Artista, scenografo e....
Ci vorrebbero pagine e
pagine per raccontare
la storia già scritta e i
progetti futuri di Osvaldo Desideri,
artista, scenografo, che
tra i vari premi e riconoscimenti
alla sua professionalità
ha anche vinto un Oscar nel
1988 come miglior scenografia
insieme a Ferdinando Scarfiotti
e Bruno Cesari per aver
contribuito a fare del film L’ultimo
imperatore di Bernardo
Bertolucci un vero capolavoro.
La sua storia è quella di un uomo
che si è fatto da solo, l’ infanzia
a Borgo Pio a giocare
vicino al Vaticano e poi l’adolescenza
a Fermo,
nelle Marche, perché
in tempo di guerra, a
Roma, la vita per la
sua famiglia si presentava
più difficile
che non per gli
zii nelle Marche,
terra che lo segnerà
profondamente fino a
fargli dire che il suo successo
nel lavoro lo deve
in gran parte proprio a
quella terra e alla dedizione
al lavoro che lì ha
appreso. La sua passione
era stata sempre il cinema
e così a Roma ci torna
dopo il diploma
all’Istituto Tecnico
Industriale di Fermo per cominciare
a frequentare quell’ambiente,
ma suo zio, Ernesto
Pompei, che forniva le
calzature alle più grandi produzioni
cinematografiche
dell’epoca, in qualche
modo non lo appoggiava,
sognando per
lui un
f u -
turo in altri ambiti. Ma è qui
che comincia a vedersi il carattere
di Osvaldo Desideri, che
come lui stesso lo definisce, è
delicato, dolce, ma forte. Comincia
infatti a fare da modello
insieme al cugino, per i calzari
che lo zio sta preparando
per il film “Cleopatra”
e continua
ad andare a bottega
tutti i giorni
con una grande
dedizione, il primo
ad arrivare, l’ultimo
ad andare via. Pensava:
” Se sto qui ogni
giorno, incontrerò
qualcuno di importante”.
E
così successe. Da quel momento
fu un continuo sentirsi
chiedere – “ Vieni a lavorare
con me ?” da costumisti, arredatori,
scenografi, e da lì non è
più finita. Da semplice vestiarista
all’inizio, guadagnando
venticinquemila lire alla settimana,
più di un professore al
mese, passa in poco tempo ad
assistente scenografo per “La
lama nel corpo” (1966), film di
Lionello Felice con Françoise
Prévost , e compra il primo vestito
a giacca e la valigetta 24
ore; dopo poco l’incontro fertile
con Scarfiotti che aveva lavorato
con Luchino Visconti in
teatro, e con lui a lavorare in
tanti film cominciando da
“Scusi facciamo l’amore?” di
Caprioli, al “Conformista” di
Bertolucci, “Morte a Venezia”
di Visconti. Continua poi con
“Avanti” di Billy Wilder, con
Jack Lemmon , “C’era una
volta in America” di Sergio
Leone, per proseguire con un
elenco inarrestabile di film fino
ai giorni nostri, perché
Osvaldo Desideri, da vero innamorato
del suo lavoro, è ancora
in piena attività, e ha coinvolto
in questo anche la moglie
Eva, anche lei scenografa
di grande talento. Perseguire
questa professione lo ha portato
ad incontrare anche il grande
amore nella vita. Alla domanda
“Come il successo ha
bussato alla tua porta e come
tu gli hai aperto?” che
faccio a tutti i miei
intervistati illustri,
Osvaldo
Desideri ha risposto:
Si è
vero ha bussato,
ma io gli
ho dato una
grande mano.
Da buon marchigiano
ho saputo programmare
tutti i miei
passi nella mia vita.
Mi ha guidato il detto
di quella terra: “Non ti
regala mai nulla nessuno,
datti da fare”.
Anna Gorrieri