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Società: 35 anni tra i protagonisti al Canottieri Roma
Posted by InGiustizia on Wednesday, March 09 @ 15:58:27 CET
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Festeggiato il compleanno della fondazione del giornale con la presentazione del libro "Da Piazzale Appio a Piazzale Clodio

Martedì 14 dicembre 2010, presso il “Circolo Canottieri di Roma”, si è svolta la festa di compleanno della rivista “la PAROLA al POPOLO”, che celebra 35 anni di vita. Essa nacque, nel dicembre del 1975, come uno dei primi giornali romani di quartiere, con l’idea di fornire un’informazione più “vicina” ai cittadini, che provenisse dal basso e fosse strumento di partecipazione alla vita cittadina.
La pubblicazione, oggi, porta il nome di “InGIUSTIZIA – la PAROLA al POPOLO”, ed è un mensile conosciutissimo nell’ambiente legale romano (e non solo…); le sue pagine sono sempre puntuali nel rilevare le problematiche della giustizia e della politica italiana – grazie anche all’abilità impareggiabile del suo direttore.
Tornando all’evento succitato, rileviamo che esso è stato reso “immortale” dalla pubblicazione di un libro (presentato in occasione della festa) dal titolo “Da Piazzale Appio a Piazzale Clodio”, che ripercorre gli anni di storia di Roma e dell’Italia attraverso le pagine di una testata che ha visto protagonisti oltre cinquecento redattori e collaboratori – politicamente bipartisan – molti dei quali oggi giornalisti RAI (o di prestigiose testate), politici di spicco o imprenditori ai vertici di importanti aziende.
Il volume è andato letteralmente a ruba! Alla festa di compleanno hanno partecipato, tra gli altri, il segretario nazionale de La Destra Francesco Storace, l’On. Teodoro Buontempo, l’Avv. Massimo Mannocchi, responsabile della Segreteria Generale del Circolo, il dott. Giampiero Castellotti, l’On. Francesco Maria Orsi, il dott. Fausto Pellegrini, l’Avv. Romolo Reboa – direttore della rivista e ideatore del libro, l’On. Luca Malcotti, l’Avv. Antonio Conte – Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, Tommaso Le Pera, l’Ing. Luciano Piacenti e tanti altri illustri personaggi. Presente in sala anche donna Assunta Almirante, moglie dell’indimenticato leader del Movimento Sociale Italiano.
Hanno allietato la serata la band del maestro Maestro Jacovella e un ricco buffet. I lavori di presentazione del libro sono stati aperti dal dott. Fausto Pellegrini il quale ha affermato che “Si trattò, sin dall’inizio, di un singolare esperimento editoriale: una palestra di idee e spazio di libera dialettica in cui i giovani e non, di destra e di sinistra, hanno sempre convissuto, scrivendo e formandosi autonomamente e passando spesso, in seguito, a testate di rilievo n a z i o n a l e ” .
“Unico vincolo da rispettare, nella nostra redazione”, ha ricordato Romolo Reboa, tra i fondatori nel 1975 e tuttora direttore responsabile, “è stato sempre quello del reciproco rispetto e del dialogo costruttivo”. Era la metà degli anni settanta, periodo caratterizzato da un furore ideologico che, a sinistra come a destra, inquinava e deformava non solo la politica, ma spesso anche i più semplici e disinteressati rapporti di amicizia; in questo clima, un gruppo di giovani decise di fare qualcosa di diverso: un giornale davvero indipendente, che si finanziava con la semplice raccolta pubblicitaria e col contributo, spesso, degli stessi redattori. Lo scopo precipuo era quello di dare, da un lato, voce a chi non aveva a disposizione “santi in paradiso” (clericali o ideologici), né megafonidella propaganda; e, dall’altro, di approfondire sul campo quelle notizie locali (ma non per questo meno incidenti sulla vita dei cittadini), che anche sui principali quotidiani romani avevano a disposizione solo poche righe.
“Abbiamo cercato – aggiunge Reboa – di far progredire, anche in Italia, una vera cultura dei diritti e dei doveri del cittadino: nello spirito, anzitutto, degli artt. 2 e 3 della Costituzione”. Uno spirito, questo, ripreso poi da altre testate romane (“Porta Portese” e “Il Difensore Civico”), successive rispetto a “la PAROLA al POPOLO”.
“Appunto, ripensando agli episodi di violenza assassina disposizione solo poche righe.
