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Avvocatura: L'avvocatura italiana al servizio dei cittadini
Posted by InGiustizia on Tuesday, January 11 @ 18:57:43 CET
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Congresso Nazionale col..."botto"

Si chiude col botto il XXX Congresso dell’Avvocatura e a dispetto del nome della nave sulla quale si è svolto (“COSTA CONCORDIA” e in un clima assai diverso da quello auspicato dai vertici del CNF e dall’OUA (leggi: Guido ALPA e Maurizio DI TILLA), che sono stati letteralmente sconfessati dalla base dell’Avvocatura . Una riforma della professione a metà strada (deve passare alla Camera dei Deputati) è sì uno storico traguardo ma potrebbe slittare nel caso in cui il Governo venga sfiduciato ovvero riscuota una fiducia risicata, costringendo il Cavaliere a salire al Colle. L’ultimo giorno del Congresso è stato quello del “redde rationem”; le avvisaglie comunque dell’aria che si andava addensando c’erano state tutte. Il giorno precedente i segni di disapprovazione per quanto riguardava la media conciliazione non erano indirizzati soltanto al ministro Alfano ma equamente distribuiti anche a coloro che erano stati chiamati in causa dal Guardasigilli, quindi tanto Alpa quanto Di Tilla, convocati mai contestualmente e comunque al Ministero presentatisi “chi, prima, al mattino; chi, dopo, al pomeriggio... Per chiedere cosa l’altro avesse chiesto o detto”. La finta guerra con gli strali dialettici che il presidente dell’O.U.A. indirizzava ad Alpa, ha visto il Re Nudo nel momento della votazione delle mozioni riguardanti il Regolamento sulle Specializzazioni. Nel momento in cui Alpa chiamava l’Assemblea degli Avvocati a pronunciarsi su una mozione che prevedeva “accomodamenti” in itinere da parte del CNF, snaturando una mozione presentata dal Foro di Roma e condivisa da molti altri Fori, compresi quelli del Distretto laziale, si scatenava la bagarre. Il disappunto della base dei delegati che rumoreggiava fino a chiedere le dimissioni dei vertici seguiva - “re melius perpensa” – il ripensamento, tanto che il Presidente dell’Assemblea, l’Avv. Stefano Savi, presidente dell’Ordine di Genova rimetteva ai voti la mozione che prevedeva tout court il ritiro del regolamento da parte del CNF, mozione che passava, con enorme disappunto di chi si vedeva sconfessato e forse avrebbe dovuto trarne una sola e logica conseguenza: quella di rimettere il mandato nelle mani degli Ordini.
Il segnale che la base dei delegati ha voluto trasmettere sta certo in un’ansia legittima di rivalutazione delle istanze provenienti dall’Avvocatura “ordinistica”, la sola che ha piena legittimazione, se non in alternativa almeno in modo concorrente con chi passa da una poltrona all’altra, come ha sostenuto non velatamente l’On. Buccico, in un suo applauditissimo e appassionato intervento.
All’unanimità e comunque per acclamazione, prima è passata una mozione unica sulla media-conciliazione, frutto del sincretismo operato dall’apposita commissionemozioni, in cui erano presenti anche due delegati laziali, uno romano e uno del distretto.
Tale mozione prevedeva l’abrogazione dell’obbligatorietà del ricorso come condizione di procedibilità dell’azione, con la previsione – medio tempore – del differimento dell’entrata in vigore del D.L.vo 28/2010, in uno alla obbligatorietà della difesa tecnica, alla abrogazione della previsione di una proposta del mediatore in assenza di una richiesta congiunta delle parti ed ulteriormente di quelle disposizioni che operano uno stretto collegamento tra il comportamento tenuto dalle parti nella procedura di mediazione ed il successivo, eventuale momento giurisdizionale del processo.

Francesco Lodise
* Avvocato del Foro di Velletri

 
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