La recente proposta che prevede l’introduzione di misure per la
conservazione a priori di tutti
i dati trattati e conservati per la fornitura di servizi di
comunicazione e di tutti i dati disponibili
nelle reti di comunicazione, continua a suscitare molte critiche, come
prevedibile.
La recente proposta che prevede l’introduzione di misure per la
conservazione a priori di tutti
i dati trattati e conservati per la fornitura di servizi di
comunicazione e di tutti i dati disponibili
nelle reti di comunicazione, continua a suscitare molte critiche, come
prevedibile.
La proposta di decisione del Consiglio UE prevede l’obbligo di
conservare tutti i dati di traffico
e di localizzazione fino a 36 mesi: internet, posta elettronica, voip,
FTP ed ogni altra tecnologia
sviluppata e sviluppabile.
Come è stato dichiarato dal Garante per i Dati personali, «per quanto
nel testo si affermi che
l’obbligo di conservazione non si applica ai contenuti delle
comunicazioni, la mole di dati è
tale che risulta possibile rintracciare con precisione i percorsi
seguiti da ogni singolo abbonato
o utente nell’utilizzare servizi di comunicazione».
Tanti gruppi per i diritti civili ed anche i gestori e gli operatori di
TLC hanno avanzato critiche,
perché le disposizioni sono sproporzionate rispetto agli scopi e
costosissime.