“Abbiamo cercato – aggiunge Reboa – di far progredire, anche in Italia, una vera cultura dei diritti e dei doveri del cittadino: nello spirito, anzitutto, degli artt. 2 e 3 della Costituzione”. Uno spirito, questo, ripreso poi da altre testate romane (“Porta Portese” e “Il Difensore Civico”), successive rispetto a “la PAROLA al POPOLO”.
“Appunto, ripensando agli episodi di violenza assassina dell’epoca – ha concluso l’assessore regionale alla Casa e alla Tutela dei consumatori, Teodoro Buontempo – risulta ancor più significativo l’esperimento di cultura del dialogo e delatla tolleranza,nel senso migliore del t e r m i n e , della rivista la PAROLA al POPOLO: in quei terribili anni ’ 7 0 - ’ 8 0 , quando sulla pelle di tanti giotualivani, di destra e di sinistra, si consumò uno dei più micidiali inganni del sistema, che li portava a odiarsi e uccidersi reciprocamente per mantenere intatti determinati equilibri di potere”.
Il tema d e l l e periferie, con i loro problemiproblemi e criticità, ha sempre trovato ampi spazi sulla rivista, che era ampiamente diffusa nei territori corrispondenti oggi alle circoscrizioni IX e X; i problemi erano in un certo senso gli stessi di oggi e riguardavano i trasporti, i parcheggi, i mercati di zona, l’illuminazione pubblica, la viabilità e la sicurezza; sembrerebbe, quindi, che in 35 anni non sia cambiato nulla.
In realtà, le periferie di quegli anni erano profondamente diverse dalle atla tolleranza, nel senso migliore del t e r m i n e , della rivista la PAROLA al POPOLO: in quei terribili anni ’ 7 0 - ’ 8 0 , quando sulla pelle di tanti giotuali; ma se i problemi sono gli stessi, vuol dire che l’azione di pianificazione e governo del territorio non ha saputo dare una risposta valida alle esigenze della gente.
Tale azione non è progredita di pari passo con i mutamenti sociali che hanno connotato la capitale in questi decenni, né con la trasformazione del modello urbano di Roma.
Vanno evidenziate anche le numerose azioni dei cittadini, i quali, con un ammirevole atto di coscienza civica, si autoorganizzarono spesso per difendere il loro territorio.
Un giorno, si batterono con successo per difendere un’area dalla speculazione edilizia e dal degrado, e sulle pagine giornale se ne diede ampia testimonianza.
Altre zone hanno comunque subìto nel tempo profonde modificazioni, con la costruzione di nuove “centralità”, nate dall’inserimento nei tessuti periferici di “funzioni forti”, quali centri direzionali e commerciali, che hanno aumentato la gravitazione sulla zona – modificando in senso negativo tutti i concetti di organizzazione e fruizione del territorio.
Per quanto riguarda i trasporti, nel 1980, l’entrata in funzione della metro A e l’eliminazione contemporanea di buona parte delle linee di superficie, sembrò risolvere i problemi del traffico; ma così non è stato, atteso che la metro ha interessato nuove aree rispetto al percorso del vecchio tram e fornisce da sempre un pessimo servizio.
Anche il dott. Francesco Rocca ha dimostrato di apprezzare la festa di compleanno della rivista, con la pubblicazione del relativo libro – che ha ripreso scritti del passato e spunti di oggi. L’archivio di 35 anni di fatti, foto e commenti, è a dir poco una miniera d’oro. Centinaia di pagine dense di contenuti sulla storia di Roma e d’Italia.
In un’epoca, come quella attuale, di grandi divisioni, la rivista diventa ancor più un fiore all’occhiello dato che, nella redazione, lo spirito è stato sempre bipartisan nel senso più sano del termine.
Appare opportuno dare conto – in conclusione – delle vicissitudini attraversate dalla Stamperia Wage, con la relativa tipografia, che sarà costretta a chiudere definitivamente i battenti a causa del mutare dei tempi e delle difficoltà economiche delle imprese artigiane. Romolo Reboa ha voluto ringraziare pubblicamente la stamperia, auspicando che la letture delle pagine ad essa dedicate stimoli le autorità culturali capitoline ad assumere iniziative per evitare che questo grande patrimonio culturale romano scompaia, magari per fare posto ad un ristorante cinese…
L’evento si è concluso con il saluto finale dell’Avvocato Romolo Reboa il quale ringraziando la platea ha ribadito come “non tutti nella vita hanno una oppurtunità, è dovere di chi ha delle possibilità crearne per gli altri.

Gabriele Sabetta

 
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