Lo sviluppo del mercato
in cerca di efficienza
ha disegnato
percorsi giuridici diversi
da quelli tradizionali
e la professione legale non
differisce da nessun altro
settore del mondo degli
affari, per cui il diritto è
divenuto un bene economico
acquistabile sul mercato
delle regole come
qualsiasi altra forma di
competenza tecnica.
Lo sviluppo del mercato
in cerca di efficienza
ha disegnato
percorsi giuridici diversi
da quelli tradizionali
e la professione legale non
differisce da nessun altro
settore del mondo degli
affari, per cui il diritto è
divenuto un bene economico
acquistabile sul mercato
delle regole come
qualsiasi altra forma di
competenza tecnica.
In un contesto globalizzato,
infatti, in cui è sempre
più sistematica l’interferenza
tra diritto ed economia,
lo studio legale deve
essere condotto con parametri
imprenditoriali per
fare fronte ai costi sempre
più elevati ed alle pretese
di una clientela che richiede,
a costi contenuti, prestazioni
sempre più sofisticate.
Ciò significa che i
concetti di qualità ed efficienza
sono penetrati anche
nel mondo dei servizi
professionali e che l’organizzazione
degli studi e
degli uffici legali incide
sulla loro competitività.
In questo contesto, la
qualità delle competenze
non può essere misurata
ed analizzata in una logica
statica, ma deve costituire
un obiettivo ed uno
strumento di alimentazione
costante della circolazione
dei servizi. Di conseguenza,
si deve puntare
alla definizione di standard
cui si deve tendere
per ottenere la certificazione,
la quale altro non è
che un meccanismo ad
adesione volontaria per
cui la disponibilità a sottoporre
i propri metodi di
lavoro e la propria organizzazione
a verifica costituisce
l’elemento fondamentale
per determinare
la credibilità e l’affidabilità
del servizio.
La certificazione, che sostituisce
i tradizionali sistemi
di accreditamento, è
la fase conclusiva di un
processo che si estrinseca
attraverso la definizione di
standard cui gli studi legali
devono pervenire per
essere riconoscibili e riconosciuti
dal mercato, per
garantire un’esecuzione
rapida, efficiente ed economica
delle prestazioni
richieste dalla clientela.
L’iter complessivo che
porta al suo ottenimento è
basato su linee guida che
individuano gli standard
di riferimento ed i parametri
indicati nella normativa
internazionale (gestione
delle pratiche, organizzazione
del personale e
dell’archivio, rapporto con
i clienti, modalità di selezione
e rapporti con i corrispondenti),
e tracciano il
percorso qualificato e le
operazioni a conclusione
delle quali si può chiedere
ed ottenere, da parte dell’organismo
terzo abilitato,
la certificazione.
L’Associazione Giuristi e
Consulenti
Legali, unitamente
all’Associazione
Nazionale per
la Gestione
della Qualità,
ha elaborato
proprio le linee
guida per
la qualità negli
studi e negli
uffici legali
predisponendo
una
specifica pubblicazione.
É evidente
che la predisposizione
del
manuale della
qualità negli
studi legali
secondo gli standard ISO
9001, è stata dettata dalla
necessità, ormai improcrastinabile,
di adeguare i nostri
meccanismi di accreditamento
ai sistemi ormai
consolidati in tutti i Paesi
più industrializzati e ad
economia avanzata. Tali
standard sono accettati in
più di 100 Paesi del mondo
e forniscono i parametri
di riferimento per la
certificazione dello studio
legale.
La guida, quindi, vuole essere
uno strumento pratico,
un contributo offerto ai
professionisti italiani, indispensabile
a consentire
un’organizzazione di studio
efficiente che consenta
di ridurre i costi e massimizzare
i profitti.
Di riccardo Cappello
Avvocato del Foro di Roma, presidente dell'AGICONSUL