico ed è una regola
di necessità evidente.
.La regola è da ritrovare come
giustizia nella compartecipazione
al vivere sociale, quale
la società determina. La legalità
si forma, vive e si attua,
punto per punto,secondo
le norme che la legge, dei diritti
e dei doveri, dispone per
restituirla alla polis come ordine.
In Italia specificatamente
la riforma dei codici di rito
e di merito si pone, quindi,
come prioritaria anche nella
semantica e nella nomenclatura
delle norme che devono
omologare una realtà sociale
che si trasforma. La bilancia
della giustizia si deve realizzare
in concreto per quell’equilibrio
che la società, nel
suo ordine dovuto e percepito,
deve al cittadino. Questa
funzione è delegata ad ognuno
nel suo ordine e, nello specifico
agli addetti ai
lavori:giudici e avvocati. In
questa geometria di rapporti,
che in concreto sono una polis
vivibile nell’etica di una
conoscenza che ha coscienza
del divenire ordinata-mente,
si riaprirà un orizzonte per la
società. Il tempo virtuale delle
sempre più complesse virtuosità
tecnologiche della
scienza non può imprigionare,
dentro i suoi schermi, il
tempo dell’umanità. Questa
costruisce la storia, che si modellizza
in ognuno nella speranza,
proiettata verso il migliore
dei mondi possibili, ed
allora, oggi, sembra evidente
che il modello della realtà comune
debba essere nella legalità,
come dominio delle complessità
culturali non risolte,
perché la polis, ora pianetaterra
tutto, possa vivere ancora.
In una architettura della
polis nella forma desiderata
da ciascuno: nell’equa probabilità
delle risorse alla vita e
per la sua qualità, nessuno
escluso. La cultura giuridica
deve trovare nuovi equilibri
tra il diritto da riaffermare ed
i modi attraverso i quali può
gestirlo: la centralità è sempre,
però, la legalità come
funzione di riconoscimento.
Il giunto cardanico della politica
(arco di volta della società)
può essere ridimensionato
e lubrificato da una giustizia
positiva per quella maggiore
intelligenza che può
permettere quella sterzata (o
colpo di reni) richiamata all’inizio
di questa riflessione. Per
questo una ragione consapevole
si arma del diritto per dare
spazio ad un tempo diverso
per l’umanità oltre una possibile
nuova Hiroscima.
Giovanni Lombardi
Avvocato del Foro di Roma - www.viapanisperna.com